Immobiliare Piacenza 2012

di Redazione Commenta

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Secondo quanto emerso all’interno di un recente convegno denominato “Edilizia: soluzioni concrete e stimoli postivi per la ripartenza dell’intero settore edile da coinvolgere nella crescita italiana e globale”, organizzato dall’associazione ex allievi del Collegio San Vincenzo con il patrocinio di Comune, Provincia, Confindustria, Fondazione di Piacenza e Vigevano, Ordine degli Architetti, Politecnico, Cassa Edile e Collegio Notarile di Piacenza, il mercato immobiliare di Piacenza starebbe subendo i gravi effetti dell’attuale congiuntura negativa nazionale e internazionale.

“L’associazione degli ex alunni del Collegio San Vincenzo” – ha detto in sede di presentazione al quotidiano Piacenza Sera, Luciano Molinelli, coordinatore – “ha organizzato un convegno sull’edilizia in un periodo di particolare difficoltà del settore. Notiamo che alla crisi economica si unisce quella umana: la nostra associazione si occupa proprio di ricercare situazioni che possano stabilizzare a questo tipo di sofferenza”.

“Dal 2007 il mercato immobiliare” – ha aggiunto invece Manfredo Ferrerio, presidente collegio notarile di Piacenza – “è fermo. Ed oggi sta veramente dando segni di ulteriore rallentamento: in tutt’Italia la riduzione degli atti notarili, quest’anno, è stata tra il 21 ed il 28%. Sommando queste cifre alle cadute degli ultimi 5 anni si arriva ad una percentuale del 50 (…) La situazione piacentina rispecchia appieno l’andamento nazionale” (vedi anche Immobiliare Parma in calo).

Tra le principali cause del deterioramento di tale situazione vi è certamente la difficoltà di poter avere congruamente accesso al credito. Le politiche creditizie degli istituti bancari sono infatti state improntate nei confronti di una maggiore rigidità e selettività nell’erogazione di finanziamenti, che sta sfociando in un indebolimento delle capacità di investimento delle famiglie piacentine. Di controllo, la rilevante differenza che continua a sussistere tra l’offerta e la domanda sembra generare il mantenimento di un gap commerciale piuttosto significativo. La rigidità dei prezzi al rialzo allontana i tempi di negoziazione delle compravendite, e conduce a radicali sconti solamente nella fase di conclusione delle stesse.

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