Come cambierà l’immobiliare italiano nel 2013

di Redazione Commenta

Spread the love

Il mercato immobiliare italiano sembra destinato a cambiare, ancora una volta, nel corso del 2013. Tralasciando l’oramai esasperata decisione di sospendere il pagamento dell’imposta municipale unica, in vista di una possibile rivisitazione dell’approccio normativo, sembra che i cambiamenti riguarderanno sia prime che seconde case, negozi e altre unità abitative.

A cercare di fare il punto programmatico di quanto accadrà all’immobiliare tricolore è stato, negli scorsi giorni, Gino Pagliuca (Il Corriere della Sera).

Prima casa

Secondo il giornalista, l’esenzione completa dall’Imu delle abitazioni principali costerebbe circa quattro miliardi di euro per il 2013, mentre restituire anche l’imposta dello scorso anno porterebbe l’esborso a otto. Di contro, “un’esenzione parziale, effettuata elevando la franchigia attuale da 200 a 500 euro e introducendo fattori correttivi a seconda del reddito del contribuente e della numerosità del nucleo familiari costerebbe comunque, secondo le stime correnti, oltre due miliardi”. A ciò si aggiunga che non è ora chiaro se la sospensione della rata di giugno sia un’anticamera di eliminazione del tributo, o meno. Il tutto, tenendo in considerazione le esigenze di cassa dei Comuni che, in caso di eliminazione dell’Imu, dovrebbero rinunciare a diverse centinaia di milioni di euro (vedi anche il nostro recente focus su come cambia l’Imu).

Seconde case

Cercare di recuperare i soldi derivanti dalla potenziale eliminazione dell’Imu spingendo sulle aliquote delle seconde case diventa un’impresa quasi impossibile, considerato che sono già tantissimi i comuni che hanno optato per l’aliquota massima dell’1,06 per cento. Qualche margine di manovra potrebbe esserci per le abitazioni oggetto di locazione / non locazione, ma l’impressione è che il saldo complessivo di un ritocco all’Imu sarà fortemente negativo.

Negozi

Se il discorso è pessimista per quanto concerne le seconde case, diventa drammatico per quanto concerne i negozi o i fabbricati ad utilizzo industriale. In questo settore – già fortemente in crisi – peggiorare le aliquote Imu rappresenterebbe un provvedimento estremamente nocivo.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non verrà pubblicato.

You may use these HTML tags and attributes: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <s> <strike> <strong>