Immobiliare Spagna, brusco calo delle compravendite

di Redazione Commenta

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Il mercato immobiliare spagnolo è sempre più in crisi. A rivelarlo, questa volta, non sono le previsioni – pur attendibili – rilasciate dagli operatori del real estate iberico, quanto le fonti ufficiali governative, che rivelano un vero e proprio crollo delle compravendite effettuate sul mattone durante il mese di gennaio, che continuano e peggiorano il trend di deprezzamento del volume di operazioni del settore.

Stando a quanto affermato dall’Istituto Nazionale di Statistica spagnolo, infatti, il numero di compravendite di alloggi, a gennaio, è diminuito di ben 26,3 punti percentuali rispetto a quanto rilevato nello stesso periodo del 2011, con l’undicesimo mese consecutivo di diminuzione del numero di transazioni di case, come ampiamente stimato dalle principali analisi effettuate nel mercato locale.

Secondo i dati ufficiali dell’Istituto Nazionale di Statistica, nel mese di gennaio sarebbero state effettuate 33.087 compravendite di alloggi: come precedentemente ricordato, il crollo è ben significativo sulla base annua, anche se fortemente migliorativo rispetto al numero di transazioni registrate nel corso del precedente mese di dicembre, con uno sviluppo positivo di 42,3 punti percentuali che sembra essere in buona parte riconducibile alla “tradizionale” pausa di riflessione del mercato immobiliare nel corso della fine dell’anno.

Complessivamente, nel 2011 in Spagna sono stati venduti 347.305 alloggi, con una diminuzione di 29,3 punti percentuali rispetto alla rilevazione dell’anno precedente. Anche il 2011 si conferma così come un altro periodo negativo nel mattone iberico, che ha visto avviare il proprio periodo di declino nel 2007 e unica parentesi positiva nel 2010, breve momento di ripresa tendenziale prima di una nuova immersione.

Per il 2012 il trend calante sembra essere confermato. Al di là dei dati ufficiali del mese di gennaio 2012, e i primi dati provvisori del mese di febbraio, sembra che i prossimi due trimestri possano essere ribaditi su segnali di estrema debolezza.

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