Australia, concessioni edilizie in calo del 6,6%

Le concessioni edilizie approvate in territorio australiano durante il mese di maggio sono calate per il secondo mese consecutivo: il numero delle approvazioni nel segmento, utili per dar seguito a operazioni di costruzione o di ristrutturazione di proprietà immobiliari ad uso abitativo, è infatti calato di 6,6 punti percentuali rispetto al mese di aprile, quando a loro volta subirono una flessione di 11,4 punti percentuali, come confermato da un report diffuso dall’Istituto Nazionale di Statistica di Sydney.

Quanto conseguito nel Paese oceanico è ben peggiore rispetto a quanto previsto dagli analisti di settore, che stimavano un andamento pressoché stabile delle concessioni edilizie.

Lo scenario che si sta delineando in Australia sta alimentando con vigore le opinioni di chi ritiene che la Banca Centrale locale non debba portare in rialzo i tassi di interesse di riferimento, mantenendo pertanto su livelli di relativa convenienza le operazioni di finanziamento immobiliare.

Bulgaria, prezzi delle case di Sofia in flessione

Il prezzo medio di una proprietà immobiliare ad uso abitativo nella capitale bulgara Sofia è calato ancora durante la prima parte del 2010. A sostenerlo, un report recentemente pubblicato ad opera della società di consulenza del settore Colliers International, secondo cui il decremento medio registrato nel corso dei primi sei mesi dell’anno sarebbe pari a 3 punti percentuali, con una flessione su base annua di ben 17 punti percentuali.

Regge meglio il confronto su base annua l’insieme delle aree di maggior pregio della metropoli bulgara. Ad ogni modo, anche nelle zone più esclusive, i prezzi medi delle abitazioni sono in forte flessione, pari a circa 15 punti percentuali. Contrariamente alle zone più periferiche, tuttavia, nel primo semestre non si sono registrate variazioni significative: un elemento che fa pensare che il mercato real estate locale si stia lentamente stabilizzando.

Nei quartieri emergenti di Vitosha, Bukston e Manastirski Livadi, invece, la situazione è decisamente peggiore. In queste aree i prezzi sono calati di 5-6 punti percentuali in soli sei mesi (la prima metà dell’anno in corso), mentre il decremento su base annua sfiora i 20 punti percentuali.

Gran Bretagna, mutui erogati inferiori al previsto

La Bank of England ha recentemente pubblicato un nuovo report inerente il volume di finanziamenti immobiliari concessi dagli istituti di credito britannici durante il mese di maggio, rivelando ai media che le attività delle banche locali sono state inferiori rispetto a quanto atteso dalla maggioranza degli analisti, e che il recupero delle transazioni sul mercato immobiliare d’oltre manica sarà più lungo del previsto.

Gli istituti di credito britannici hanno infatti erogato 49.815 mutui immobiliari destinati all’acquisto di una proprietà ad uso abitativo, contro i 49.818 mutui del mese di aprile. Una stabilità non attesa dagli economisti, che invece scommettevano su un incremento del dato oltre quota 50 mila unità, e prossimo alle 51 mila transazioni (così riportavano le stime apparse su Bloomberg News nei giorni precedenti la pubblicazione del report).

I prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo del Regno Unito sono cresciuti con un ritmo molto basso nel mese di giugno; le novità fiscali (e non solo) che hanno interessato l’area, hanno infatti prodotto un rallentamento nella crescita della domanda, mentre l’offerta di proprietà immobiliari residenziali in vendita è improvvisamente incrementata, oltre le attese degli analisti di settore.

Repubblica Ceca, transazioni immobiliari in calo del 46%

Il volume delle transazioni sul mercato immobiliare della Repubblica Ceca è diminuito di 46 punti percentuali nel 2009 su base annua, a quota 512 milioni di euro (13,2 miliardi di corone ceche). A sostenerlo è l’Associazione per lo Sviluppo del Mercato Immobiliare (ARTN), che ha pubblicato le proprie periodiche considerazioni all’interno dell’analisi annuale denominata Trend Report, edizione 2010.

Nel report sopra ricordato, viene sostenuto che la domanda nel mercato immobiliare sarebbe calata in quasi tutti i segmenti, compresi gli appartamenti, i negozi, gli uffici, i depositi. Ad ogni modo, l’Associazione ha affermato di attendersi un “moderato” incremento degli investimenti nel real estate durante la seconda parte dell’anno, con incremento del numero delle transazioni e del volume di scambio.

Il Presidente dell’ARTN Zdenka Klapalova ha dichiarato inoltre che la ripresa del mercato immobiliare sarà più significativa nel corso degli ultimi mesi dell’anno, grazie ad un’accresciuta fiducia degli investitori privati (e non) e grazie alla migliorata situazione delle banche della Repubblica Ceca, che saranno probabilmente più propense ad erogare crediti destinati al supporto delle operazioni immobiliari.

Londra, scarsa crescita i prezzi delle case di lusso

I prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo di maggiore pregio nell’area metropolitana di Londra sono cresciuti con un ritmo molto lento nel corso dell’ultimo trimestre; secondo quanto ha dichiarato la società di consulenza del real estate Savills, infatti, lo sviluppo riscontrato nell’ultimo periodo è stato il più lieve dell’ultimo anno e mezzo, dopo oltre 12 mesi di buon recupero dei valori immobiliari.

Il valore medio di una proprietà immobiliare ad uso abitativo dal prezzo unitario superiore al milione di sterline (circa 1,5 milioni di dollari) è infatti cresciuto di 0,6 punti percentuali nel secondo trimestre dell’anno rispetto ai primi tre mesi dello stesso esercizio; i prezzi sono invece più elevati di 12 punti percentuali su base annua, rispetto all’incremento su base annua di 17 punti percentuali del primo trimestre.

Secondo le principali previsioni, i prezzi diminuiranno di 4 punti percentuali nel corso del secondo semestre, appesantiti principalmente da un fragile recupero economico e da un inasprimento della pressione fiscale. Complessivamente, dall’inizio dell’anno al 31 dicembre 2010, i prezzi subiranno una flessione pari a 1 punto percentuale, contro un incremento di 8,8 punti percentuali riscontrato nel 2009.

Mutuo Harlem dalla Banca Popolare Pugliese

Il Mutuo Harlem è un particolare finanziamento immobiliare ipotecario disponibile in tutte le filiali della Banca Popolare Pugliese. Tale finanziamento si caratterizza per la presenza di un piano di ammortamento piuttosto flessibile, che lascia al cliente dell’istituto di credito erogante la possibilità di poter alternativamente optare per il tasso di interesse fisso o per il tasso di interesse variabile, a seconda delle evoluzioni delle proprie considerazioni circa la convenienza della prima o della seconda forma tecnica di tasso.

Il finanziamento in questione può essere richiesto per dar seguito a operazioni di acquisto di una proprietà immobiliare ad uso abitativo. Inoltre, può essere domandato per realizzare transazioni di costruzione o di ristrutturazione di una proprietà immobiliare. Ancora, il mutuo può soddisfare le esigenze di sostituzione di un precedente finanziamento in corso di ammortamento, mediante l’effettuazione di una gratuita operazione di surroga attiva.

Il piano di ammortamento partirà in ogni caso con l’applicazione di un tasso di interesse variabile. Nella prima fase, pertanto, il mutuatario si troverà a pagare delle rate di importo mutevole nel tempo, dipendente dall’evoluzione del parametro di riferimento. Il tasso variabile del Mutuo Harlem è infatti calcolato come sommatoria tra un parametro volatile come l’Euribor, e uno spread che rappresenta la maggiorazione stabilita dall’istiituto di credito.

Regno Unito: banche vulnerabili, i mutui potrebbero calare

La Bank of England ha recentemente affermato che le banche inglesi sarebbero ben lontane dall’essere immuni dalle influenze negative potenzialmente determinate dalla crisi del debito di alcuni Paesi europei. Il riferimento più diretto sembra essere quello alla Grecia, dove gli istituti di credito britannici hanno compiuto diversi investimenti, ma non solo: a finire nell’ambito degli scenari della Bank of England è anche la Spagna, mentre Francia e Germania, i Paesi con cui le banche inglesi hanno le maggiori correlazioni, sembrano godere di un migliore stato di salute.

Insomma, stando alle considerazioni della massima istituzione monetaria locale, il pericolo risiederebbe soprattutto nella prossima necessità di rimpolpare la struttura patrimoniale delle stesse banche. La crisi del debito potrebbe incrementare il rischio di instabilità dell’intero sistema, inducendo gli istituti di credito a procedere nell’effettuazione di operazioni di aumento di capitale al fine di fronteggiare al meglio gli eventuali squilibri futuri.

Quanto sopra potrebbe però indurre le stesse banche a restringere ulteriormente le maglie creditizie. A farne le spese non solamente il credito al consumo, ma anche e soprattutto le attività di concessione di finanziamenti immobiliari per scopo acquisto casa, e gli stessi finanziamenti concessi per sostituire precedenti mutui in corso di ammortamento, che attualmente rappresentano una fetta significativa degli impieghi retail degli istituti di credito britannici.

Stati Uniti, tassi sempre più giù – Freddie Mac

Freddie Mac ha recentemente dichiarato in un comunicato stampa che il livello dei tassi di interesse applicati dalle banche operanti sul territorio statunitense sarebbe sempre più basso. Un elemento che potrebbe invogliare i potenziali acquirenti di una prima casa ad approfittare della convenienza economico finanziaria di una attuale transazione, ristrettezze creditizie degli istituti di credito locali permettendo.

Ciò che tuttavia è certo e quantitativo è che i tassi sui finanziamenti immobiliari a 30 anni sono calati al 4,69% nella settimana terminata il 24 giugno 2010, l’ultima che Freddie Mac ha avuto modo di analizzare. Nella settimana precedente, invece, il livello dei tassi era stato pari al 4,75%; il precedente record era invece pari al 3 dicembre 2009, quando i tassi si fermarono al 4,71%.

In calo anche i tassi sui finanziamenti immobiliari di durate inferiori. A titolo di esempio, Freddie Mac riporta che quelli sui mutui a tasso fisso a 15 anni sarebbero ora giungi al 4,13%.

Stati Uniti, l’indice di erogazione mutui cala del 5,9%

La Mortgage Bankers Association ha dichiarato che il proprio indice – che misura il volume di erogazioni di finanziamenti immobiliari – è calato di 5,9 punti percentuali nella settimana terminata il 18 giugno 2010 rispetto a quanto conseguito nel corso della settimana precedente, a principale causa di una forte flessione delle richieste di rifinanziamenti, il cui trend ha assunto connotazioni superiori ai decrementi medi.

Complessivamente, la MBA ha dichiarato che le erogazioni di finanziamenti immobiliari negli Stati Uniti sono calati del 5,9% rispetto ai massimi semestrali toccati nella settimana precedente, con un peso dei rifinanziamenti particolarmente evidente, considerato che le richieste di mutui per sostituzione di precedenti finanziamenti sono diminuite del 7,3% su base settimanale, mentre le richieste di mutui per acquisto casa hanno subito una flessione dell’1,2%.

Il mercato immobiliare – osservano le principali analisi di settore – si sta improvvisamente raffreddando in seguito all’esaurimento dei termini utili per la richiesta del beneficio fiscale di 8 mila dollari in precedenza riservato per tutti gli acquirenti di una prima casa che formalizzassero un preliminare di vendita entro il 30 aprile 2010, e realizzino una compravendita entro la data odierna.

Stati Uniti, vendite di nuove case in forte ribasso

Le compravendite di nuove proprietà immobiliari ad uso abitativo negli Stati Uniti sono calate ancora durante il mese di maggio, per un livello minimo storico record, a causa principale dell’esaurimento del credito fiscale precedentemente predisposto, dimostrando in altri termini che la ripresa del mercato immobiliare non può prescindere dalla presenza di un continuo – almeno per ora – supporto da parte del governo.

Le vendite sono infatti crollate di 33 punti percentuali per un volume annualizzato di 300 mila unità rispetto al mese di aprile; un dato che rappresenta meno della metà di quanto precedentemente stimato dagli analisti consultati da Bloomberg, e che rappresenta altresì il valore minimo dal 1963, secondo quanto confermano i dati diramati ai media da parte del Dipartimento del Commercio di Washington.

Secondo le prime osservazioni con le quali si concorda, l’esaurimento del beneficio fiscale di 8 mila dollari precedentemente previsto per incentivare le compravendite di “prime case” renderà ora la ripresa del mercato immobiliare dipendente in maniera quasi esclusiva dall’andamento dello scenario occupazionale, che influenzerà a sua volta i redditi e il volume dei pignoramenti, per i quali si attendono comunque elementi record per l’intero 2010.

Cina, nessuna bolla immobiliare per ING e UBS

Il mercato immobiliare cinese non sta attraversando una fase di espansione incontrollata, e non vi sarebbe alcune pericolo di formazione di una bolla di settore. UBS Global Asset Management e ING Real Estate Investment Management sostengono infatti che la forte crescita economica e la necessità di una incrementante urbanizzazione supporteranno la crescita dei prezzi nel lungo termine, senza alcun crollo improvviso.

La crescita economica sorreggerà pertanto il mercato immobiliare, e a poco serviranno le misure introdotte dal governo cinese a freno dei prezzi delle case, che sono incrementati con ritmi record nel corso degli ultimi mesi: il divieto di finanziamenti per acquisto di terze case, tassi di interesse più elevati e l’inasprimento di alcuni requisiti per l’acquisizione di seconde case non produrranno pertanto i grandi effetti sperati.

I prezzi delle proprietà immobiliari stanno infatti continuando a crescere in doppia cifra (nel mese di maggio, nelle 70 aree urbane più grandi della Cina, lo sviluppo è stato del 12,4%, dopo il 12,8% del mese di aprile), e il futuro non dovrebbe smentire tale trend storico.

Stati Uniti, dati sulle compravendite di case non nuove – maggio 2010

Negli Stati Uniti le vendite di proprietà immobiliari ad uso abitativo non nuove sono inaspettatamente calate durante il mese di maggio, confermando che – probabilmente – i dati degli scorsi mesi sono stati gonfiati soprattutto per merito del beneficio fiscale che l’amministrazione governativa statunitense aveva predisposto per incentivare l’acquisto di case da parte dei primi acquirenti di proprietà abitative.

Secondo quanto dichiara la National Association of Realtors, infatti, gli acquisti di case già esistenti e presenti sul mercato sono diminuite di 2,2 punti percentuali per un volume annualizzato pari a 5,66 milioni di unità. A tal punto le previsioni per il futuro a breve termine si fanno meno rosee, con una stima di un declino più profondo rispetto a quanto inizialmente previsto dagli osservatori del mercato locale. Gli stessi analisti prevedevano vendite di case non nuove per un volume annualizzato superiore alle 6 milioni di unità.

Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, gli acquisti di case non nuove sono tuttavia cresciuti di 2,7 punti percentuali, con un prezzo medio che è salito della stessa proporzione a 179.600 dollari, rispetto ai 174.800 dollari del maggio del 2009. Il numero di case presenti sul mercato è invece calato di 3,4 punti percentuali a 3,89 milioni di unità.

Giappone, eccesso di costruzioni a Osaka – report Bloomberg

Un interessante approfondimento sul mercato immobiliare giapponese è appena stato pubblico da Bloomberg. Il media americano si è soffermato sulle condizioni del real estate commerciale e d’ufficio di Osaka, il principale centro finanziario nipponico dopo Tokyo, dove le costruzioni di centri commerciali ed edifici ad uso uffici stanno crescendo a dismisura, con altri 560 mila metri quadrati di spazio occupato presto disponibili a tal fine.

Il 2010 potrebbe pertanto diventare uno degli anni boom dell’immobiliare commerciale della zona negli ultimi vent’anni. Il tutto nonostante gli altissimi tassi di proprietà non abitative prive di locatari. Un elemento che non sembra preoccupare eccessivamente i costruttori, evidentemente convinti che nel corso dei prossimi anni si assisterà ad una ripresa molto forte dell’attività del settore immobiliare.

È oramai palese, infatti, che Osaka stia perdendo quel grande appeal che aveva esercitato nei confronti di investitori nazionali e stranieri nel corso degli anni ’90, quando si poneva come principale scelta alternativa a Tokyo. Molte società – anche finanziarie – spostarono la propria sede nella seconda città del Giappone; una scelta che sembra non aver pagato, tanto che si intravedono i primi movimenti in senso inverso, con un ritorno alla capitale.

Cina, la Banca Mondiale lancia nuovo allarme

La Banca Centrale Cinese ha dichiarato che il Paese ha urgente necessità di porre un freno alla fortissima crescita dei prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo della nazione, che specialmente in alcune località metropolitane hanno raggiunto dei ritmi di incremento davvero notevoli (basti considerare lo sviluppo dei prezzi, superiore al 50% su base annua, di Hainin e dintorni).

La preoccupazione della massima istituzione monetaria del Paese asiatico è presto giustificata: il timore non è solamente relativo alla possibile creazione di una bolla di settore, ma è soprattutto quello legato a un “contagio” di tale forte crescita dei prezzi dal settore immobiliare agli altri settori, anche non direttamente collegati a quello del real estate, con le ovvie conseguenze in termini inflazionistici.

Il settore immobiliare è d’altronde uno dei settori trainanti dell’economia cinese, e allo stesso sono attribuibili buona parte delle colpe del possibile (e probabile) errore di valutazione del target inflazionistico da parte del governo cinese. Pechino aveva infatti auspicato che durante il 2010 l’inflazione potesse rimanere al di sotto del 3%. Attualmente, i dati al 31 maggio ci comunicano invece che l’inflazione è già al 3,1%, e che il trend dovrebbe altresì inasprirsi con il passare dei mesi.