Edilizia e infrastrutture: Patto di stabilità interno frena rilancio investimenti

di Redazione Commenta

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Nell’arco dei prossimi sei mesi le Province italiane potrebbero complessivamente avviare delle opere di natura infrastrutturale e di recupero edilizio per complessivi 3,6 miliardi di euro. A rilevarlo nelle scorse settimane è stata l’UPI, Unione delle Province italiane, la quale, pur tuttavia, ha nello stesso tempo sottolineato come il Patto di stabilità interno freni il rilancio degli investimenti con la conseguenza che ci sono ben 1,6 miliardi di euro di importi da pagare alle imprese del settore delle costruzioni nonostante i lavori siano stati già regolarmente eseguiti.

Nel dettaglio, la Direzione Affari Economici e Centro Studi dell’ANCE, l’Associazione Nazionale Costruttori Edili, mette in evidenza come, nonostante siano presenti dei residui passivi per il saldo dello stato di avanzamento dei lavori, le imprese del comparto aspettano ancora pagamenti per ben 1,1 miliardi di euro per interventi su strade e viabilità; 260 milioni di euro per l’edilizia scolastica; 90 milioni di euro per interventi effettuati su edifici di proprietà; 70 milioni di euro per opere idrauliche e con finalità di difesa del suolo; ed infine altri 100 milioni di euro ancora da saldare a favore delle imprese di costruzioni per altri settori di competenza come ad esempio la tutela dell’ambiente.

Ed il 9 dicembre scorso, nel corso dell’Assemblea congressuale, il Presidente dell’UPI ha non a caso messo in evidenza come il Patto di stabilità interno non permetta di immettere nel sistema risorse in grado di rilanciare l’economia reale. Basti pensare che ci sono opere, per le quali comunque non c’è per tutte la copertura totale del finanziamento, per ben 2,8 miliardi di euro per viabilità e strade immediatamente cantierabili; ed ancora 400 milioni di euro per interventi di edilizia scolastica, 130 milioni di euro per interventi su edifici di proprietà, 170 milioni di euro per interventi in altri settori di competenza delle imprese di costruzioni; ed infine 150 milioni di euro per le opere idrauliche e per la difesa del suolo. Quest’ultimo ambito è tra l’altro di scottante attualità visti i recenti danni causati in Italia dal maltempo.

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