Livelli record per le sofferenze sui mutui per costruzione

Le sofferenze sui mutui immobiliari concessi per la realizzazione di unità ad uso abitativo da parte degli istituti di credito degli Stati Uniti sono cresciute su livelli record durante il primo trimestre dell’anno. A sostenerlo è stato negli scorsi giorni un report della Real Capital Analytics, secondo cui tale proporzione avrebbe oramai toccato il 4,6%, raddoppiando la soglia toccata nello stesso periodo dell’anno precedente.

In particolare, la società di consulenza immobiliare rivela che le sofferenze sui finanziamenti destinati alla costruzione di appartamenti sarebbero salite al 4,4% nel primo trimestre dell’anno, rispetto al 2,4% conseguito durante lo stesso periodo dello scorso esercizio. In crescita anche le sofferenze sui mutui ad utilizzo commerciale, che comprendono finalità immobiliari legate a uffici, negozi, alberghi e strutture ricettive, progetti industriali.

Il dato, proseguono gli analisti della Real Capital Analytics, andrebbe letto con le altre informazioni sullo stato di salute dell’immobiliare residenziale e commerciale degli Stati Uniti. La recessione globale ha infatti ridotto fortemente la domanda per proprietà immobiliari ad uso abitativo, uffici, negozi di vendita al dettaglio, hotel e magazzini, in maniera pressoché continuativa durante gli ultimi due anni.

Taglio ai mutui commerciali nel Regno Unito

Nel Regno Unito gli istituti di credito stanno fortemente riducendo il proprio impegno a erogare finanziamenti immobiliari non solo ad uso residenziale, bensì anche ad uso commerciale. Secondo quanto rivela una recentissima ricerca condotta dalla De Montfort University, infatti, i prestiti immobiliari commerciali si sarebbero ridotti del 69% durante il 2009, a causa di una maggior prudenza delle banche verso gli impieghi finanziari.

E così i nuovi finanziamenti immobiliari ad uso commerciale sono calati nel corso dell’ultimo anno a quota 15,1 miliardi di sterline (pari, al cambio attuale, a poco meno di 22 miliardi di dollari), rispetto ai 49,2 miliardi di sterline conseguiti dagli istituti di credito durante il 2008. A rivelarlo, lo studio dell’istituzione inglese, che ha consultato durante le ultime settimane 59 tra i maggiori finanziatori del settore.

Stando alle principali osservazioni derivanti dalla pubblicazione di questi dati, gli istituti di credito avrebbero timore nel concedere finanziamenti destinati a tali finalità, sulla scia di quanto è accaduto negli scorsi anni, quando una buona parte degli impieghi verso operazioni immobiliari di natura commerciale si è rapidamente deteriorata, generando ingenti perdite nei bilanci degli istituti bancari e finanziari.

Stati Uniti, buoni dati dalla vendita di case usate

 

Nel mese di aprile le compravendite di case non nuove sono cresciute di una proporzione inaspettata nel mercato immobiliare statunitense: stando a quanto rivela la National Association of Realtors, infatti, l’incremento è stato di 7,6 punti percentuali, per un volume annualizzato di 5,77 milioni di unità. Un dato sicuramente molto positivo, che tuttavia contiene aspetti sui quali vale la pena di soffermarsi.

Ricordiamo infatti come il 30 aprile 2010 fosse l’ultimo giorno utile per presentare la domanda finalizzata all’ottenimento del beneficio fiscale di 8 mila dollari che l’amministrazione governativa statunitense aveva riservato per i potenziali acquirenti di una prima casa. È pertanto probabile che verso l’avvicinarsi di quella data siano stati anticipati discreti volumi di transazioni di compravendita di immobili abitativi.

Un altro dato sembra inoltre candidarsi per poter influenzare in maniera significativa i prezzi delle case nel corso delle prossime settimane. Rileviamo infatti come il numero di case presenti sul mercato sia cresciuto ulteriormente, spinto da un’offerta particolarmente rinvigorita negli ultimi giorni. Questo, insieme all’incrementante volume di pignoramenti immobiliari, potrebbe influenzare al ribasso i valori delle proprietà abitative.

Gli analisti sembrano tuttavia abbastanza ottimisti circa il futuro andamento del mercato immobiliare per quanto riguarda il volume di transazioni concluse. È tuttavia necessario che, per avverare le aspettative più positive, due determinanti siano verificate agevolmente nei prossimi mesi.

Strade dello shopping, crescono gli affitti

Secondo quanto rileva una recentissima ricerca condotta e pubblicata ad opera di CB Richard Ellis Group, i canoni di locazione dei negozi situati nelle strade dello shopping più famose al mondo avrebbero subito un incremento nel corso del primo trimestre dell’anno, nonostante l’andamento dei ricavi di vendita al dettaglio non sia globalmente facendo sorridere più di tanto i titolari di tali esercizi commerciali.

In particolare, la ricerca rivela come i canoni di locazione a Sidney e a Londra abbiano subito un significativo incremento, mentre quelli delle principali strade commerciali di Parigi e Hong Kong siano rimaste sostanzialmente stabili, subendo solo dei leggeri incrementi. New York si conferma invece come la città con gli spazi commerciali più cari al mondo, con alcune ottime performance nelle zone di maggior pregio.

Ancora più nel dettaglio, CB Richard Ellis Group rivela come la Fifth Avenue di Manhattan abbia conseguito una crescita dei canoni di locazione di 5,2 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Globalmente, gli affitti a New York sono comunque inferiori di 4,2 punti percentuali rispetto allo stesso trimestre del 2009.

Erogazioni mutui mai così basse da un anno (Regno Unito)

Nel Regno Unito, durante il mese di aprile, le erogazioni di finanziamenti immobiliari ipotecari hanno toccato il livello minimo degli ultimi dodici mesi. I dati riferiti dalla Bank of England, infatti, commentati dalla maggioranza degli osservatori di settore, indicherebbero una rinnovata ristrettezza creditizia da parte degli istituti bancari locali nei confronti delle richieste avanzate dagli acquirenti di prime case.

Stando alla Banca Centrale, il numero dei finanziamenti immobiliari concessi dagli istituti di credito presenti nel Regno Unito durante il mese di aprile 2010 si sarebbe fermato a quota 47 mila unità, contro le 51 mila unità del mese di marzo. Si tratta di una flessione di circa 4 mila operazioni, e del livello più basso mai conseguito dal maggio del 2009.

Dal maggio del 2009 in poi, il sistema bancario ha cercato di supportare le erogazioni di finanziamenti immobiliari destinati all’acquisizione di prime o seconde e case e, pur senza picchi, sembrava aver intrapreso una strada di dipresa. La nuova frenata giunge invece a spegnere i pochi entusiasmi presenti tra gli osservatori, e a ricordare come comunque l’attività concessoria da parte delle banche sia più o meno di metà volume rispetto ai picchi riscontrati prima della crisi finanziaria recessiva.

Dati ufficiali: erogazione mutui statunitensi in calo

Dopo le anticipazioni riportate da alcuni tra i principali osservatori locali, giungono finalmente le notizie ufficiali relative al volume di erogazioni avvenute negli Stati Uniti da parte degli istituti di credito: come stimato da più parti, il numero dei finanziamenti concessi per supportare operazioni di natura immobiliare è calato, nel corso della settimana, trascinato al ribasso soprattutto dalle scarse richieste di mutuo per acquisto di prima casa.

La Mortgage Bankers Association ha infatti rivelato che l’indice rivelatore dell’andamento delle erogazioni di finanziamenti immobiliari ha subito un calo di 1,5 punti percentuali durante la settimana terminata il 14 maggio 2010 (l’ultima alla quale è possibile riferire una verifica ufficiale), con un crollo delle richieste di finanziamento per acquisto di una proprietà immobiliare: – 27% rispetto al periodo di confronto precedente.

Di contro, piuttosto buona – e non è nemmeno questa una sorpresa – appare la prestazione delle erogazioni di finanziamenti in sostituzione di precedenti mutui. Il livello dei tassi di interesse su tali operazioni è infatti sempre più basso, e rende spesso conveniente il rifinanziamento di precedenti esposizioni debitorie: di conseguenza, il volume delle erogazioni su tale tipologia di transazione è cresciuto del 15%.

Calo di domanda per i servizi degli architetti statunitensi

La domanda per i servizi degli studi di architettura degli Stati Uniti, in merito a quanto riguarda il comparto commerciale, sono cresciute nel corso dello scorso mese di aprile 2010 ai massimi livelli dall’inizio del 2008, come confermato dall’American Institute of Architects in un recentissimo report, che dimostrerebbe come, nel corso dell’anno, il business del settore dovrebbe vedere un rapida crescita.

La domanda di settore sta infatti rimbalzando con ritmi significativi nel corso degli ultimi mesi, guidata soprattutto da investitori stranieri, accordi tra il settore pubblico e il settore privato, e attività di ristrutturazione e di rinnovamento di proprietà immobiliari già esistenti.

Tra le quattro macro regioni indagate periodicamente dall’American Institute of Architects, quella nord orientale ha sicuramente chiuso la performance migliore, con un valore dell’indice AIA pari a 51 (ogni valore superiore a 50 indica una fase espansiva del settore). La seconda area con la prestazione migliore è il Midwest, con un valore pari a 49,2, seguita dal Sud (46,5 punti) e dall’Ovest (44,7 punti).

Stati Uniti, stime Bloomberg sulla cantieristica locale

Le società di costruzione immobiliare durante il mese di aprile 2010 dovrebbero aver dato il via al maggior volume di nuove realizzazioni abitative mai riscontrato dal 2008 ad oggi. Secondo la media delle rilevazioni di 76 economisti contattati da Bloomberg, infatti, l’avvio di nuovi lavori sarebbe ammontato ad un’entità annualizzata pari a 650 mila unità, in incremento di 3,8 punti percentuali rispetto al periodo di riferimento precedente.

L’incremento dell’attività cantieristica sembra principale figlia della rinnovata domanda del settore immobiliare, incentivata dalla previsione governativa di un incentivo di 8 mila dollari per gli acquirenti di una prima casa. Incentivo che, ricordiamo, è scaduto il 30 aprile 2010, e prevedeva che a tale data venisse firmato un preliminare di compravendita da formalizzarsi poi anche nei mesi successivi.

Con l’accresciuta domanda di acquisto di appartamenti (nuovi e usati), il numero di nuove unità abitative presenti sul mercato è sceso ai minimi livelli dal 1971, incoraggiando così le imprese di settore a dare il via a nuovi progetti di realizzazione immobiliare. Intanto, a marzo i prezzi alla produzione sono cresciuti dello 0,7%: un dato che, se affiancato a una prossima evoluzione del mercato del lavoro, potrebbe garantire qualche opinione positiva in più sul futuro a breve termine del real estate locale.

Pignoramenti in calo nel Regno Unito

I pignoramenti di proprietà immobiliari ad uso abitativo nel Regno Unito sono calati di 7,5 punti percentuali durante il primo trimestre di quest’anno rispetto a quanto conseguito nello stesso periodo dell’ultima parte del 2009. Il merito andrebbe principalmente ricondotto ai bassi tassi di interesse applicati a finanziamenti immobiliari, che stanno consentendo a un numero crescente di mutuatari di poter onorare senza morosità le proprie rate periodiche.

I dati e le considerazioni di cui sopra si riferiscono a una recentissima ricerca condotta dal Council of Mortgage Lenders, secondo cui gli istituti di credito avrebbero avviato richieste di pignoramento immobiliare su 9.800 appartamenti. Nel corso del quarto trimestre dello scorso anno, invece, le richieste di pignoramenti immobiliari furono pari a 10.600 unità, come confermato dallo stesso gruppo di ricerca londinese in un comunicato stampa recentemente diffuso sui media.

Il confronto è ancor più significativo se effettuato con quanto rilevato nello stesso periodo dell’anno precedente: nei primi tre mesi del 2009, ricorda il Council of Mortgage Lenders, I pignoramenti furono pari a 13.200 unità. Nonostante questi ribassi, il Consiglio è tuttavia fermo sulle proprie stime pari a 53 mila pignoramenti immobiliari entro la fine dell’anno, credendo pertanto che tale trend si inasprirà nella seconda parte del 2010.

Stati Uniti, tassi su mutui a 30 anni al 4,93%

I tassi sui finanziamenti immobiliari concessi dagli istituti di credito degli Stati Uniti sono calati ancora, per la terza settimana consecutiva. Stando a quanto sostiene la rilevazione condotta da Freddie Mac, infatti, i tassi per i finanziamenti a 30 anni hanno subito una flessione al 4,93% nel corso della scorsa settimana – l’ultima alla quale è possibile riferire uno studio ufficiale da parte dell’istituto finanziario americano.

I tassi ritornano così prontamente al di sotto della soglia psicologica del 5% conseguita nella settimana precedente, come confermato da Freddie Mac in un recente comunicato stampa. Oltre alle scadenze più lunghe, anche quelle inferiori sono caratterizzate per tassi portati in deciso ribasso: la scadenza a 15 anni è infatti ora pari al 4,3%.

Secondo quanto riferito dalle principali osservazioni, i bassi tassi applicati sui finanziamenti immobiliari potrebbero accelerare la ripresa del settore immobiliare americano, controbilanciando per il momento l’esaurimento del termine per godere del beneficio fiscale concesso agli acquirenti di una prima casa (8 mila dollari).

Londra, prezzi case verso livelli record

Il gruppo di ricerca Acadametrics ha dichiarato che i prezzi delle proprietà immobiliari dell’area metropolitana di Londra sono cresciuti su livelli record nel mese di marzo, guidati da un forte incremento dei valori nei distretti più prestigiosi della città. I prezzi delle case sono infatti cresciuti di 0,9 punti percentuali rispetto al precedente mese di febbraio, giungendo a quota 378.955 sterline (circa 555.510 dollari statunitensi).

Su base annua, prosegue la ricerca Acadametrics, i prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo sarebbero invece cresciuti di ben 17,3 punti percentuali. Le zone che hanno permesso, con la loro prestazione territoriale, questo forte aumento dei prezzi sarebbero soprattutto quelle riconducibili ai perimetri di Chelsea e di Kensington. Complessivamente, a livello nazionale i prezzi sono cresciuti di mezzo punto percentuale tra marzo e aprile.

Ad ogni modo, il monitoraggio condotto da Acadametrics non può che scontrarsi con altri studi similari, che non sempre danno lo stesso esito. Secondo la Royan Institution of Chartered Surveyors, ad esempio, i prezzi nel mese di aprile sarebbero cresciuti per la prima volta negli ultimi cinque mesi, ma di un ritmo inferiore a quello preannunciato da Acadametrics. Per Halifax, invece, i valori sarebbero addirittura diminuiti di 0,1 punti percentuali rispetto al mese precedente.

Stati Uniti, prezzi case in crescita in 91 città

Stando a quanto sostiene una recente ricerca condotta dalla National Association of Realtors, i prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo sarebbero cresciuti in 91 città degli Stati Uniti durante il primo trimestre dell’anno, grazie a una ripresa di quelle aree maggiormente colpite dai pignoramenti immobiliari durante il 2009, e grazie al credito fiscale, che ha ridotto il numero di unità in vendita.

Tra le aree maggiormente interessate da questa ripresa dei valori immobiliari, National Association of Realtors cita alcuni esempi piuttosto emblematici. Tra questi, la zona di Saginaw, nel Michigan, dove il prezzo di una casa è raddoppiato a quota 60.800 dollari. I prezzi ad Akron, nell’Ohio, sono invece aumentati del 90% a 95.300 dollari, mentre nel Grand Rapids, ancora nel Michigan, l’incremento è stato del 26% a 90.700 dollari.

Al di là di queste particolari evidenze, la National Association of Realtors indica complessivamente un declino della media dei prezzi delle case pari a 0,7 punti percentuali, con speranze di stabilità nel corso dei prossimi mesi. Gli analisti dell’associazione sembrano infatti propensi a pensare che nella seconda parte dell’anno la crescita dell’occupazione e un miglioramento della situazione economica porterà la ripresa immobiliare su ritmi più dinamici.

Regno Unito, prezzi case in rialzo dopo parentesi negativa

Secondo il Royal Institution of Chartered Surveyors, i prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo in Regno Unito sarebbero cresciuti per la prima volta negli ultimi cinque mesi durante aprile, grazie a un clima più favorevole, che ha aiutato la crescita della domanda di settore nell’area ora considerata, che stando alle considerazioni effettuate dall’istituto ha toccato i massimi livelli dal dicembre 2009.

Gli analisti di RICS sostenegono a tal proposito che l’influenza negativa dettata dall’attesa per la tornata elettorale di maggio si è in gran parte spenta: in altri termini, lo scenario di incertezza legato al cambio di governo si sta lentamente dissipando, lasciando spazio a una seconda parte di primavera all’insegna di un rinnovato ottimismo, complice anche – ha ribadito una seconda volta RICS – un clima più mite che sta migliorando le propensioni all’acquisto da parte dei consumatori.

Nei prossimi tre mesi sono inoltre previsti dei concomitanti aumenti nel numero di compravendite e nei prezzi delle case. I sondaggi compiuti dall’istituto di analisi confortano infatti le opinioni di chi crede che il fonto del mercato immobiliare si sia già raggiunto, e che pertanto la seconda parte dell’anno sia un semestre all’insegna di una nuova crescita delle transazioni, e di un andamento più dinamico dei prezzi.

Londra, prezzi case di lusso in aumento su crisi greca

Secondo quanto sostiene una recente ricerca condotta dagli analisti di Knight Frank, il mercato immobiliare del Regno Unito potrebbe presto incrementare rapidamente la propria attrattività nei confronti dei cittadini più ricchi della Grecia che, preoccupati da ciò che accade in patria, sarebbero pronti a investire ingenti quantità di denaro nel real estate d’oltre manica, in virtù del “rifugio sicuro” che tale settore rappresenterebbe nel futuro a breve e medio termine.

Per la società di analisi (che conferma tali considerazioni in un comunicato stampa diffuso via email pochi giorni fa), i cittadini della Grecia peserebbero infatti ora per circa il 6% di tutti gli acquisti effettuati sulle proprietà immobiliari londinesi con un costo superiore alle 2 milioni di sterline (circa 3 milioni di dollari), per una proporzione che è – a ben vedere – il doppio di quanto realizzato in media nel corso dello scorso triennio.

Gli investitori provenienti dalla Grecia starebbero, in altri termini, contribuendo a incrementare sensibilmente la domanda per proprietà immobiliari di lusso. Questo, unito a un’offerta su livelli ancora non convincenti, e grazie anche a una sterline non molto forte, sta spingendo i prezzi delle proprietà più pregiate verso l’alto: secondo Knight Frank, i valor idelle case e degli appartamenti con un costo superiore al milione di sterline sarebbero incrementato di 21 punti percentuali ad aprile, rispetto a quanto conseguito nello stesso periodo dello scorso anno.