Piano Famiglie: rata sospesa per famiglie in difficoltà

di Redazione Commenta

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L’attesa è stata lunga, probabilmente fin troppo ma tra poche settimane, dopo le imprese, anche le famiglie in difficoltà potranno richiedere la moratoria sul pagamento delle rate del mutuo della prima casa.

Nella giornata di ieri, infatti, il comitato esecutivo dell’ABI, Associazione Bancaria Italiana, ha approvato il “Piano Famiglie“; l’esecuzione del Piano, tra l’altro, avverrà dopo che l’Associazione Bancaria Italiana avrà avviato dei colloqui sia con il Governo, sia con Enti pubblici, enti privati ed Associazioni dei Consumatori.

I beneficiari della moratoria, con sospensione del pagamento della rata del mutuo per ben dodici mesi, saranno sia i lavoratori che hanno perso il posto di lavoro, sia quelli in cassa integrazione; ma il beneficio sarà fruibile anche da parte di chi, come ad esempio il libero professionista, l’artigiano o il commerciante, ha cessato a causa degli effetti della crisi economica un’attività di lavoro autonomo, e da quelle famiglie dove si è verificato il decesso di un componente percettore di reddito fondamentale per il sostentamento.

Contestualmente alla possibilità di chiedere la sospensione per dodici mesi del pagamento della rata del mutuo, il “Piano Famiglie“, attraverso l’adesione degli istituti di credito sul territorio, prevede anche la possibilità di fornire accesso al credito alle famiglie al fine di garantire loro i consumi primari, così come saranno promosse iniziative di accesso al credito a favore delle persone in cerca di una nuova occupazione o intenzionate ad avviare delle piccole attività di tipo imprenditoriale.

Nel complesso, il “Piano Famiglie” è un progetto che sarà portato avanti su scala nazionale dopo che già molte banche in questi mesi hanno in maniera autonoma promosso iniziative quali la rinegoziazione e la portabilità dei mutui, l’anticipo della cassa integrazione a seguito di accordi sul territorio con le parti sociali, e fondi di garanzia per l’accesso al credito per le famiglie più bisognose come, ad esempio, il “Prestito della Speranza” nato da un’iniziativa congiunta tra l’ABI e la Conferenza Episcopale Italiana.

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