Stati Uniti, prezzi in crescita nelle città più grandi

di Redazione Commenta

Stati Uniti, per Standard & Poor's il numero delle compravendite immobiliari nelle 20 città più grandi degli Stati Uniti sarebbe cresciuto ancora per il quarto mese consecutivo.

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Proseguiamo il nostro focus sul mercato immobiliare statunitense riprendendo un report recentemente pubblicato a cura di Standard & Poor’s. Secondo l’istituto che ha effettuato la rilevazione sul real estate a stelle e strisce, i prezzi delle proprietà immobiliari adibite ad uso di civile abitazione nelle venti città più grandi degli Stati Uniti sarebbero cresciuti per il quarto mese consecutivo durante settembre 2009, dando di fatto agli analisti un’ulteriore conferma del presunto vicino definitivo superamento della recessione del settore.

L’indice C&P/Case-Shiller è infatti aumentato dello 0,27% rispetto al mese precedente, dopo un incremento dell’1,13% nel mese di agosto. Su base annua il decremento rimane comunque piuttosto significativo e al di là delle stime degli analisti (- 9,36%), sebbene si tratti della flessione più lieve dalla fine del 2007.

Standard & Poor’s ha poi confermato i dati relativi alle vendite di case, sostenendo l’incremento già preannunciato negli scorsi giorni dalla National Association of Realtors, e confermando come le principali determinati di questo dato siano stati il programma di aiuti governativi, e il forte calo dei  tassi sui finanziamenti immobiliari.

Standard & Poor’s si è poi soffermata sull’annoso aspetto previsionale, sostenendo che – probabilmente – il 2010 del mercato immobiliare sarà condizionato dall’andamento del mercato del lavoro, con un tasso di disoccupazione previsto in continuo aumento, che potrebbe dar luogo a un eccesso di offerta di case sul mercato a causa dei provvedimenti esecutivi sui mutuatari insolventi.

Per quanto riguarda infine le case non nuove, ricordiamo come negli scorsi giorni la National Association of Realtors abbia sostenuto un incremento del livello delle vendite verso valori massimi da oltre due anni: una tendenza che è stata confermata dal trend nelle città più grandi degli Stati Uniti, dove le case “usate” hanno contribuito in maniera significativa al rilancio delle transazioni sull’immobiliare locale.

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