tassi interesse

Tassi mutui, ai minimi da 50 anni negli USA

 I tassi di interesse applicati ai mutui americani sono calati ai minimi livelli da oltre 50 anni ad oggi a causa della crisi economico finanziaria internazionale, che sta ulteriormente scoraggiando la già debole domanda di finanziamenti per l’acquisto delle case, e ponendo ulteriori dubbi su quello che potrebbe essere lo sviluppo del comparto nel breve termine per i bilanci degli istituti di credito delle banche statunitensi.

Il tasso medio applicato ai mutui a tasso fisso a 30 anni è infatti calato al 4,15% durante la settimana terminata il 18 aprile 2011, contro il 4,32% riscontrato nella settimana precedente. A sostenerlo la società Freddie Mac nella sua rilevazione periodica, nella quale afferma altresì che i tassi sui mutui a 15 anni sarebbero calati in maniera decisamente ripida passando dal precedente 3,5% all’attuale 3,36%.

Tassi di interesse, calo ulteriore nel mercato statunitense

 Stando a quanto affermato dalla società Freddie Mac, i tassi di interesse applicati negli Stati Uniti sui finanziamenti immobiliari a trent’anni, a tasso fisso, sarebbero diminuiti ad un livello mai riscontrato nel corso degli ultimi nove mesi. Un segnale evidente di come la ripresa economica statunitense stia rallentando ulteriormente, consentendo in tal modo al costo del denaro di rimanere su soglie davvero molto convenienti.

Il tasso medio applicato ai mutui a 30 anni, a tasso fisso, sono diminuiti al 4,32% nella settimana terminata l’11 agosto, contro i 4,39 punti percentuali riscontrati una settimana prima. In calo anche i tassi di interesse applicati alle scadenze inferiori, con quelli a 15 anni che ad esempio sono diminuiti ai 3,5 punti percentuali, contro i 3,54 punti percentuali della settimana precedente, come confermato ulteriormente da Freddie Mac.

Immobiliare cinese, lo stop alla crescita dei tassi farà crescere i prezzi?

 Proprio quando sembrava che la crescita poderosa dei prezzi delle case nell’immobiliare cinese avesse iniziato una fase di rallentamento, giungono all’orizzonte nuovi dubbi sul futuro andamento dei valori commerciali delle proprietà immobiliari ad uso abitativo del più popoloso Paese asiatico, che nel corso dei prossimi anni potrebbe affrontare un nuovo rally di apprezzamento del mattone locale.

Stando infatti alle indiscrezioni degli ultimi giorni, la Cina, insieme alla Corea del Sud, all’India e ad altre nazioni del continente asiatico, potrebbe accettare di mettere in pausa la propria strategia monetaria di crescita dei tassi di interesse di riferimento, al fine di dar seguito a una sinergica cooperazione globale che possa portare a una stabilizzazione dei mercati finanziari e a un rilancio degli equilibri mondiali.

Rinegoziazione mutuo prima casa: detrazione interessi a maglie larghe

 Nell’ambito della rinegoziazione di un mutuo, legato solo ed esclusivamente alla prima casa, la detraibilità degli interessi è ammessa anche per quelli che maturano sul conto corrente accessorio. A farlo presente nella giornata di ieri, martedì 12 aprile 2011, è stata l’Agenzia delle Entrate con un’apposita risoluzione, la numero 43/E, che introduce quindi la detrazione degli interessi a maglie larghe sui finanziamenti ipotecari per la prima casa ad uso residenziale. In particolare, la risoluzione diffusa ieri dall’Amministrazione finanziaria dello Stato fa seguito ad una richiesta formulata direttamente dall’ABI, Associazione Bancaria Italiana, la quale nello specifico ha chiesto alla Entrate se, appunto, anche sul conto corrente accessorio gli interessi maturati sul mutuo per la prima casa rinegoziato, per acquisto, ristrutturazione o costruzione di immobili, potessero fruire della detraibilità al 19% ai fini dell’imposta sul reddito delle persone fisiche (Irpef).

Australia, calo delle richieste di mutui

L’Istituto Nazionale di Statistica di Sydney sostiene che i finanziamenti immobiliari richiesti in Australia durante il mese di gennaio a supporto di operazioni di acquisto della prima o della seconda casa, avrebbero conseguito una decisa flessione a causa delle deteriorate condizioni meteo.

Il numero dei finanziamenti per la costruzione o l‘acquisto di appartamenti e unifamiliari è calato di 4,5 punti percentuali rispetto al mese di dicembre, per la prima contrazione riscontrata nel corso degli ultimi sette mesi, e con un picco nello Stato del Queensland, con un – 16,4%.

Altra determinante relativa alla flessione delle richieste di mutui è riconducibile inoltre al calo della fiducia dei consumatori, che nel corso del mese di marzo è ad esempio scesa di 2,4 punti percentuali a quota 104,1 punti.

Stati Uniti, tassi mutui finalmente in ribasso dopo settimane di crescita

Negli Stati Uniti i tassi di interesse applicati dagli istituti di credito locali sulle operazioni di finanziamento immobiliare hanno subito un sorprendente calo, che mette fine a quasi due mesi di incremento pressochè continuo.

Freddie Mac – l’istituto che compie il settimanale monitoraggio sul costo del denaro sui mutui – ha infatti affermato che nell’ultima settimana i tassi sui mutui a tasso fisso a 30 anni sono calati al 4,77%, contro il 4,86% della settimana precedente.

Certo è che la soglia minima storica toccata nel mese di novembre è piuttosto lontana (4,17%, il minimo da 40 anni a questa parte), ma è altrettanto vero che questo evidenzia un rallentamento piuttosto importante nella strada di superamento del 5%, oramai inevitabile.

Cina, i tassi sui mutui crescono dello 0,25%

La Banca Centrale cinese lo ha fatto ancora. Per la seconda volta dal 19 ottobre, l’istituzione monetaria del gigantesco Paese asiatico ha fatto sapere di aver incrementare il costo del denaro, con conseguenze che andranno ad avere riflessi diretti sia sui prestiti immobiliari che sui depositi.

Il 19 ottobre scorso, ricordiamo, la Banca Centrale decise di interrompere un silenzio durato quasi un triennio (almeno, per ciò che concerne i tassi ufficiali di riferimento), andando ad incrementare i tassi dello 0,25%; decisione ora replicata, con un apprezzamento del costo del denaro di mezzo punto percentuale (complessivo) da tre mesi a questa parte.

L’obiettivo della Banca cinese è piuttosto semplice: giocare il proprio ruolo nel difficile gioco di contrasto alla speculazione immobiliare, con l’istituzione monetaria e il governo impegnati a ridurre i pericoli di formazione di una bolla di settore all’interno del Paese orientale.

Regno Unito, prezzi case in crescita a ritmo record dal 2007

I prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo nel Regno Unito sono cresciuti, durante il mese di marzo 2010, al ritmo più elevato negli ultimi due anni a mezzo, grazie principalmente al positivo contributo offerto da un livello piuttosto basso dei tassi di interesse applicati dagli istituti di credito locali, che hanno permesso una forte crescita della domanda, in concomitanza con un’offerta non particolarmente estesa.

A ribadire le considerazioni di cui sopra è stata, negli scorsi giorni, Halifax, divisione mutui del gruppo Lloyds Banking. In un comunicato diffuso tramite e-mail, la società londinese ha infatti dichiarato che il costo medio di una casa nel Regno Unito è cresciuto di 6,9 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, giungendo a quota 168.521 sterline (circa 256 mila dollari).

I prezzi sono inoltre più elevati di 1,1 punti percentuali rispetto allo scorso mese di febbraio, e di 9,1 punti percentuali rispetto al punto minimo toccato nell’aprile dello scorso anno. Su base trimestrale, la crescita dei prezzi è stata piuttosto bassa nei primi tre mesi del nuovo anno, con un incremento di 0,6 punti percentuali contro i precedenti tre mesi, quando i prezzi crebbero di 3,6 punti percentuali rispetto al terzo trimestre del 2009.