Immobiliare Europa: accordo storico per le Associazioni del settore

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Oltre cinquanta Associazioni dell’immobiliare, 51 per l’esattezza, in rappresentanza di ben 28 Paesi, compresa l’Italia rappresentata dalla Fiaip, la Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali. Tutte queste Associazioni nel Vecchio Continente da ora parleranno una sola voce; ad annunciarlo ed a metterlo in risalto è stata proprio la Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali dopo che a Berlino, durante l’European Real Estate Congress 2011, la European Council of Real Estate Professions (CEPI) e la Confederation Européenne de l’Immobilier (CEI), hanno siglato un importante accordo di cooperazione. A regime, tra l’altro, l’accordo prevede che, in linea con il fatto che l’Europa dal fronte immobiliare voglia avere una voce sola, il CEPI e la CEI convergano verso l’unificazione. In questo modo, secondo quanto recita una nota emessa venerdì scorso dalla Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali, si potrà rispondere al meglio alle esigenze del mercato, alle istanze delle Associazioni di categoria e, quindi, dei professionisti, agenti e mediatori creditizi, che operano nel settore.

Secondo quanto dichiarato da Raffale Dedemo, Vice Presidente della Confederation Européenne de l’Immobilier, nel corso del suo intervento all’European Real Estate Congress 2011 di Berlino, l’accordo siglato tra CEI e CEPI è fondamentale da un lato per poter andare ad uniformare, su tutto il territorio europeo, le legislazioni presenti, e dall’altro per andare ad innalzare gli standard minimi dei servizi che vengono offerti dagli operatori del comparto.

Anche Paolo Righi, Presidente della Federazione Italiana Agenti Immobiliari Professionali, a Berlino è intervenuto andando ad illustrare una nuova legge allo studio della Federazione proprio sui nuovi standard minimi dei servizi offerti. Una normativa uniforme su tutto il territorio europeo, tra l’altro, offre il vantaggio non indifferente di contrastare al meglio ogni fenomeno di concorrenza sleale. Basti pensare, proprio in Italia, al fenomeno dell’abusivismo che secondo la Fiaip genera, tra l’altro, un danno all’Erario pari a ben 450 milioni di euro annui.

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