Investire negli immobili dei Balcani

di Redazione Commenta

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Anche se ultimamente il nostro impegno è concentrato quasi esclusivamente nell’illustrarvi l’andamento del mercato immobiliare italiano in tutti i suoi profili principali, non disdegnamo, ogni tanto, di tornare a parlare dell’immobiliare estero e, in particolar modo, di quello europeo. Cerchiamo quindi oggi di comprendere quale sia lo stato di salute dell’immobiliare nei Balcani, dove la crisi economica sta mettendo a serio rischio la stabilità del real estate.

Proprio le difficoltà internazionali e locali stanno infatti producendo gravissime conseguenze sull’immobilare, un settore che fin dalla fine del 2008 sta conoscendo difficoltà scarsamente riparabili. In media, il costo degli immobili è sceso tra il 30% al 50% in tutta la macro regione, aprendo ovviamente ampi margini di interesse da parte degli investitori alla ricerca di proprietà immobiliari da acquistare a “buon mercato”.

La macro are che va dalla Grecia alla Romania, vede pertanto i propri piani di sviluppo industriale, o i progetti turistici, fermi o rinviati. Se la tendenza dovesse continuare ancora, inoltre, le prospettive future del settore potrebbero farsi davvero nere.

“Le crisi economiche e finanziarie hanno tenuto lontano le iniziative di molte aziende, che pur esprimono il loro interesse potenziale a investire” – ha dichiarato Ilda Bicoku, agente immobiliare a Tirana, Albania – “Gli investitori sono in attesa d igiorni migliori”.

Eppure, non più tardi di un lustro fa, il Montenegro era uno degli hub fondamentali nell’area per gli investimenti immobiliari. Con la sua indipendenza, nel 2006, un incredibile ammontare di investimenti dalla Russia ha prodotto una impennata della domanda di settore, in grado di portare il prezzo medio di un’abitazione a Podgorica a 1.000 euro al metro quadrato, e a 2.500 euro sulla cosa. Oggi, nelle città costiere di Bar e Ulcinj, i prezzi delle case sono crollati dell’80%.

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