Stati Uniti, nuovo incremento dei pignoramenti

Dal mercato immobiliare statunitense, giungono e si sovrappongono nuove brutte notizie. I dati ufficiali relativi all’andamento dei pignoramenti sostengono infatti che durante il terzo trimestre dell’anno la situazione sarebbe significativamente peggiorata.

Più nel dettaglio, le procedure di pignoramento formalmente concluse nella terza parte dell’anno sarebbero state quasi 245 mila, con un incremento rispetto al trimestre precedente che è pari addirittura a 11,2 punti percentuali, con le nefaste conseguenze che ciò porterà dietro.

Complessivamente, sostiene un’analisi di Moody’s, vi sarebbero pertanto ben 1,8 milioni di case pignorate sul mercato immobiliare statunitense, in relazione alle sole procedure avviate o concluse nell’anno recentemente conclusosi, e con un trend che porterà il volume del 2011 a subire nuovi incrementi.

Stati Uniti, prezzi case ancora in ribasso

Altro ribasso dei prezzi delle case nel mercato immobiliare statunitense. L’indice di riferimento S&P / Case-Shiller fa infatti segnare un decremento di 1,3 punti percentuali ad ottobre rispetto al mese precedente, con un declino annualizzato del 15% e di 0,8 punti percentuali su base annua.

L’indice, realizzato monitorando l’andamento delle principali 20 aree metropolitane del Paese, segnala altresì un decremento pressoché omogeneo – almeno su base mensile – di tutte le zone urbane considerate elemento integrante per la realizzazione dell’indicatore.

Delle 20 aree metropolitane assunte come riferimento, inoltre, ben sei mercati hanno raggiunto il loro livello minimo da quando è iniziata la crisi del mercato immobiliare del Paese nordamericano, con picchi in ribasso a Miami, Seattle, Tampa, Atlanta e Portland.

Stati Uniti, novembre terzo mese consecutivo di crescita delle compravendite

Il mese di novembre, sostengono i dati della National Association of Realtors, è stato il terzo mese consecutivo con volumi di compravendite in crescita per quanto concerne il segmento immobiliare rappresentato dalle proprietà ad uso abitativo già presenti sul mercato.

La National Association of Realtors dichiara infatti che il volume annualizzato delle compravendite di case usate sarebbe cresciuto a quota 4,68 milioni di unità durante il penultimo mese dell’anno; un incremento confermato dai dati consuntivi degli scorsi giorni, che tuttavia non eviterà al 2010 di chiudersi con un record negativo delle compravendite dal 1997 ad oggi.

Gli analisti cercano ora di comprendere quando, il mercato immobiliare statunitense, riuscirà a ritornare in una situazione di sostanziale normalità. Le previsioni spostano l’asticella temporale sempre più in alto, annunciando ora che occorreranno almeno altri due anni perché i livelli delle compravendite possano tornare su soglie ante-crisi.

Canada, uno dei migliori mercati immobiliari del mondo

Il mercato immobiliare canadese è uno dei migliori del mondo. A dirlo è uno studio condotto dalla Scotia Economics, secondo cui il real estate del Paese nordamericano avrebbe conseguito la sesta migliore prestazione tra quelli dei Paesi sviluppati.

Lo studio, denominato Global Real Estate Trends, ricorda tuttavia che nonostante una performance sicuramente degna di nota, il mercato immobiliare canadese avrebbe altresì dimostrato una volatilità maggiore rispetto a quelli di principale riferimento, con un elemento che denoterebbe pertanto minori garanzie di redditività a breve termine degli impieghi in tale comparto.

L’andamento delle transazioni ha poi subito alcuni rimbalzi giudicati anomali, con un buon ritmo durante la primavera e l’inverno, ma con dei crolli oltre le attese durante la stagione estive, dove si registrano tradizionalmente dei rallentamenti, ma con minori proporzioni di quanto riscontrato nella realtà.

Stati Uniti, secondo il NYT i tassi non scenderanno più

Il New York Times è intervenuto recentemente su un argomento piuttosto caro a potenziali compratori di case, banche americane e debitori alle prese con una possibile operazione di rifinanziamento di un precedente mutuo erogato da altri istituti di credito nello stesso Paese nordamericano.

Il prestigioso quotidiano statunitense ha infatti affermato che quello riscontrato l’11 novembre è il tasso di interesse sui mutui a 30 anni più basso mai riscontrato dal Secondo conflitto mondiale ad oggi (anche se Freddie Mac torna indietro – con i suoi dati ufficiali – solo agli anni ’70), e che da quel punto minimo non si può far altro che partire al rialzo.

I primi effetti di tali valutazioni si sono già visti nel corso degli ultimi due mesi, con ben cinque rialzi consecutivi dei tassi di interesse, fino a toccare il 4,83%, oggetto di monitoraggio durante la seconda settimana del mese di dicembre.

Dubai, crisi senza fine, prezzi ancora più giù

I prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo di Dubai continuano a calare, in una crisi che non sembra conoscere alcun termine, per lo meno nel medio e nel breve periodo.

Secondo quanto sostiene un monitoraggio curato dal sito web REDIN.com, infatti, rispetto al mese di ottobre durante l’undicesimo mese dell’anno le vendite delle case dell’area – con una ampiezza di almeno 100 metri quadrati – sarebbero calate di circa 2,3 punti percentuali.

Male anche l’andamento dei prezzi. Su base annua, gli appartamenti tra i 100 e i 150 metri quadrati hanno subito una flessione dei valori commerciali del 6,3% su base annua, per una percentuale che sale addirittura al 7,9% per quanto invece concerne gli appartamenti più grandi, dai 151 metri quadrati in su.

Cina, i tassi sui mutui crescono dello 0,25%

La Banca Centrale cinese lo ha fatto ancora. Per la seconda volta dal 19 ottobre, l’istituzione monetaria del gigantesco Paese asiatico ha fatto sapere di aver incrementare il costo del denaro, con conseguenze che andranno ad avere riflessi diretti sia sui prestiti immobiliari che sui depositi.

Il 19 ottobre scorso, ricordiamo, la Banca Centrale decise di interrompere un silenzio durato quasi un triennio (almeno, per ciò che concerne i tassi ufficiali di riferimento), andando ad incrementare i tassi dello 0,25%; decisione ora replicata, con un apprezzamento del costo del denaro di mezzo punto percentuale (complessivo) da tre mesi a questa parte.

L’obiettivo della Banca cinese è piuttosto semplice: giocare il proprio ruolo nel difficile gioco di contrasto alla speculazione immobiliare, con l’istituzione monetaria e il governo impegnati a ridurre i pericoli di formazione di una bolla di settore all’interno del Paese orientale.

Stati Uniti, ecco cosa dice il NAR per l’immobiliare del 2011

Il 2011 sarà un anno ancora piuttosto deludente per il mercato immobiliare statunitense, con una ripresa tanto attesa che sarà rinviata al successivo 2012, che si candida pertanto ad essere l’anno della vera e propria inversione di tendenza rispetto al deterioramento orfano della crisi economico finanziaria più nera.

La National Association of Realtors segnala infatti che stando alle proprie analisi il 2011 sarà caratterizzato da un prolungamento delle difficoltà che hanno contraddistinto il mercato nell’attuale 2010, e che solo nella sua parte finale si potranno vedere dei segnali più incoraggianti.

A costituire motivo di preoccupazione per la NAR sono soprattutto le scarse operazioni di erogazione di mutui rispetto al passato, segno di una sfiducia e di uno scoraggiamento dei compratori potenziali da una parte, e da ristrettezze più sensibili in termini di politiche creditizie bancarie.

Regno Unito, flusso netto di mutui ai minimi da 10 anni

Stando ai dati forniti dall’Associazione britannica dei banchieri, le erogazioni nette di mutui effettuate dalle banche del Regno Unito avrebbero toccato il loro livello più basso degli ultimi anni durante il mese di novembre, periodo nel quale, con estrema evidenza, la domanda di acquisto di case di nuova realizzazione è drasticamente calata.

Ad ogni modo, i dati non sembrano aggiungere nuove preoccupazioni a quelle esistenti: novembre non è un mese particolarmente propizio per l’acquisto di nuove proprietà immobiliari abitative, e gli elementi forniti dalla BBA sembrano confermarlo.

L’Associazione ha altresì riferito che il flusso netto di erogazioni è cresciuto di 1,5 miliardi di sterline, il più basso incremento su basi storiche da quel + 1,3 miliardi del mese di agosto del 2009.

Stati Uniti, vendite di case in ripresa a novembre

La buona notizia è che secondo i dati affermati dalla National Association of Realtors in un periodico monitoraggio sull’andamento del real estate statunitense, le vendite di case non nuove sarebbero cresciute con un discreto ritmo durante il corso del mese di novembre.

La notizia meno buona è che questo sintomo non è stato accolto con grande entusiasmo, e che gli operatori del settore ritengono che la crisi dell’immobiliare a stelle e strisce sarà più lunga del previsto, chiudendo così il 2010 con un’ottica di pessimismo sul breve termine.

Territorialmente, l’area del NordEst ha conseguito un incremento del 2,7% su base annua a quota 770 mila unità annualizzate vendute, con prezzi pari a 242.500 dollari, oltre 9 punti percentuali più alti di quelli mediamente riscontrati appena un anno fa.

Stati Uniti, rallentano le vendite dei costruttori a novembre

Secondo quanto affermato dal Dipartimento del Commercio del governo federale degli Stati Uniti, le vendite di nuove abitazioni da parte dei costruttori locali sarebbero rallentate – nel corso del mese di novembre – su soglie ben sotto le attese negative da parte degli analisti.

Gli acquisti di case nuove sarebbero infatti incrementate di 5,5 punti percentuali ad un volume annualizzato pari a 290 mila unità rispetto ai 275 mila del mese di ottobre, ma sotto le aspettative degli osservatori americani, che puntavano almeno a quota 300 mila unità.

Il dato si mantiene comunque significativamente al di sopra del recente minimo storico, raggiunto nel corso dell’ottavo mese dell’anno, quando il volume annualizzato di nuove proprietà immobiliari ad uso abitativo vendute negli States toccò quota 274 mila unità.

Regno Unito, mutui casa mai così male dal marzo 2009

Secondo la BBA (la British Bankers’ Association, equivalente della nostra ABI), gli istituti di credito del Regno Unito avrebbero concesso un volume di finanziamenti immobiliari mai così basso dallo scorso mese di marzo 2009, quando l’economia – tuttavia – era in profonda recessione.

Le banche del Regno Unito hanno infatti concesso meno di 30 mila mutui per acquisto casa (per l’esattezza, 29.991 unità), contro i 30.689 mutui del mese di ottobre. Negli stessi istanti in cui la BBA pubblicava tali elementi, un altro studio della HBF (Home Builders Federation) riportava la notizia secondo cui oltre 2,7 milioni di persone under 34 vivrebbero ancora con i loro genitori.

Insomma, emerge da parte dei cittadini britannici la difficoltà ad avere accesso ad un mutuo per l’acquisto di una prima casa, e la situazione di taglio della spesa pubblica introdotta dal governo locale non dovrebbe far altro che peggiorare ulteriormente lo scenario.

Londra, calo dei prezzi delle case di lusso – dic 2010

Secondo quanto sostenuto da una recentissima ricerca condotta dalla società di consulenza Saivlls Plc, i prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo di maggior pregio nell’area metropolitana di Londra avrebbero subito una contrazione durante l’ultimo trimestre del 2010, per la prima volta da un anno e mezzo a questa parte.

Il valore medio di una c.d. casa “di lusso” (cioè quelle che costano oltre un milione di sterline) è infatti diminuito di 0,2 punti percentuali tra il trimestre terminato a settembre e quello terminato a dicembre, portando l’incremento del 2010 a + 4,6% contro l’aumento dell’8,9% relativo al 2009.

Per quanto riguarda le previsioni sul prossimo anno, Savills non sembra essere molto ottimista, stimando che i valori commerciali di queste case così lussuose potrebbero subire una flessione di circa un punto percentuale, a causa dei tagli prodotti dal governo per ridurre il deficit.

Francia, importante ripresa dell’immobiliare commerciale

Un nuovo report curato dalla Cushman & Wakefield sostiene che il mercato degli investimenti nell’immobiliare commerciale sarebbe cresciuto del 41% (su base annua) durante i primi nove mesi dell’anno, per un controvalore delle transazioni che si avvicinerebbe alla importante soglia dei 7 miliardi di euro.

Questo segmento del mercato immobiliare francese, continua inoltre l’analisi della società di consulenza, ha toccato un punto minimo nel 2009, quando il controvalore delle transazioni non riuscì nemmeno a superare i 7,8 miliardi di dollari complessivi, avviando poi una lunga e graduale ripresa dagli inizi del 2010.

Per quanto concerne le attività predominanti nella torta dell’immobiliare commerciale francese, vi sono invero pochi dubbi: a dominare sono infatti ancora gli uffici, che tuttavia hanno perso significative quote di mercato, arrivando – con i loro 3,9 miliardi di dollari – a contare solo per il 58% del mercato, contro il 67% del 2009.