Recupero e riuso immobiliare: l’esempio del Comune di Roma

di Redazione Commenta

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In linea con quanto annunciato nelle scorse settimane dall’Amministrazione capitolina, a Roma è partito il Bando che trasforma i casolari abbandonati di campagna, vecchi e fatiscenti, in alloggi ed eco-fattorie. I soggetti interessati potranno infatti inviare le domande di accesso al Bando entro il 10 febbraio del prossimo anno con l’obiettivo di applicare ai 52 mila ettari di campagna nel territorio di Roma il recupero ed il riuso immobiliare con ricadute positive sull’offerta abitativa ma anche sull’ambiente e sull’agricoltura.

Appezzamenti di terra abbandonati, fienili, stalle, casali e granai possono diventare case da affittare ed aree da bonificare con il vantaggio, non indifferente di questi tempi, di far nascere nuove realtà imprenditoriali e di creare nuovi posti di lavoro.


Accedere al Bando significa presentare un progetto di valorizzazione e di riuso degli immobili che sono presenti sul territorio dell’Agro Romano; possono partecipare sia i proprietari privati di immobili ad uso agricolo, sia gli enti pubblici. L’iniziativa è da un lato tale per il Comune da non comportare dei costi, mentre dall’altro si valorizza un patrimonio spesso trascurato i cui proprietari, tra l’altro, potranno avvalersi di procedure rapide e semplificate sia per avviare delle attività sul territorio agricolo, sia per ripristinare l’edilizia rurale anche cambiandone la destinazione d’uso. In campagna sono tante le idee ed i progetti che si possono mettere a punto: dalle manifestazioni culturali al recupero del territorio da destinare all’agricoltura biologica, e passando per l’agriturismo e la creazione nelle campagne di percorsi ciclabili.

A migliorare sarà con questo progetto anche la vivibilità sul territorio dell’Agro Romano, visto che le aree saranno più popolate e si eviteranno, come messo in evidenza dal Sindaco Alemmanno, casi di violenza, spesso gravi. Col Bando si possono portare avanti progetti di grande spessore: ad esempio, in accordo con quanto ha dichiarato l’assessore al Patrimonio e alla Casa del Comune di Roma, Alfredo Antoniozzi, un casale può essere trasformato in un complesso di appartamenti a patto che almeno il 60% degli alloggi venga destinato alla locazione a canone concordato.

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