Mercato immobiliare Sardegna stato di salute degli immobili

di Redazione Commenta

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Secondo quanto rivela una recente indagine condotta da Cna Costruzioni, in Sardegna oltre il 21 per cento degli edifici è in stato di conservazione mediocre (19,3 per cento) o pessimo (2,1 per cento). Complessivamente, si tratta pertanto di circa 106 mila edifici con necessità di riqualificazione: eccoe perchè, una delle priorità locali, non può che essere la rivisitazione delle attuali condizioni degli immobili già esistenti.

Stando a quanto ricordava il quotidiano online Sassari Notizie, “il 45 per cento delle famiglie sarde ritiene che un edificio debba essere rigenerato almeno ogni vent’anni e addirittura il 29,5 per cento delle famiglie intervistate lamenta infiltrazioni e crepe nella propria abitazione. Eppure, rileva la Cna, in Sardegna la crisi non permette alle famiglie di investire nella manutenzione: una percentuale inferiore rispetto alla media italiana ha infatti effettuato negli ultimi cinque anni lavori di rinnovo o manutenzione del fabbricato”.

In altri termini, dichiarano i vertici Cna, si tratta di “riconvertire un settore maturo,  dequalificato, incapace oggi di offrire prospettive di lavoro ad un capitale umano altamente professionalizzato rappresentato dai nostri giovani, riposizionandolo secondo la chiave innovativa di una “domanda” che, nel futuro, non guardi al nuovo ma rimetta a nuovo il vecchio. È un’opportunità che la mano pubblica deve cogliere promuovendo questi processi e sostenendo l’iniziativa privata attraverso piani di investimento pubblico-privato, norme premiali e incentivi di scopo” (nel corso delle ultime settimane abbiamo parlato del mercato immobiliare sardo anche con riferimento alla sua imposizione fiscale, con ventilate ipotesi di rimborso Imu per le famiglie sarde).

Ricordiamo che nel territorio nel corso del 2012 – e in questa prima parte del 2013 – è stato confermato il drastico crollo delle compravendite, e come si stia consolidando la tendenza che induce i sardi proprietari di casa (circa l’87 per cento, contro una media nazionale dell’81 per cento) a mantenere la propria proprietà immobiliare, anche se non verte in condizioni ideali.

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