Cina, il boom immobiliare verso la fine?

di Redazione Commenta

Una società di consulenza giapponese ritiene che i prezzi delle case in Cina subiranno una flessione di circa il 30% entro la prima parte del 2011.

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I prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo in Cina potrebbero diminuire fino a 30 punti percentuali, mentre la crescita della produzione interna lorda del Paese asiatico potrebbe scendere al di sotto degli 8 punti percentuali. Quanto sopra, potrebbero essere le conseguenze dirette delle azioni intraprese del governo, che sta esercitando ingenti sforzi nel tentativo di raffreddare il mercato immobiliare e la straordinaria crescita dei prezzi.

Ad effettuare le considerazioni di cui sopra è stata, negli scorsi giorni, la società Nikko Cordial Securities Inc., che riporta i forecast del Consiglio di Stato, il quale prevede che i prezzi delle porprietà immobiliari ad uso abitativo subiranno una flessione di almeno 20 punti percentuali nel corso dei prossimi mesi.

Il governo cinese, sostengono invece altre osservazioni provenienti dal Giappone, stimerebbe delle flessioni dei prezzi delle case di almeno 30 punti percentuali, con un impatto macroeconomico che tuttavia sarebbe molto limitato, e non in grado di contrarre il ritmo di crescita economico del Paese al di sotto dell’8%.

Le valutazioni appena ricordate fanno riferimento alle manovre intraprese dal governo del Paese, il quale ha richiesto alle banche di innalzare di tre volte i principali ratios sulle riserve, introducendo un controllo rigido sui finanziamenti per le seconde e le terze case al fine di prevenire eccessivi comportamenti speculativi.

Come conseguenza di quanto sopra, i prezzi nelle principali 70 città metropolitane della Cina sono calati di 0,1 punti percentuali nel mese di giugno rispetto al livello di maggio. Un ulteriore calo dei prezzi delle proprietà commerciali è previsto soprattutto negli ultimi tre mesi dell’anno, periodo in cui, secondo un numero crescente di analisti, la crescita economica su base annua scenderà nuovamente sotto la soglia dell’8%.

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