Affitti immobili Comune Bologna

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Il Comune di Bologna ha quasi 400 immobili vuoti e inutilizzati. Locali a volte piccoli e da ristrutturare, a volte in grado di essere utilizzati in maniera più congrua. Ma, in ogni caso – affermano dal Comune – sfitti poiché “nessuno li vuole”. A lanciare la notizia un approfondimento compiuto dall’edizione online de La Repubblica – Bologna, che riprende un contesto fin troppo simile a quanto avviene in altre aree d’Italia, dove il patrimonio comunale e pubblico presenta ampi margini di ottimizzazione.

Stando all’indagine conoscitiva effettuata, in altri termini, vi sarebbero quasi quattrocento immobili di proprietà del Comune sono sfitti, in attesa di lavori di ristrutturazione o semplicemente inutilizzati. Un censimento – quello degli spazi vuoti – che evidenzia come, si legge nel quotidiano, “la maggior parte degli immobili (151 su 385) non possono essere messi sul mercato perché inagibili (sono 32), in attesa di ristrutturazione, in degrado manutentivo (100) o inutilizzabili. Ne esistono poi altri 91 completamente inutilizzati” (vedi anche Mercato immobiliare Bologna 2013).

Esiste pertanto solo una quota minoritaria, pari a 41 immobili, che potrebbe essere realmente posta sul mercato immobiliare. Ma come cercare di sfruttare adeguatamente questo patrimonio?

Secondo quanto riporta l’agenzia Dire, Sinistra Ecologia Libertà avrebbe proposto un concorso di idee: “Bisognerebbe creare un canale di comunicazione per far sapere che esistono, in modo che chi è interessato possa presentare un progetto e magari, ristrutturarli” – afferma la capogruppo Cathy La Torre.

Ad ogni modo, non sembra esservi facile soluzione al problema, con il Comune che, dal canto suo, conferma il massimo impegno nella risoluzione della situazione. Stando a quanto riportato ancora sul quotidiano, Raffaela Bruni, del Settore Patrimonio, avrebbe in merito ricordato come la maggioranza di quegli spazi “non li vuole nessuno”, perché “sono piccoli o nei seminterrati, o completamente da ristrutturare, non hanno bagni e i lavori costerebbero troppo per una associazione” (vedi anche Case di proprietà di persone non residenti).

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