Prezzi delle case, non si arresta la crisi irlandese

di Redazione Commenta

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I prezzi delle case irlandesi continuano a diminuire, prolungando la grave crisi di mercato che sta colpendo il Paese dal 2007. Anche durante il secondo trimestre, stando a quanto anticipato due siti web del settore, i prezzi immobiliari sarebbero infatti diminuiti, estendendo la contrazione che persiste da oramai quasi quattro anni, e senza lasciare grandi spiragli di ripresa per quanto concerne il breve termine.

Stando ai siti web immobiliari Daft.ie e MyHome.ie, infatti, i prezzi delle case sarebbero diminuiti di 5,1 punti percentuali rispetto al trimestre precedente, incrementando la rapidità del declino dei valori commerciali mediante un trend mai così aspro durante gli ultimi 18 mesi. Più cauta è la previsione di MyHome.ie, secondo la quale i valori commerciali delle case irlandesi avrebbero subito una flessione di circa 4 punti percentuali nel trimestre ora considerato.

Gli analisti sono concordi nel ritenere che, nonostante la fase peggiore della recessione sia già finita, le sfide per il mercato immobiliare rimangano pressoché inalterate rispetto al recente passato. La speranza, sottolinea la DKM Economic Consultants, è che il 2011 possa porsi in maniera più lieve rispetto agli esercizi passati, per quanto concerne il ritmo delle contrazioni dei prezzi della richiesta immobiliare.

I prezzi delle case, in Irlanda, sono diminuiti di circa 40 punti percentuali rispetto ai picchi toccati nel 2007, anno che concluse un decennio di speculazione immobiliare, terminata nella nota crisi finanziaria. L’economia irlandese perse quasi 15 punti percentuali in pochi anni, finendo in una situazione molto critica, dalla quale con enorme fatica cerca di tirarsi fuori in un’ottica di crescita sul medio lungo termine.

Nella capitale Dublino, i prezzi delle case sono diminuiti di 5,2 punti percentuali durante il secondo trimestre. Su base annua il declino è pari al 16,5%, contro il 14% di novembre. I prezzi di Dublino sono ora inferiori di ben 51 punti percentuali rispetto al picco del 2007.

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