Mercato immobiliare, costruire case sempre più grandi

di Redazione Commenta

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Anche se il suo mercato immobiliare non sta godendo di un importante stato di salute positivo, la Nuova Zelanda può certamente ben inserirsi all’interno di una tendenza che non sta più assumendo contorni internazionali, e riferibile alla tendenza a realizzare delle abitazioni sempre più ampie ed estese, anche a livello di appartamenti.

Stando a quanto ci comunica una recentissima ricerca della Quotable Value, infatti, la dimensione media delle nuove proprietà immobiliari abitative realizzate nel Paese sarebbe sostanzialmente in aumento, con la principale determinante che sembra essere facilmente riconducibile all’incremento del numero delle stanze da letto rispetto alle abitazioni già costruite.

In particolare, negli ultimi trent’anni la proporzione di nuove case di dimensioni più ampie del trentennio ancora precedente sarebbe cresciuta in maniera considerevole, a discapito tuttavia dell’andamento del mercato delle costruzioni, che ha subito un rallentamento anche nel corso degli ultimi mesi.

Insomma, si costruisce sempre di meno (e la causa sembra in questa ipotesi riconducibile ai più elevati costi delle materie prime che le società di costruzione devono affrontare nel corso della loro vita), ma quando lo si fa – almeno in Nuova Zelanda – si tenta di salvaguardare l’ampiezza delle realizzazioni immobiliari.

Ad esser più precisi, riportiamo i dati della Quotable Value, secondo cui nel 2010 la dimensione media di una casa neozelandese è stata pari a 205 metri quadri, contro i 142,4 metri quadri del 1980. Un bel passo in avanti, caratterizzato dall’incrementante numero di appartamenti che possono disporre di quattro stanze da letto, e di quelle a cinque stanze da letto (con incrementi dal 3% al recente 11%).

Il boom residenziale delle case di grandi dimensioni è ad ogni modo attribuibile soprattutto al dopo 2000, periodo nel quale si registra un forte aumento dei garage realizzati all’interno del perimetro della proprietà immobiliare. Più lenta è invece la crescita dimensionale nei decenni precedenti, e in particolar modo nell’arco temporale 1950 – 1980.

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