Mutui: aumentano i pignoramenti per insolvenza

di Redazione Commenta

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Nel nostro Paese il 5% delle famiglie che stipula un mutuo poi non riesce ad onorare il pagamento delle rate. Questo è, in particolare, quanto reso noto nelle scorse settimane dalla Banca d’Italia in accordo con un Rapporto basato tra l’altro sui dati consolidati degli anni scorsi, ed in particolare nel periodo antecedente alla crisi finanziaria prima, ed economica ed occupazionale poi. Considerando quindi l’impatto della crisi sull’economia reale, attualmente quel 5% rilevato dalla Banca d’Italia potrebbe essere ben più alto.

A rafforzare tale ipotesi è il recente allarme dell’Associazione Adusbef, la quale in particolare ha fatto presente come nel 2010 i pignoramenti siano cresciuti del 31,8%. A causa dell’insolvenza, alimentata dalla raffica di licenziamenti e di cassa integrazione, i pignoramenti risultano essere nel nostro Paese in costante crescita proprio dall’inizio della crisi.

In accordo con quanto riporta il portale di annunci immobiliari online Idealista.it, l’Adusbef ha sottolineato con preoccupazione come solo nel 2010 le procedure di pignoramento avviate siano state ben 28 mila a fronte di 69 mila case “sigillate” negli ultimi tre anni; questo significa, tanto per rendere l’idea, che negli ultimi tre anni sono state pignorate tante case quante ne ha in Italia una città di medie dimensioni.

A dover far fronte al maggior numero di pignoramenti non è il Sud Italia, ma l’area più produttiva, quella del Nord Ovest con Milano prima tra le città in termini assoluti con quasi 4.900 procedure, mentre lo scorso anno in termini di crescita percentuale svetta Torino con un +55% di pignoramenti a quota 2.627 procedure di pignoramento. E allora, che fare? Ebbene, per l’Adusbef le attese sono tutt’altro che incoraggianti visto che i pignoramenti sembrano destinati ad aumentare a causa di una crisi occupazionale che ancora c’è e si sente; inoltre, da soli il piano famiglie dell’ABI ed il fondo di solidarietà sui mutui per l’acquisto della prima casa non bastano in quanto secondo l’Adusbef sono misure insufficienti.

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