Cessione immobili a fondi pubblici secondo Assoedilizia

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In questi giorni il panorama immobiliare italiano catalizza la propria attenzione sulla strategia di riduzione del debito pubblico nazionale, che dovrebbe passare (anche) attraverso una vendita di parte del patrimonio statale. Una scelta che, come stiamo vedendo in questi ultimi giorni, sta acuendo non poco le tensioni tra le varie aree parlamentari, e che rischia di rendere molto difficile la sua esecuzione del breve termine, considerata indispensabile, dall’esecutivo, per perseguire l’obiettivo del taglio del rapporto tra il debito e il Pil.

Una nuova voce si è aggiunta nelle ultime ore in favore della necessità di evitare la svendita dei beni pubblici, nel suo piano di abbattimento del debito pubblico, suggerendo invece il conferimento degli stessi immobili in fondi sempre a gestione pubblica per poi collocarne sul mercato le quote. A sostenerlo è il presidente di Assoedilizia, che in una nota afferma come “nella dismissione dei beni pubblici ( immobili e partecipazioni ) Stato ed enti locali non devono comportarsi come un qualunque privato cittadino: cessione materiale del bene ad un acquirente terzo”.

Al contrario la strada giusta, secondo Assoedilizia, è quella di “conferire i beni stessi in fondi affidati alla gestione di appositi soggetti creati sempre dall’ente pubblico”, i quali a loro volta andrebbero ceduti sul mercato nei confronti di risparmiatori privati, realizzando quanto definibile come “una sorta di processo di finanziarizzazione degli immobili pubblici“.

Stando alla natura di questa proposta, potrebbe venire a “crearsi un mercato di tali titoli, in cui i valori potranno apprezzarsi man mano che la gestione dei beni porterà gli stessi ad una valorizzazione economica“. Inoltre, chiarisce Assoedilizia, “a differenza della cessione materiale dei beni, non avrebbe interferenze negative sul mercato immobiliare, in quanto non produrrebbe un repentino accrescimento dell’offerta immobiliare”.

Vi aggiorneremo, anche nel corso dei prossimi giorni, sull’evoluzione che potrebbe assumere la proposta, ritenuta una valida alternativa verso l’obiettivo della dismissione di parte del patrimonio pubblico. Consultate il nostro focus sulla Vendita beni pubblici contestata.

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