Case fantasma: giro di vite sulla rendita catastale

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Volenti o nolenti, per i proprietari delle cosiddette “case fantasma“, è in arrivo il calcolo della rendita che, in assenza di una regolarizzazione entro le prossime settimane, individua in tutto e per tutto una rendita catastale presunta. Nei mesi scorsi, lo ricordiamo, la stampa nazionale ha messo in gran risalto quanto rilevato e comunicato dall’Agenzia del Territorio che, attraverso delle rilevazioni aeree, ha “scovato” in giro per l’Italia dopo un lungo e duro lavoro alcuni milioni di case sconosciute al catasto.

Ebbene, come riporta il portale di annunci immobiliari online Idealista.it, in accordo con un articolo apparso sul “Sole 24 Ore”, i termini affinché i proprietari di immobili fantasma possano mettersi in regola sono quelli del 31 dicembre 2010. Oltre tale data, scatta in sostanza in maniera forzosa, quantomeno per le case fantasma rilevate, l’attribuzione di una rendita catastale.

L’evasore immobiliare, quindi, volente o nolente inizierà ad essere potenzialmente passibile di sanzioni; e se l’immobile, oltre a non essere conosciuto al catasto, è anche abusivo? Ebbene, in questo caso per l’evasore “catastale” la regolarizzazione diventa un’arma a doppio taglio visto che a quel punto la casa fantasma potrebbe da un giorno all’altro non esserci più in quanto a rischio di demolizione. Ma quante case ci sono in Italia che sono abusive e nelle quali da tanti anni ci vivono delle famiglie?

Ebbene, è lecito supporre che queste non siano poche, ragion per cui l’avvio di un piano di demolizione a tappeto di “case fantasma” andrebbe tra l’altro a scontrarsi con problemi di natura sociale ed abitativa. L’irregolarità a livello urbanistico e l’evasione fiscale passerebbero quasi in secondo piano di fronte magari a centinaia di migliaia di famiglie che, pur essendo nel torto, si ritroverebbero senza un tetto. E’ chiaro quindi che la questione è complessa e di pertinenza del Governo, ma anche dei Comuni che meglio di tutti conoscono il territorio.

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