Imposta unica sugli immobili: 16 miliardi di incassi per i Comuni

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Nell’ambito dell’applicazione della Legge sul federalismo fiscale c’è anche il cosiddetto “federalismo municipale” finalizzato a garantire agli Enti locali una maggiore autonomia fiscale per quel che riguarda le tasse sugli immobili. Ebbene, in base ad un Decreto che il Governo punta ad approvare nelle prossime settimane, nel nostro Paese ci sarà un accorpamento di imposte come quella catastale e di registro, l’imposta ipotecaria, l’ICI, ma non sulla prima casa, che porterà alla definizione di quella che, in base alle ultime indiscrezioni di stampa, dovrebbe chiamarsi “Service tax”. Come cambierà allora lo scenario per i Comuni?

Ebbene, al riguardo la CGIA di Mestre ha effettuato i relativi calcoli e stime da cui è emerso che i cittadini andranno a versare con la “Service tax” 16 miliardi di euro l’anno ai Comuni piuttosto che allo Stato che, a sua volta, provvederà a ridurre i trasferimenti agli Enti locali per lo stesso importo.

Quindi a prima vista la “Service tax” per i Comuni è solo una partita di giro visto che i soldi dei cittadino compiono solo un passaggio in meno per arrivare nelle casse degli Enti locali. Pur tuttavia, il segretario della CGIA di Mestre, Giuseppe Bortolussi, ha sottolineato come aumenterà per i Comuni l’autonomia impositiva e quindi potranno rimodulare le aliquote in base al gettito necessario per garantire i servizi e la loro qualità sul territorio.

Ma è altresì probabile che gli incassi tenderanno ad aumentare visto che i Comuni con la “Service tax” diventerebbero in tutto e per tutto dei soggetti interessati al contrasto dei fenomeni legati all’abusivismo nel settore edilizio. In termini di gettito pro-capite, pur tuttavia, la “Service tax” andrà ad avvantaggiare i Comuni del Nord in virtù di un maggior valore della proprietà immobiliare. Al riguardo la Cgia di Mestre ha calcolato che in Val D’Aosta con la “Service tax” il gettito pro-capite sarà pari a ben 704,2 euro a residente contro i 670,7 della Regione Liguria, i 611,7 euro pro-capite in Emilia-Romagna e, fanalino di coda, i 194,7 euro pro-capite della Regione Calabria.

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