Riforma del catasto 2012

di Redazione Commenta

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Con il recente provvedimento sulla delega fiscale, il governo Monti ha posto le basi per la realizzazione di una riforma del catasto che possa rendere più attendibili i valori di mercato con quelli relativi alla base tributaria. Cerchiamo pertanto di comprendere in che modo prenderà corpo questa parziale rivoluzione del sistema catastale, e su quali determinanti si poggerà la sua revisione.

Il primo elemento di variazione sarà relativo alla base sulla quale calcolare l’imposta: la tassa sulla casa si pagherà infatti sulla base dei metri quadri occupati dall’abitazione, e non più seguendo il calcolo dei vani catastali, elemento certamente meno attendibile rispetto a quello futuro. In questo modo, infatti, il governo intende abolire l’indeterminatezza del concetto di vano (considerato che un vano può essere ampio un numero imprecisato di metri quadri) in sostituzione del più idoneo prossimo elemento.

Un’altra novità della riforma del catasto riguarderà le categorie, considerando che il governo vorrebbe rendere maggiormente omogenea la ripartizione tra le varie sezioni del catasto: oggi giorno più di un immobile su due è compreso tra le categorie A2 e A3, con una valorizzazione che spesso ha ben poco a che vedere con il reale collegamento con i prezzi di mercato.

IMU PAGABILE IN TRE RATE

Ma non solo: l’ultima parte della riforma del catasto interesserà infatti anche l’attribuzione di un più congruo costo fiscale all’immobile, affinché il suo valore reddituale coincida con quello patrimoniale. Si tenga conto che di norma il valore di mercato di una casa è superiore a due o tre volte quello catastale ai fini dell’applicazione dell’imposta municipale unica. Con la riforma, si auspica di poter introdurre un algoritmo che – partendo dai valori medi del territorio – possa giungere a un più attendibile costo di mercato e di catasto, che possa altresì aggiornarsi periodicamente, sulla base dell’evoluzione del contesto territoriale.

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