Australia, mutui in calo del 3,9% a giugno

di Redazione Commenta

In Australia la domanda di mutui per acquisto o costruzione casa è in calo, ma gli analisti sono ottimisti sul futuro a medio termine.

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I finanziamenti immobiliari approvati dagli istituti di credito dell’Australia durante il mese di giugno hanno subito una netta diminuzione, dopo aver ottenuto un incremento nel corso del precedente mese di maggio. Il quinto mese dell’anno, con il suo saldo positivo, aveva dato qualche speranza di crescita duratura agli analisti del settore, permettendo di poter riscontrare il primo rialzo del dato negli ultimi otto mesi.

Stando a quanto affermato dall’Istituto Nazionale di Statistica in un comunicato odierno, infatti, il numero di finanziamenti immobiliari concessi dalle banche australiane al fine di supportare operazioni di costruzione o di acquisto di una proprietà ad uso abitativo (unifamiliare o appartamento), sarebbe calato di 3,9 punti percentuali a quota 46.420 unità rispetto al mese di maggio, quando subirono un incremento di 3 punti percentuali.

A parte qualche breve fase positiva, la domanda di finanziamenti immobiliari per acquisto o costruzione casa ha iniziato a calare dal mese di ottobre 2009. In quel frangente, infatti, la massima istituzione monetaria dell’area diede il via a una serie di aumenti dei tassi di interesse di riferimento sulle operazioni di rifinanziamento, con l’intenzione di evitare che – come accaduto in altri Paesi – la ripresa immobiliare potesse coincidere con la formazione di una bolla di settore.

L’effetto immediato di questi incrementi è stato tuttavia quello di aver provocato una maggiore onerosità delle operazioni di finanziamento immobiliare, che hanno allontanato un discreto numero di potenziali acquirenti dalla conclusione di transazioni finanziarie di tale natura.

Gli osservatori locali continuano tuttavia ad essere sostanzialmente ottimisti circa il futuro a medio termine del real estate australiano, ribadendo i buoni dati fondamentali da cui può partire l’economia e, in particolare, una situazione del mercato lavorativo in positiva evoluzione, con un tasso dei disoccupati che è circa la metà di quello statunitense.

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