Regno Unito, delibere mutui ai minimi da 8 mesi

di Redazione Commenta

Regno Unito, le delibere di approvazione mutui ipotecari sono giunte ai livelli minimi degli ultimi 8 mesi.

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Nel Regno Unito gli istituti di credito hanno approvato un quantitativo di mutui ipotecari mai così basso degli ultimi otto mesi. Si tratta di un passo indietro che ha sorpreso la maggioranza degli economisti, che pur attendendosi una contrazione nelle concessioni di finanziamenti immobiliari garantiti da parte delle banche britanniche, stimavano una contrazione nettamente inferiore rispetto a quella avvenuta nella realtà.

I dati sono stati pubblicati pochi giorni fa dalla massima istituzione monetaria locale, la Bank of England, secondo la quale gli istituti di credito del Regno Unito avrebbero approvato l’erogazione di 48.198 finanziamenti immobiliari ipotecari destinati all’acquisto di una proprietà ad uso abitativo, contro le oltre 58.200 unità approvate nel mese di dicembre, e stime medie degli analisti compresi tra i 49 mila mutui e i 51 mila mutui.

La Bank of England non ha mostrato grandi segni di sorpresa nel commentare questi dati, ricordando come il mercato immobiliare continuerà ad affrontare nuovi aggiustamenti in virtù delle differenti politiche creditizie assunte dalle singole banche britanniche, e come sia veramente difficile poter esprimere delle considerazioni sul futuro a breve termine dello scenario con un ragionevole grado di certezza.

Lo scenario economico complessivo sta comunque migliorando, per lo meno in alcune sue determinanti principali. Tra i più importanti segnali di ripresa, molti provengono dall’industria manifatturiera, che sembra aver intrapreso un ritmo di sviluppo mai così dinamico negli ultimi quindici anni. Bene anche gli ordinativi dall’estero, che sono cresciuti con un trend massimo dal gennaio del 1996.

La grande incertezza che regna nell’area non permette tuttavia di abbracciare facili entusiasmi, con la conseguenza che i principali operatori del settore proseguono nel proprio cauto atteggiamento, sostenendo che il 2010 sarà in ogni caso un anno molto difficile da affrontare, e che il 2011 dovrebbe invece garantire una più comoda ripresa.

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