Comprare case all’asta – aprile 2013

di Redazione Commenta

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Sempre più case finiscono all’asta, e sempre più bassi sono i prezzi di vendita applicati nei confronti di coloro che riescono ad aggiudicarsi un immobile all’incanto. Le prime sedute vanno infatti solitamente deserte, con la conseguenza che il prezzo scende ulteriormente, fino a quasi dimezzarsi. Eppure, nonostante questa straordinaria convenienza, sono tantissime le aste successive che non vengono portate a positiva conclusione.

Stando agli ultimi dati forniti dal Ministero della Giustizia, infatti, solamente nel corso del primo semestre del 2012 gli immobili finiti all’asta sono stati 22.895 unità, con una crescita tendenziale pari al 18 per  cento annuo. A dispetto di questo boom di pignoramenti e di aste, tuttavia, le vendite nel 2012 registrano un calo tendenziale del 4,5 per cento rispetto al 2011 (vedi anche il nostro speciale Pignoramenti 2012: ecco come è andata).

Ma quali sono i motivi che sottostanno questa mancata esplosione delle vendite all’asta? Secondo il magazine Casa 24, de Il Sole 24 Ore, le determinanti non andrebbero certamente ricercate nella mancanza di interesse, visto e considerato che a fare la differenza è spesso la scarsa trasparenza o l’impreparazione di chi intende acquistare tramite questo meccanismo. Considerato che i tribunali sono frequentemente oberati di lavoro, non riescono a dare adeguata promozione alle vendite all’asta, relegandole a una apposita sezione sui loro siti.

A ciò si aggiunga anche il fattore prezzo: è pur vero che i prezzi di case vendute all’asta, con sedute deserte, sono portati drasticamente a diminuire. È altrettanto vero però che i prezzi di partenza sono discretamente elevati e tali da scoraggiare i potenziali acquirenti, e che negli stessi si innesca un meccanismo di continua attesa, auspicando una contrazione molto significativa dei valori commerciali.

La vendita di una casa all’asta rischia pertanto di essere relegata a ultima spiaggia anche per i creditori (fondamentalmente, le banche), che vorrebbero monetizzare il proprio credito in tempi più rapidi, rispetto a quelli garantiti dai tribunali.

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