Piano casa: nel Veneto burocrazia ridotta al minimo

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Il “piano casa” nella Regione Veneto è una grande opportunità per il settore dell’edilizia e per il rilancio dell’economia regionale, visto che, tra l’altro, le procedure burocratiche per l’avvio dei lavori sono ridotte praticamente al minimo. A farlo presente è stato Renzo Marangon,  Assessore all’urbanistica ed alle politiche per il territorio della Regione Veneto, il quale sabato scorso a Conegliano ha presentato il “piano casa” che, entro il prossimo 30 ottobre, dovrà essere adottato a livello locale dai singoli Comuni.

L’Assessore, pur tuttavia, è preoccupato del fatto che si pensi che i benefici del “piano casa“, ai fini della fruizione, comportino un eccesso di burocrazia quando invece, come accennato, le norme sono state messe a punto in modo tale che l’avvio dei lavori possa avvenire in tempi ed in date certe.

La Legge regionale sull’edilizia, tra l’altro, permette di ottenere premi di cubatura che diventano ampi quando i vecchi edifici, compatibilmente con le norme sulla tutela del territorio, dell’ambiente e del paesaggio, vengono demoliti e ricostruiti. Di conseguenza, a Conegliano, l’Assessore Marangon ha invitato i Collegi professionali e gli ordini a mettere a punto dei corsi di formazione che garantiscano per gli operatori del settore l’acquisizione delle necessarie ed adeguate conoscenze sul “piano casa” in modo tale da sfruttare al meglio i benefici del “piano casa” con i progetti ed i lavori di ristrutturazione.

La Legge sull’edilizia nel Veneto, messa a punto rifacendosi al “piano casa” del Governo, è stata infatti predisposta in modo tale da aprire il maggior numero di cantieri possibili, con ricadute positive sulle imprese di costruzione, sulla domanda abitativa e sulle famiglie, con queste ultime che, tra l’altro, possono avvalersi anche di un sostegno finanziario. Questo dopo che Cassa di Risparmio di Venezia, e la Cassa di Risparmio del Veneto, hanno annunciato lo stanziamento di un plafond che, nell’ambito dell’applicazione del “piano casa“, è pari a ben 500 milioni di euro e servirà proprio per la stipula dei mutui.

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