Imu 2013 cosa cambierà

di Redazione Commenta

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I prossimi giorni saranno particolarmente densi di novità in ambito Imu. Ma quali sono i principali problemi che un decreto (il prossimo, o uno successivo) dovrà andare a risolvere? Cerchiamo di chiarire quali sono gli ostacoli da abbattere per rendere più equa l’imposta municipale unica, e quali sono gli interventi che potrebbero essere realizzabili nel breve termine.

Partiamo dall’abitazione principale. La prima rata di giugno 2013 è saltata: ciò vuol dire che, salvo una sua abolizione per la prima casa (cosa che riteniamo particolarmente improbabile), l’Imu sarà pagata il 16 settembre 2013 a titolo di acconto, e entro il 16 dicembre 2013 a ttiolo di saldo. Per quanto concerne i principali problemi, rimangono da chiarire gli aspetti interpretativi legati alla qualifica di abitazione principale (es. marito e moglie che hanno due residenze diverse).

Per quanto concerne le pertinenze, ricordiamo che le stesse vanno a seguire quanto previsto per l’abitazione principale. Pertanto, la sospensione del pagamento della prima rata Imu porta con sè anche la sospensione del pagamento dell’Imu sulla pertinenza. Ricordiamo che è ammessa, a titolo di pertinenza prima casa, solo una unità immobiliare per ciascuna delle categorie catastali: C2 (depositi), C6 (autorimesse), C7 (tettoie). Improbabile che il decreto vada a incidere sull’attuale impostazione fiscale sulle pertinenze (vedi anche questo nostro recente approfondimento nel quale ci domandiamo se l’eliminazione dell’Imu potrà rilanciare il mercato immobiliare).

Infine, gli immobili industriali. In questo caso ricordiamo che l’Imu colpisce tutti gli immobili di impresa e, pertanto, non conta la classificazione di bilancio. Per tali immobili non sono previste esenzioni o proroghe di versamento. Sul profilo fiscale, ricordiamo infine che la legge consentiva di ridurre fino allo 0,4 per cento l’aliquota sugli immobili posseduti dalle società di capitali. Una facoltà non abbracciata dai Comuni, che nel 2013 non potranno nemmeno approfittare dell’assegnazione del gettito da questi immobili, che andrà direttamente nelle casse dello Stato.

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