Prezzi case, a Londra nuova crescita record

I venditori di proprietà immobiliari ad uso abitativo di Londra avrebbero alzato ulteriormente i prezzi all’offerta durante il mese di giugno, cercando di sfruttare il trend di ripresa del real estate locale. A dirlo l’ultimissima ricerca di Rightmove Plc, che come ogni mese monitora i comportamenti di domanda e di offerta del mercato immobiliare londinese e dell’intero Regno Unito.

Stando alla ricerca della società di consulenza, i prezzi medi richiesti per dar seguito a un’operazione di vendita di un’unità abitativa nella capitale sarebbero cresciuti di 2,2 punti percentuali a giugno rispetto a quanto richiesto nel precedente mese di maggio. In cifre assolute, il prezzo medio al quale viene conclusa una transazione di compravendita è così salito a quota 429.597 sterline britanniche.

Rightmove precisa inoltre che Londra avrebbe conseguito delle performance significativamente superiori al resto della nazione, dove i prezzi sono cresciuti di meno della metà dei 0,7 punti percentuali di sviluppo dei valori immobiliari riscontrati nel mese di maggio. I prezzi medi in Gran Bretagna sono così superiori di 5 punti percentuali rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, ma ancora nettamente inferiori al picco toccato a maggio del 2008.

Regno Unito, affitti dei negozi ancora troppo alti – Colliers

I proprietari di unità immobiliari commerciali nel Regno Unito potrebbero aver bisogno di abbassare ulteriormente i canoni di locazione applicati nei confronti dei locatari, perchè la spesa dei consumatori privati cresce con ritmi molto lenti, comprimendo al ribasso l’intero settore delle vendite al dettaglio, che potrebbe non essere in grado di colmare il gap tra domanda e offerta attualmente sussistente.

Secondo i dati rilasciati pochi giorni fa dalla società Colliers International, infatti, i canoni di locazione nel Regno Unito sarebbero calati di 1,5 punti percentuali nei dodici mesi terminati a maggio 2010, contro una flessione di 11,5 punti percentuali nell’anno precedente. Una contrazione che è pertanto in fase di rallentamento, ma che potrebbe non essere l’anticamera di una ripresa degli affitti nel breve termine.

Stando alle principali considerazioni oltremanica, il recupero del segmento retail non arriverà prima di altri 12 mesi. Questo potrebbe voler dire che i canoni di locazione saranno costretti a rimanere compressi su soglie contenute anche durante il 2011, prima di ripartire nel loro trend di crescita con decorrenza 2012.

Regno Unito, mutui in crescita a maggio

I finanziamenti immobiliari ipotecari concessi durante il mese di maggio in Regno Unito sono cresciuti lievemente. A sostenerlo è la Banca Centrale locale, che pubblica un panel aggiornato nel quale rileva che l’incremento delle concessioni di mutui ipotecari è dovuto principalmente al mantenimento degli stimoli (da 200 miliardi di sterline), programmati dalla stessa istituzione monetaria.

Dopo essersi presa parte del merito del lieve sviluppo del dato, la Banca ricorda che il numero di finanziamenti immobiliari ipotecari è stato pari a 51 mila unità durante il mese di maggio, contro le 48 mila unità del mese di aprile (incremento di 3 mila operazioni circa). Ad ogni modo, il mercato è ancora fortemente sottodimensionato, con qualche eccezione territoriale che presto esamineremo in questo post.

Il dato in leggera crescita relativo ai finanziamenti immobiliari non deve però far dimenticare le proporzioni del segmento in termini più ampi. Ricordiamo infatti come le attuali entità di erogazioni di mutui ipotecari siano circa la metà dei picchi riscontrati qualche anno fa, ai margini iniziali di una lunga crisi creditizia che ha fortemente penalizzato l’andamento dell’economia del Regno Unito.

Cina, prezzi case in crescita record – KF

La Cina ha superato Hong Kong come mercato immobiliare più “caldo” del mondo durante il primo trimestre dell’anno, con i valori delle proprietà immobiliari che sono cresciuti più del doppio di quanto realizzato da qualsiasi altro mercato del pianeta. Ad affermarlo è la società di consulenza Knight Frank, che ha appena pubblicato il proprio monitoraggio trimestrale dedicato agli incrementi dei prezzi più sostanziosi nei mercati real estate internazionali.

Knight Frank rivela infatti che i prezzi delle proprietà immobiliari delle principali metropoli cinesi sono cresciuti del 68% su base annua. Oltre alla Cina, incrementi dei valori piuttosto significativi (ma non dei livelli di Pechino) per Hong Kong, India, Singapore, Australia, Malesia e Indonesia, che hanno permesso all’intera regione Asia – Pacifico di poter contare su sviluppi dei prezzi pari a quasi il 18%.

Il mercato cinese si conferma così come uno dei più appetibili sul fronte internazionale, grazie non solamente a un continuo interesse da parte di investitori stranieri (che tuttavia è ora sconfortato da una serie di vincoli e di soglie all’impiego), ma anche e soprattutto grazie alla forte domanda – in crescita in numerose aree del Paese – alimentata dai flussi di migrazione che dalle zone rurali della Cina stanno conducendo decine di milioni di persone verso le principali zone urbane e industriali.

Stati Uniti, nuovi cantieri in calo a 593 mila

Le società di costruzione hanno avviato un numero piuttosto basso di nuovi cantieri negli Stati Uniti durante il mese di maggio. Secondo gli analisti questo sarebbe un chiaro segno di come il mercato immobiliare sia stato drogato nel corso degli scorsi mesi dalla presenza del noto vantaggio fiscale di 8 mila dollari per gli acquirenti di una prima casa, e di come – senza tale supporto – sia impossibile ipotizzare una ripresa convinta delle attività.

Il bonus fiscale prevede infatti che i potenziali acquirenti di una prima casa effettuino una compravendita immobiliare di un’unità residenziale entro il 1 luglio 2010, a patto che essi abbiano concluso un precedente preliminare di compravendita (o un compromesso equivalente) entro il 30 aprile 2010.

Stati Uniti, erogazioni mutui in crescita del 18%

L’indice di riferimento in materia di concessioni di finanziamenti immobiliari da parte degli istituti di credito operanti nel territorio degli Stati Uniti ha misurato un incremento di 18 punti percentuali durante la settimana lavorativa terminata l’11 giugno. Uno sviluppo decisamente importante, tanto che la Mortgage Bankers’ Association, che cura tale monitoraggio, ha riscontrato in tale elemento dei record massimi recenti.

L’incremento rilevato dall’Associazione è infatti dovuto in grandissima parte al forte aumento che hanno avuto le operazioni di rifinanziamento, cresciute di 21 punti percentuali rispetto al periodo di confronto, contro un aumento di 7,3 punti percentuali delle operazioni di finanziamento a supporto di acquisti di proprietà immobiliari. Nella settimana lavorativa terminata il 4 giugno, le erogazioni di mutui erano in calo del 12,2%.

Le richieste di mutuo per acquisto di una prima casa sono tuttavia in fase di decelerazione. Questo fatto non ha sorpreso gli analisti, visto e considerato che il termine per usufruire del beneficio fiscale sta oramai esaurendo la propria spinta attrattiva; di conseguenza, pare ovvio che il mercato immobiliare statunitense non possa fare a meno di sostegni ulteriori se vuole riprendere quota nel breve termine.

Regno Unito, il mercato immobiliare si rafforza – RICS

Smentendo parte delle analisi concomitanti sullo stesso oggetto di osservazione, uno studio della Royal Institution of Chartered Surveyors dichiara che i prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo nel Regno Unito sarebbero cresciuti ancora, durante il mese di maggio, giungendo ai massimi livelli mai riscontrati dal monitoraggio dell’Istituto negli scorsi quattro mesi, grazie a una ripresa significativa della domanda di settore.

Il numero di agenti immobiliari contattati dal Royal Institution of Chartered Surveyors, che hanno dichiarato che i prezzi delle case hanno ecceduto quanto precedentemente stimato delle rispettive associazioni o società è calato di 22 punti percentuali, contro i 19 di aprile. La proporzione degli agenti immobiliari che ha inoltre dichiarato che il proprio portafoglio case avrebbe subito un aumento è invece salita da 11 punti percentuali agli attuali 21 punti percentuali.

L’Istituto sembra pertanto aver riscontrato una buona dose di fiducia da parte degli operatori del settore, che dovrebbe farsi più incisiva una volta superato lo “scoglio” estivo.

Stati Uniti, l’immobiliare dipenderà dall’occupazione – Harvard

Un report condotto dall’Università di Harvard sostiene che la crescita dell’occupazione sarà il fattore chiave per lo sviluppo del mercato immobiliare statunitense, che potrà estendersi sul medio periodo – e pertanto ben oltre l’esaurimento dello stimolo derivato dalla previsione del beneficio fiscale governativo – solamente nell’ipotesi di significativo miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro.

L’elevato tasso di disoccupazione che sta caratterizzando lo scenario occupazione statunitense, sta infatti altresì mantenendo su soglie eccessive il volume di pignoramenti, scoraggiando il mercato immobiliare dalla formazione di una domanda duratura e sostenibile nel futuro non a breve termine.
 
Il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti è sceso nel corso dello scorso mese, ma è ben lungi dal poter annoverare un equilibrio ottimale. Il livello dei disoccupati è infatti pari a 9,7 punti percentuali a maggio 2010, contro i 9,9 punti percentuali del mese di aprile, come confermato dal Dipartimento del Lavoro nello scorso report datato 4 giugno. Per l’intero 2010, è probabile che il tasso di disoccupazione possa assestarsi intorno ai 9,6 punti percentuali, che rappresenterebbe il livello più elevato dal 1983.

Giappone, calo dei pignoramenti a Tokyo

Nella capitale giapponese, Tokyo, il numero delle compravendite aventi ad oggetto delle proprietà immobiliari precedentemente pignorati sono calati per la prima volta dal 2008. Secondo Sanyo Appraisal Corporation, che ha curato il monitoraggio periodico, il merito di questa flessione da parte del dato è attribuibile alle nuove disposizioni introdotte dal governo locale, che ha predisposto modifiche alle normative in termini di rinegoziazione e di moratoria dei pagamenti.

Ne consegue che, proprio grazie allo sforzo prodotto dall’istituzione governativa giapponese, il numero di proprietà immobiliari e di terreni venduti all’asta in quanto precedentemente pignorati è calato di 17 punti percentuali nel semestre terminato il 31 marzo 2010, per una quota di poco inferiore alle 2.330 unità. Il prezzo al quale sono state concluse le trattative è invece stato fissato in 83,7 miliardi di yen complessivi (al cambio attuale, pari a circa 917 milioni di dollari), l’11% in meno rispetto al semestre terminato il 30 settembre 2009.

Come già introdotto in sede di apertura del presente approfondimento, le banche hanno segnalato un minor numero di crediti deteriorati proprio grazie alle novità finanziarie introdotte dal governo. A tal proposito, la gran parte degli analisti non si attende ora un’inversione di tendenza del dato, per il quale non sono pertanto stimate nuove accellerazioni, per lo meno nel breve o nel medio termine.

Regno Unito, prezzi case in calo per il terzo mese

I prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo nel Regno Unito sono calati ancora, per il terzo mese consecutivo, durante maggio 2010. Il costo medio di un’abitazione in Inghilterra e nel Galles – sostiene una recente ricerca Acadametrics – sarebbe così diminuito di 0,2 punti percentuali a quota 220.352 sterline (pari, al cambio attuale, a circa 323 mila dollari) rispetto al precedente mese di aprile.

Il gruppo che ha condotto la ricerca ha poi modificato sensibilmente i dati relativi ai mesi di marzo e di aprile, che qualche settimana fa sembrava fossero conclusi con un rialzo dei valori delle proprietà immobiliari ad uso abitativo. Acadametrics ha invece revisionato i precedenti report, dichiarando ora che dall’inizio di marzo alla fine di maggio i prezzi delle case nel Regno Unito sarebbero calati in maniera graduale e continuativa.

Acadametrics ritiene ora che il rimbalzo del mercato immobiliare britannico stia subendo un forte rallentamento, rimanendo piuttosto dubbiosa circa le prospettive di recupero nel corso dell’attuale 2010. Anche l’attività bancaria ne sta risentendo, prosegue poi la società di consulenza in un proprio recente comunicato stampa, considerando che – nonostante l’incremento dei mutui concessi ad aprile – il volume complessivo rimanga inferiore di circa la metà rispetto ai volumi del 2007.

Stati Uniti, picco di lavori nei cantieri

Secondo quanto riporta la stampa americana, nei cantieri locali i lavori starebbero seguendo dei ritmi sempre più stringenti, con turni di intensità raramente riscontrata nel corso degli ultimi tre anni. Il motivo è abbastanza semplice: è necessario infatti completare i lavori entro la fine del mese di giugno per permettere agli acquirenti di poter usufruire del noto beneficio fiscale pari a 8 mila dollari per le prime case.

Ricordiamo infatti che, per ravvivare il mercato immobiliare locale, l’amministrazione governativa Obama predispose un bonus di 8 mila dollari per gli acquirenti di una proprietà immobiliare da destinare come prima abitazione. Il requisito era tuttavia quello di siglare un contratto (anche preliminare di vendita) entro il 30 aprile, e formalizzare la transazione definitiva entro il 1 luglio del 2010.

Quanto sopra sta conducendo le società di costruzione americana ad accelerare i tempi di chiusura dei cantieri, affinchè lo sfruttamento del beneficio di cui sopra (che ha indotto, a sua volta, tantissimi acquirenti ad affrettarsi nella conclusione di un compromesso di vendita) non vada sprecato negli argini temporali della burocrazia.

Stati Uniti, pignoramenti in crescita del 44%

I pignoramenti di case negli Stati Uniti hanno raggiunto un livello record per il secondo mese consecutivo durante maggio 2010, con incrementi che hanno coinvolto tutti gli Stati monitorati dalla ricerca. A dichiararlo è stata, negli scorsi giorni, la società di consulenza Realty Trac, secondo cui i pignoramenti sarebbero cresciuti di 44 punti percentuali rispetto al mese di maggio 2009, per un volume complessivo di 93.777 unità.

Stando a quanto dichiarato dalla stessa compagnia, inoltre, il secondo trimestre del 2010 si appresta oramai a divenire il trimestre “nero” per eccellenza in materia di pignoramenti immobiliari. Il mese di aprile e il mese di maggio sono infatti stati due periodi fortemente negativi per questa variabile, e se anche il livello di giugno dovesse ripercorrere il trend tracciato dal quarto e dal quinto mese dell’anno, non ci sarebbero spazi per i dubbi.

A preoccupare è tuttavia lo sviluppo nel medio termine. Il dato non accenna infatti ad allentare la propria gravità, e sembra anzi sempre più probabile che il record che verrà battuto dal secondo trimestre del 2010 possa essere superato già nel corso del terzo trimestre dell’anno, o dell’ultimissima parte di questo esercizio, che verrà ricordato come il più negativo per ciò che concerne l’attività pignoratizia.

Australia, investimenti immobiliari stranieri in buona crescita

Gli investitori stranieri stanno concentrando crescenti attenzioni sul mercato immobiliare australiano, specialmente per ciò che concerne il segmento commerciale. CB Richard Ellis sostiene infatti che, guidati da uomini d’affari asiatici, ingenti capitali starebbero giungendo all’interno dei confini australiani, con destinazione il mercato real estate locale, definito come un mercato sicuro e dal grande potenziale.

CB Richard Ellis, a sostegno delle proprie tesi, dichiara che circa il 70% delle operazioni di compravendita che hanno riguardato immobili commerciali e, in particolar modo gli uffici, sono state effettuate per ordine di investitori esteri. In totale, si tratterebbe di un impiego complessivo di circa 50 milioni di dollari australiani (41 milioni di dollari statunitensi) per intervento, per un valore globale di 2,4 miliardi di dollari locali nei 12 mesi terminati l’8 giugno 2010.

La compagnia definisce in un recente comunicato stampa il mercato immobiliare australiano come un “mercato sicuro con grande potenziale di crescita, trasparente”, osservando l’arrivo di “un numero crescente di delegazioni asiatiche nel Paese”, evidentemente interessate ad allocare liquidità in destinazioni maggiormente sicure come quelle relative al real estate del Paese oceanico.

Prezzi immobiliari commerciali in ripresa nel segmento del lusso

Colliers International sostiene che i canoni di locazione delle proprietà commerciali di maggior pregio potrebbero presto subire un corposo incremento, dopo due anni di stallo o di declino a causa della crisi economica internazionale. I canoni di locazione nelle strade dello shopping internazionale sono inoltre calati in maniera non omogenea nel corso del primo trimestre, portando all’attenzione qualche novità nella classifica delle aree più lussuose.

A causa di quanto sopra, perde la leadership della lussuosità la Fifth Avenue di Manhattan, fino a poco tempo fa strada commerciale più cara del mondo. A Fifth Avenue i canoni di locazione sono diminuiti di 11 punti percentuali, retrocedendo dietro gli Champs Elysees di Parigi, ora area commerciale di maggior pregio a livello globale, e non solamente europeo come accadeva fino alla fine del 2009.

Non è escluso tuttavia che questo record parigino sia destinato a durare solo per qualche frangente, visto e considerato che sono previsti dei buoni investimenti nell’area di Manhattan, che potrebbero rinvigorire il livello dei prezzi di locazione della Fifth Avenue e dintorni. L’economia mondiale dovrebbe d’altronde svilupparsi ad un ritmo superiore al 4% durante il 2010, portando al rialzo gli investimenti commerciali dei principali brand internazionali.