Bolla immobiliare cinese meno probabile

di Redazione Commenta

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Nelle ultime settimane abbiamo trascurato volontariamente quanto accadeva all’interno del mercato immobiliare cinese, attratti e preoccupati da “bolle speculative” che hanno ben più probabilità di scoppiare all’interno del vecchio Continente. Svanito il pericolo di una bolla svizzera, infatti, i timori si concentrano soprattutto in Grecia e in Irlanda e, ancor di più, in Spagna. Ciò non toglie, tuttavia, che il nostro interesse verso il mercato immobiliare cinese permanga ancora: vediamo, pertanto, quale è lo stato di salute del real estate del dragone.

Ad occuparsi di quanto accade nei confini asiatici è stato negli ultimi giorni il magazine Casa24, de Il Sole 24 Ore, secondo cui è sentimento ben comune tra gli operatori e gli investitori del mercato immobiliare cinese che i prezzi delle abitazioni siano ancora troppo alti rispetto ai salari medi. Per tale motivo, sostengono ancora i più, il mercato immobiliare è destinato a calare. Più prima che poi.

Tuttavia non tutti sembrano pensarla così, e le affermazioni di Dmitry Vlasov, senior analyst East Capital ed esperto del mercato immobiliare cinese per la società di gestione, lo dimostrano. “Nonostante il livello delle quotazioni nelle maggiori città della Cina sia effettivamente molto alto” – spiega l’analisita sulle pagine del magazine de Il Sole 24 Ore – “non esiste una reale minaccia di bolla immobiliare del Paese”. Di fatti, sostiene Vlasov nell’analisi di East Capital, una bolla speculativa è tale quando si riscontra “un uso irrazionale e aggressivo della leva finanziaria”.

Uso aggressivo che in Cina non si starebbe verificando, visto e considerato che i mutui ipotecari rappresentano solamente il 16% del Pil, contro il 70% degli Stati Uniti, mentre gli anticipi rappresentano il 40%.

“Inoltre” – si legge su Casa24 – “se il rapporto tra costo delle abitazioni e redditi medi appare squilibrato, questo accade, secondo Vlasov, «perché il reddito medio è in parte sottostimato, dato che nelle statistiche sono considerati molti lavoratori poco specializzati e sottopagati». In ogni caso, il salario non è l’unica risorsa economica su cui i potenziali acquirenti fanno affidamento per comperare casa. Una parte significativa della domanda, infatti, proviene da persone che negli anni 90 hanno ottenuto un’abitazione gratutita (generalmente non di alto livello ma in location centrali e appetibili) da parte del Governo, e che oggi sono intenzionati a rivenderla per acquistarne una più grande e moderna. E ancora, molti giovani sono aiutati da genitori e nonni”.

Qui il focus su Immobiliare Cina giugno 2012.

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