Edilizia: investimenti in costruzioni, le previsioni Ance

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Nel nostro Paese il settore delle costruzioni fa fatica a riemergere dalla crisi. E’ questa, in estrema sintesi, la fotografia scattata con un Rapporto sul comparto dall’Ance, Associazione Nazionale Costruttori Edili, la quale in particolare sottolinea come anche nel primo trimestre 2011, dopo un triennio di forti flessioni, gli investimenti in costruzioni, stando ai dati Istat, si siano attestati in leggera contrazione rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. E riguardo al biennio 2011-2012, l’Associazione, attraverso un’indagine rapida presso le imprese associate, ha rilevato come le aziende del comparto continuino ad operare in un contesto difficile che per il corrente anno, non a caso, è caratterizzato da una discesa delle aspettative produttive; e senza misure concrete di sostegno e di rilancio del comparto, l’Ance stima anche per il 2012 una flessione degli investimenti in costruzioni, stimata a -3,2%.

Per quanto riguarda alcune specifiche misure messe a punto dal Governo a sostegno del comparto, ed in particolare con il cosiddetto “piano per la città”, presente nel Decreto Sviluppo, l’Ance si attende effetti positivi ma questi non arriveranno, in base alle stime, prima della fine del 2012. Ed allora, dal 2008 al 2012, secondo quanto rilevato e previsto dall’Associazione Nazionale Costruttori Edili, il comparto delle costruzioni avrà perso in termini reali, complessivamente, il 22,3% con la conseguenza di un ritorno ai livelli di produzione settoriale rilevati nel lontano 1994.

Non a caso dal 2008 al 2012, a livello di singole attività, a salvarsi è solo il recupero abitativo, che segna nei cinque anni un incremento, peraltro modesto, dello 0,9%. Ma poi si passa al crollo nel quinquennio del 38,9% nel settore dell’edilizia e delle costruzioni di nuove abitazioni, così come nei cinque anni è caduto del 22,2% il volume degli investimenti legato all’edilizia privata non residenziale. Da bollettino di guerra è anche la voce “lavori pubblici“, che nei cinque anni segna un -33,9% a fronte di una tendenza negativa che però dura da ben otto anni di fila.

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