Cina, nessuna bolla immobiliare per ING e UBS

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In Cina non vi sarebbe nessun pericolo di bolla immobiliare, almeno stando a sentire gli analisti di UBS e di ING.

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Il mercato immobiliare cinese non sta attraversando una fase di espansione incontrollata, e non vi sarebbe alcune pericolo di formazione di una bolla di settore. UBS Global Asset Management e ING Real Estate Investment Management sostengono infatti che la forte crescita economica e la necessità di una incrementante urbanizzazione supporteranno la crescita dei prezzi nel lungo termine, senza alcun crollo improvviso.

La crescita economica sorreggerà pertanto il mercato immobiliare, e a poco serviranno le misure introdotte dal governo cinese a freno dei prezzi delle case, che sono incrementati con ritmi record nel corso degli ultimi mesi: il divieto di finanziamenti per acquisto di terze case, tassi di interesse più elevati e l’inasprimento di alcuni requisiti per l’acquisizione di seconde case non produrranno pertanto i grandi effetti sperati.

I prezzi delle proprietà immobiliari stanno infatti continuando a crescere in doppia cifra (nel mese di maggio, nelle 70 aree urbane più grandi della Cina, lo sviluppo è stato del 12,4%, dopo il 12,8% del mese di aprile), e il futuro non dovrebbe smentire tale trend storico.

Contrariamente alla gran parte delle osservazioni in proposito, gli analisti di UBS e di ING non sembrano però allarmarsi: l’economia cinese presto crescerà del 10%, ed è pertanto normale che si rilevi un incremento del reddito da destinare a investimenti di natura immobiliare, che produrranno delle ulteriori crescite nei valori del real estate.

Intanto, ad Hong Kong, i canoni di locazione crescono ad un ritmo pari al 32% negli ultimi quattordici mesi; l’economia si è oramai stabilizzata, e i principali forecast stimano un suo sviluppo nel corso dei prossimi anni. I tassi di interesse applicati ai finanziamenti, attualmente molto bassi, continueranno ad alimentare una forte richiesta del settore: i prezzi delle case sono infatti cresciuti del 41% dal 2008 ad oggi, e presto dovrebbero superare quota 50%.

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