Imu verso correzione?

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Il ministero dell’Economia non ha affermato di essere disponibile a valutare una possibile correzione dell’imposta municipale unica sugli immobili. “Credo che l’idea di una riflessione sull’Imu e sulla distorsione evidente di un’imposta locale che viene poi assegnata all’Erario possa essere oggetto di una correzione” – ha dichiarato il direttore del Dipartimento delle Finanze del Tesoro, Fabrizio Lapecorella, durante una recente audizione alla Camera sulla delega fiscale, all’interno della quale è stato possibile fare il punto sulla pressione fiscale del comparto immobiliare.

“L’Imu, che dovrebbe fruttare nel 2012 poco più di 20 miliardi contro i quasi 10 della vecchia Ici, è un’imposta nominalmente comunale ma la manovra correttiva di dicembre prevede che metà del gettito riscosso sulle case diverse dall’abitazione principale vada all’Erario” – riporta l’agenzia Reuters – “In diverse occasioni il sottosegretario al Tesoro e responsabile della politica fiscale di Via XX settembre, Vieri Ceriani, ha ipotizzato di rivedere la struttura dell’imposta”.

Per quanto concerne le ipotesi allo studio, si è parlato di dare tutta l’Imu ai comuni in cambio di minori trasferimenti erariali, oppure dividere l’imposta in due tranche, di cui una direttamente riscossa dallo Stato e una dai Comuni.

“Lapecorella” – ha dichiarato Reuters – “ha difeso l’introduzione dell’Imu dicendo che in Italia “il reddito disponibile è meno concentrato della ricchezza immobiliare totale”. In più, “in Italia la tassazione immobiliare è più bassa rispetto ad altri paesi europei”, ha aggiunto la dirigente del Tesoro. In base del 2011 citati in audizione, la tassazione sugli immobili pesa in Italia per lo 0,6% del Pil contro il 2,4% della Francia, il 3,1% degli Stati Uniti e una media dell’1,1% per tutti gli Stati aderenti all’Ocse. Con i 20 miliardi dell’Imu “supereremo l’1% e raggiungeremo la media Ocse”, ha concluso Lapecorella”.

Il fisco immobiliare italiano non sarebbe pertanto così gravoso come nel resto dell’area euro. Rimane ora da comprendere in che modo reagiranno i costruttori a tali considerazioni.

Qui il focus sulla pressione fiscale immobiliare 2012.

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