Considerazioni Citigroup sulla bolla immobiliare cinese

di Redazione Commenta

Citigroup sembra particolarmente preoccupata dei pericoli di una bolla speculativa nel mercato immobiliare cinese.

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Citigroup, una delle quattro principali banche degli Stati Uniti, ha dichiarato di osservare con particolare attenzione al mercato immobiliare residenziale cinese, nel quale è possibile evidenziare la formazione di un pericolo “molto reale” di una bolla di settore, che sta preoccupando da diverso tempo anche il governo locale, impegnato su più fronti a fronteggiare quella che sembra una inarrestabile crescita dei prezzi dei valori abitativi.

Secondo quanto rivela Thomas Flexner, responsabile internazionale di Citigroup per il real estate, la Cina starebbe prendendo confidenza con la serietà delle condizioni del proprio mercato immobiliare, e gli stessi mercati finanziari starebbero iniziando a credere con maggiore convinzione ai pericoli che potrebbero diventare realtà a causa degli atteggiamenti ultra speculativi troppe volte evidenziati nel mercato cinese anche sulle pagine del nostro blog.

I dati relativi al mese di marzo del 2010 ci dicono infatti che i prezzi delle proprietà immobiliari della Cina sono cresciuti di ben 11,7 punti percentuali, con uno sviluppo medio di 25 punti percentuali su base annua.

Situazione simile è vissuta da Hong Kong, dove lo sviluppo dei prezzi immobiliari ha toccato in media i 28 punti percentuali. Preoccupazioni non dissimili appartengono poi a Singapore, dove i prezzi stanno proseguendo la loro strada al rialzo, calmierati in parte dalle decisioni del governo locale, che sta immettendo sul mercato importanti appezzamenti di terreno edificabile.

Nonostante gli sforzi, compiuti, tuttavia, i prezzi delle proprietà immobiliari in gran parte dei principali Paesi asiatici stanno continuando a crescere con un forte ritmo. Le ricette messe in campo finora per scoraggiare la prosecuzione di questo trend sono riferibili a un’influenza diretta sul mercato attraverso l’edificabilità di nuovi lotti, lo scoraggiamento di finanziamenti per seconde o terze case, e misure fiscali più aspre per coloro che acquistare proprietà immobiliari da non destinare ad uso abitativo come prima casa.

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