USA, situazione sempre più tesa per le case pignorate

di Redazione Commenta

Stati Uniti, si mantiene sempre elevato il numero delle case soggette a provvedimenti di pignoramento.

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RealtyTrac sostiene che per l’ottavo mese consecutivo il numero dei provvedimenti di pignoramento immobiliare avrebbero superato quota 300 mila unità: la “colpa” di questa situazione sarebbe riconducibile prevalentemente alla situazione del mercato del lavoro, con la crescente disoccupazione che rende sempre più difficile il soddisfacimento dei debiti dei singoli mutuatari.

E così, nel mese di ottobre, un ammontare totale di 332.292 proprietà immobiliari sono state coinvolte in questo genere di provvedimenti, per una percentuale che rispetto allo stesso periodo dello scorso anno risulta essere superiore di quasi il 19%, e che coinvolge ora un proprietario di immobile su 385.

Per gli analisti del mercato immobiliare nordamericano, questo scenario è una delle cause principali che sostanzialmente terrà a freno i prezzi, con gli istituti di credito che metteranno nel mercato un numero crescente di case.

Basti considerare che già oggi le transazioni immobiliari che hanno ad oggetto delle case oggetto di pignoramento contano per il 30% di tutte le vendite di proprietà ad uso abitativo effettuate nel terzo trimestre; e basti valutare come, grazie a questo genere di operazioni – che hanno un peso pari quasi a un terzo del totale delle compravendite – i prezzi siano calati in media dell’11% rispetto allo scorso anno, per un valore assoluto pari a 177.900 dollari.

E il futuro? Gli osservatori immobiliari non si sbilanciano, ma la data del probabile “turnover” sembra esser stata stabilita nel mese di marzo del 2010. A partire da aprile, quindi, il mercato immobiliare dovrebbe iniziare la sua fase di ripresa, almeno per quanto riguarda il valore delle proprietà. Il tutto, inoltre, andrebbe reso conciliabile con l’andamento del mercato del lavoro. Le previsioni più recenti danno il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti oltre la soglia del 10% per il primo semestre del 2010, anche se non è escluso che le ultime stime possano presto esser riviste in peggioramento.

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