Casa e Finanziaria: le novità per il 2011

di Redazione Commenta

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La “Finanziaria”, ovverosia il DDL Stabilità, è diventata Legge dello Stato dopo il via libera definitivo da parte del Senato. L’approvazione della manovra economica è avvenuta senza modifiche dell’ultimo minuto ed in linea con le richieste formulate dal Presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, di approvare il DDL prima della data del prossimo 14 dicembre 2010, quando si conosceranno con il voto sulla mozione di sfiducia i destini dell’attuale Governo in carica.

Ma quali novità contiene la Finanziaria sulla casa? Ebbene, innanzitutto il cosiddetto “ecobonus”, ovverosia la detrazione fiscale al 55% sui costi sostenuti per gli interventi di riqualificazione energetica, è stato prorogato dopo che nelle scorse settimane, invece, la misura ha rischiato di non essere rinnovata; pur tuttavia, l’ecobonus, e quindi il risparmio fiscale, dovrà essere spalmato su un periodo pari a dieci anni e non più cinque.

Inoltre, in accordo con quanto riporta il portale di annunci immobiliari online Idealista.it, riprendendo un articolo apparso sul “Sole 24 Ore“, è stata estesa da quatto a cinque anni l’esenzione dall’imposta sul valore aggiunto (Iva) per gli immobili invenduti. Un maggior gettito, stimato all’incirca in poco più di 170 milioni di euro, è atteso per le casse dello Stato dalle tasse anticipate da pagare per chi compra un immobile con la formula del leasing.

La Finanziaria ha introdotto altresì una proroga in materia di regolarizzazione degli immobili non ancora accatastati; trattasi di quelle che in gergo sono state definite come le “case fantasma” scovate dall’Agenzia del Territorio a mezzo rilevazioni aeree, e del tutto sconosciute al Catasto. Ebbene, contrariamente ai termini precedentemente fissati, la regolarizzazione di questi immobili potrà essere portata a termine, salvo poi ulteriori proroghe, entro e non oltre il 31 dicembre dell’anno 2011. Questo perché la data del 31 dicembre 2010 è stata considerata dall’Esecutivo troppo ravvicinata in ragione della mole di lavoro che questa avrebbe comportato a carico dei vari ordini professionali.

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