Hong Kong, vendite immobiliari in calo del 35%

di Redazione Commenta

Hong Kong, le vendite immobiliari sono in calo, dopo le straordinarie performance passate.

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Secondo quanto sostiene sul proprio sito web il Land Registry, il valore del giro d’affari realizzato dalle operazioni di compravendita immobiliari a Hong Kong durante il mese di ottobre 2009 è calato del 35% dall’ultimo periodo di riferimento, toccando un livello minimo da aprile alla data della più recente rilevazione dei dati.

Stando al Land Registry, infatti, il valore delle transazioni immobiliari si sarebbe assestato intorno ai 36,3 miliardi di dollari locali (circa 4,7 miliardi di dollari statunitensi) ad ottobre, contro i 56,2 miliardi di dollari di Hong Kong rilevati durante il mese di settembre.

A registrare un forte calo è stato, di conseguenza, anche il numero assoluto delle proprietà immobiliari oggetto di compravendita, diminuite dalle 12.285 unità di settembre alle 9.300 del decimo mese di uno sfortunato 2009.

Per evitare sorti ancor peggiori del real estate locale, il governo di Hong Kong ha già annunciato ulteriori influenti misure sul mercato immobiliare, in aggiunta a quelle già approvate. Interventi significativi sul fronte mutui sono inoltre previsti in caso di peggioramento delle condizioni.

Stando agli analisti dell’area, inoltre, il calo del numero delle transazioni nel mese di ottobre è sintomo di una reazione del settore privato alla straordinaria crescita dei prezzi degli appartamenti negli scorsi anni e nei mesi recenti. Una situazione che si sta facendo sempre più critica, e che evidenzia come, nel giro di soli 7 giorni, il numero delle compravendite sia calato del 30%, con stime quasi omogenee di un ulteriore calo del 10% entro la fine di novembre.

Ricordiamo come, non troppo tempo fa, furono inoltre proprio le stesse autorità amministrative di Hong Kong ad auspicare una riduzione, anche decisa, dei prezzi delle proprietà immobiliari. Per fare ciò le istituzioni governative locali autorizzarono numerosi nuovi cantieri: l’obiettivo dichiarato era proprio quello di incrementare l’offerta di immobili a disposizione, cercando di calmierare il mercato e far sì che un eccesso di proposte portasse al ribasso i valori.

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