Case e terreni per proteggere il potere d’acquisto

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Case e terreni sono due possibilità ideali per poter difendere efficacemente i propri risparmi e proteggere il capitale dall’inflazione. Cerchiamo di capire quali sono stati i rendimenti passati per coloro che hanno scelto di impiegare del denaro in case e terreni, e comprendere altresì quali siano le opportunità di miglioramento della redditività per il prossimo futuro. A parlarne e illustrarci alcuni interessanti dati statistici è stato, negli scorsi giorni, il quotidiano Libero, che si è soffermato altresì sulla convenienza di puntare direttamente all’estero per monetizzare al meglio i risparmi.

“Sono sempre loro” – esordisce il quotidiano – “i beni-rifugio più amati dagli italiani, ovvero il mattone e il terreno. Investire nella casa conviene ancora, ma occorre correggere il tiro. In alcuni casi, però, il guadagno può valere la tranquillità”.

“I mutui, effetto diretto dello spread” – precisa Libero – “sono sempre di meno e costano sempre di più: di conseguenza, è favorito chi ha più liquidità. Poi però scatta la seconda trappolona: con l’introduzione dell’Imu ci sono troppe tasse, anche sugli affitti. Conclusione: meglio comprare un appartamento in Grecia, Spagna, Irlanda, oppure a Berlino. E chi non ha molto da investire, ha un’altra opportunità: nel 2012 è aumentata del 10% la vendita di immobili in nuda proprietà. L’anziano cede l’appartamento, incassa e continua a viverci”.

E per quanto riguarda i terreni (qui il nostro approfondimento sulle quotazioni dei terreni agricoli)? Tali beni immobili, precisa il quotidiano “si rivalutano del 5% l’anno. Nelle zone più fertili d’Italia investire nella terra vale di più che comperare oro, azioni o diamanti. Ad apprezzarsi maggiormente sono i vigneti nelle zone di pregio e i seminativi al Nord Est, anche se le differenze possono essere abissali: si va dai 1.000 euro per ettaro dei pascoli di Catanzaro ai 40mila nelle pianure più fertili. Ma occhio alle fregature: a decidere i prezzo sono i mediatori”.

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