Detrazioni e deduzioni sulla casa: col taglio pagano i più deboli

di Redazione Commenta

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E’ arrivato il no secco da parte del Sicet, il Sindacato Inquilini Casa e Territorio, alla manovra finanziaria triennale di correzione dei conti pubblici. Questo perché le misure inserite, a partire dal taglio lineare delle detrazioni e delle deduzioni fiscali, andranno tanto per cambiare a colpire la parte più debole del Paese. Secondo il Sindacato Inquilini Casa e Territorio, in accordo con una nota emessa nei giorni scorsi, al posto di quanto inserito nella manovra sarebbero invece necessarie delle misure che garantissero maggiore equità. Per quanto riguarda il fisco, tra l’altro, il Sicet ha colto anche l’occasione per ricordare come il Governo abbia regalato 1,5 miliardi di euro alla proprietà immobiliare andando ad introdurre l’imposta sostitutiva sui redditi da locazione, ovverosia la cosiddetta cedolare secca sugli affitti.

Ed ora, stando a quanto contenuto nella manovra finanziaria triennale, vengono ridotte le deduzioni e le detrazioni fiscali a sfavore degli inquilini del 5% nel 2013 e del 20% a partire dal 2014; quindi a pagare nuovamente le conseguenze legate alla quadratura dei conti pubblici sarà la povera gente, gli studenti, i lavoratori fuori sede. Ma nel mirino ci sono anche i bonus 36% ed i bonus 55%, ovverosia le detrazioni fiscali per i lavori di ristrutturazione, e quelli per la riqualificazione energetica, che sono stati molto importanti in questi anni al fine di far emergere quote di economia sommersa.

Quindi, chi vive in una casa non di proprietà in futuro dovrà purtroppo aspettarsi l’aumento delle imposte da pagare, ma anche un ulteriore innalzamento dei canoni. E come se non bastasse, si è pensato anche di andare a ridurre ulteriormente il fondo nazionale per quanto riguarda il contributo all’affitto. Con la conseguenza che spesso i Comuni devono far fronte all’emergenza abitativa sul territorio incrementando le risorse proprie da mettere a Bando. Ma di questo passo le casse degli Enti locali rischiano di rimanere vuote.

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