Cedolare secca affitti: per il Sunia un provvedimento sbagliato

di Redazione Commenta

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Il Governo ha deciso di introdurre dal prossimo anno, in via facoltativa, la possibilità di fruire di una tassazione “alternativa” per quel che riguarda il prelievo sui redditi dei proprietari di immobili che li affittano. Trattasi, nello specifico, della cosiddetta cedolare secca sugli affitti con un’aliquota che, salvo cambiamenti, dovrebbe essere al 20% indipendentemente dalla tipologia del contratto di locazione. Ma quali benefici apporterà questo nuovo sistema di tassazione sul mercato degli affitti in Italia?

Ebbene, secondo il Sunia, Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari, per voce del suo Presidente, Franco Chiriaco, quello messo a punto dall’Esecutivo è un provvedimento sbagliato in quanto affossa ogni speranza di permettere una riduzione dei prezzi degli affitti sul mercato italiano delle locazioni.

Al riguardo si ricorda infatti come nel nostro Paese ci siano centinaia di migliaia di famiglie che, a causa di prezzi alti degli affitti, fanno fatica a pagare il canone di locazione a fine mese e, quindi, nella peggiore delle ipotesi, rischiano lo sfratto. In particolare, il Presidente del Sunia ritiene che sia sbagliato introdurre l’aliquota unica al 20%, in accordo con quanto emerso dalle ultime notizie di stampa, su tutti i contratti di locazione, sia quelli agevolati, sia tutti gli altri. In questo modo infatti non si fa altro che fare un regalo alla proprietà immobiliare lasciando “scoperti” gli inquilini.

Per il Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari, infatti, i proprietari degli immobili andranno ad “incassare” il risparmio fiscale con la cedolare secca, ma di certo non andranno a ridurre i canoni solo per un esclusivo effetto dell’abbassamento della pressione fiscale. Di conseguenza, il Presidente del Sindacato Unitario Nazionale Inquilini e Assegnatari Franco Chiriaco ha dichiarato che nei prossimi giorni il Sunia avvierà delle iniziative affinché il Decreto del Governo sia oggetto di modifiche sia in sede di Conferenza Stato – Regioni, sia in Parlamento.

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