Mutui euribor: rate basse con la recessione

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Non tutte le crisi vengono per nuocere. In America i rendimenti dei titoli di Stato continuano a scendere, e questo nonostante il clamoroso declassamento sul debito che gli Stati Uniti hanno dovuto incassare. Sembrerebbe tutto ciò un nonsenso visto che a fronte di un calo del merito creditizio i tassi dei bond USA dovrebbero salire. Pur tuttavia, l’America nonostante tutto rimane un Paese affidabile, ed i titoli di Stato a stelle e strisce rappresentano in tutto e per tutto un investimento rifugio, al pari dell’oro che è sempre più caro sui mercati. Spirano infatti venti di recessione, ragion per cui, come si sta assistendo in questi giorni, c’è una fuga dall’azionario verso porti più sicuri. Questa nuova tempesta finanziaria sta comunque generando effetti positivi a carico di chi attualmente sta pagando un mutuo variabile indicizzato al tasso euribor.

Il tasso interbancario, infatti, già da parecchi giorni alterna sessioni in cui è stabile ad altre in cui registra dei ribassi, il che farà tirare il fiato alle famiglie che in Italia in questi mesi hanno dovuto pagare una rata più cara proprio per effetto dell’ascesa dell’euribor.

Tutto ciò non ha comunque portato ad una variazione di costo in Italia tra i mutui fissi ed i mutui variabili. I mutui indicizzati all’Irs, infatti, sono più cari rispetto a quelli indicizzati all’euribor a tre mesi che di norma è il tasso di riferimento con cui si aggancia buona parte dei finanziamenti ipotecari per la casa. In ogni caso, nel giro di poche settimane lo scenario sui tassi di interesse è cambiato radicalmente, con la Fed e la Bce che difficilmente alzeranno i tassi nei prossimi mesi. Anzi, se la tempesta e la speculazione dovessero continuare, non è da escludere da parte della Banca centrale europea un clamoroso taglio al costo del denaro.

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