Se si acquista un rudere da demolire non si può e non si deve pensare di avere uno sconto sulle imposte. Anzi, occorre considerare che il fisco ritiene l’area in sé edificabile. Lo ha specificato la Cassazione.
Nella compravendita di un fabbricato si paga un’imposta di registro più bassa di quella prevista nella compravendita di un rudere da demolire. Il fatto è che dopo la demolizione del rudere il proprietario può presentare la domanda per il permesso di costruire e realizzare un nuovo edificio.
Secondo la Cassazione il suolo sottostante il rudere da demolire è da considerare suolo edificabile e per questo è necessario che si paghi una tassa più alta. Lo dice l’ordinanza 12062/2016. Tutto nasce da un caso pratico: era stato acquistato un rudere ed era stata pagata per questo motivo un’imposta di registro più bassa. L’agenzia delle Entrate però ha riqualificato l’atto come “compravendita di un’area edificabile” chiedendo un’imposta supplementare.
La decisione dell’Erario ha istituito un contenzioso e si è dovuta pronunciare in merito proprio la Cassazione che ha concluso che gli acquirenti del rudere erano realmente intenzionati a comprare quella che è stata veduta come “area edificabile” pertanto al di là della presenza del rudere da demolire, le intenzioni erano diverse. Come spiega anche Edilportale, la decisione della Cassazione si è basata su tre considerazioni:
- la società acquirente si occupava di demolizione, costruzione e ristrutturazione di edifici;
- la società acquirente, pochi giorni dopo l’acquisto, aveva presentato domanda di concessione edilizia, contraendo anche un mutuo per la realizzazione del fabbricato da costruire;
- il prezzo del bene dichiarato in atto era pari a circa dieci volte il valore catastale dell’immobile.