Canada, buona ripresa nell’attività cantieristica

Un report della Canada Mortgage and Housing Corp. di Ottawa sostiene che i lavori per la realizzazione di nuove unità immobiliari ad uso abitativo nel Paese nordamericano sarebbero cresciute ai massimi livelli da 15 mesi durante il mese di gennaio 2010, superando le stime che la maggioranza degli analisti – in particolar modo nell’area della British Columbia – avevano pubblicato poche settimane fa.

Rispetto al mese di dicembre, infatti, la crescita dell’attività cantieristica è stata piuttosto significativa, che con un volume annualizzato delle nuove unità abitative che si è sviluppato del 5,8%, toccando quota 186.300. Nel solo distretto urbano della British Columbia, l’incremento è invece stato addirittura del 20%, con un volume annualizzato di nuove unità immobiliari ad uso abitativo che ha toccato i 24.800.

Sulle cause di questa buona crescita delle attività immobiliari, gli analisti sembrano essere concordi. Un ruolo determinante è infatti stato svolto dal costo dei finanziamenti: i tassi di interesse sui finanziamenti immobiliari ipotecari sono infatti su livelli piuttosto bassi, incoraggiando l’indebitamento finalizzato all’esecuzione di operazioni di acquisto o di ristrutturazione di proprietà ad uso abitativo.

Bulgaria, prezzi case previsti in nuovo calo

Stando a quanto appena dichiarato dal managing director di Colliers International Bulgaria, Atanas Garov, i prezzi delle proprietà immobiliari ad uso residenziale della capitale bulgara Sofia potrebbero calare di almeno un altro 10% entro la fine dell’anno; successivamente, ha proseguito il manager di Colliers International, il mercato immobiliare della nazione attraverserà un periodo di sostanziale stabilizzazione, sulla cui durata è tuttavia troppo presto per pronunciarsi con ragionevoli gradi di probabilità.

Garov, intervistato dalla Radio Darik, ha poi dichiarato che a proprio parere questo non dovrebbe pesare particolarmente sulla ripresa dell’economia, perché il “settore immobiliare non dovrebbe essere visto come un driver dell’economia, ma solo come un’industria di supporto”.

“Le nostre previsioni” – ha poi proseguito il manager – “riferiscono un leggero decremento dei prezzi delle proprietà residenziali, con un calo che a Sofia è atteso nell’ordine medio di un 10%, gran parte del quale all’inizio dell’anno”. Per Garov, inoltre, lo stesso trend decrescente dei prezzi delle proprietà immobiliari potrebbe essere riferibile anche alle altre tipologie non residenziali.

Londra migliore destinazione per investimenti immobiliari

PricewaterhouseCoopers LLP ha pubblicato un’analisi secondo cui il mercato immobiliare di Londra – il più caro del mondo sul fronte dei canoni di locazione degli uffici – sarebbe la migliore destinazione continentale per i nuovi investimenti nel settore: a sostegno di questa tesi da parte della società di consulenza, il riscontro che negli ultimi mesi i prezzi sarebbero calati ai minimi storici da vent’anni a questa parte.

Oltre al forte calo dei prezzi delle proprietà immobiliari, un’altra determinante in grado di contribuire in modo significativo ad eleggere Londra come migliore destinazione per gli investimenti immobiliari è stata la recente debolezza della sterlina, che ha consentito alla metropoli britannica di scavalcare Amburgo, Parigi e, soprattutto Monaco (migliore destinazione dello scorso anno).

Negli ultimi due anni, i prezzi degli uffici nell’area centrale di Londra sono diminuiti del 50%, ben oltre la maggior parte delle altre metropoli europee. In riferimento a quanto sopra, occorre aggiungere anche che la sterlina si è deprezzata del 25% nei confronti del paniere delle valute maggiormente negoziate, rendendo gli asset denominati in tale valuta più attraenti per gli investitori d’oltre oceano.

Stati Uniti, i tassi sui mutui salgono al 5,01%

Freddie Mac ha annunciato che i tassi sui finanziamenti immobiliari erogati dagli istituti di credito operanti nel territorio degli Stati Uniti sono cresciuti durante l’ultima settimana, dando un chiaro segnale di resistenza, e contribuendo a ritardare la ripresa del mercato immobiliare americano, che presto dovrà anche far fronte con gli effetti derivanti dalla cessazione degli incentivi governativi agli acquisti della prima casa.

Il tasso medio applicato ai finanziamenti immobiliari per acquisto di una casa negli Stati Uniti è infatti cresciuto al 5,01% nell’ultima settimana oggetto di monitoraggio, in lieve rialzo rispetto al 4,98% riscontrato nella precedente settimana di riferimento. Aumentano anche i tassi sui mutui con durate inferiori: i finanziamenti a scadenza pari a 15 anni sono ora soggetti a un’applicazione di un tasso medio pari al 4,40%.

La conseguenza immediata di questo scenario è che acquistare casa attraverso un mutuo ipotecario diventerà ora più caro. Questo potrebbe scoraggiare alcuni potenziali acquirenti a contrarre adesso un finanziamento immobiliare, rinviando la transazione in un secondo momento, e generando pertanto un rallentamento nel verificarsi della ripresa del mercato immobiliare locale.

Londra, prezzi delle case di lusso in forte aumento

Qualche giorno fa Knight Frank LLP ha pubblicato un interessante report contenente alcune considerazioni sull’andamento del mercato immobiliare inglese, e in particolar modo sul trend intrapreso dai prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo più prestigiose dell’area metropolitana di Londra, dal valore unitario superiore a un milione di sterline locali.

Stando all’analisi della società di consulenza, i prezzi di queste case lussuose avrebbero subito un nuovo incremento nel mese di gennaio 2010, che avrebbe condotto la crescita di questi valori a intraprendere un ritmo di incremento mai così ripido dall’aprile del 2008 ad oggi, grazie a un crescente numero di operatori interessati a mettere le mani sulle prestigiose case, fronteggiando un’offerta sempre più ridotta.

Infatti, nel mese di gennaio 2010 i prezzi delle proprietà immobiliari il cui valore supera la soglia sopra ricordata sono cresciuti dell’11,5% rispetto ai livelli conseguiti nello stesso periodo dello scorso anno. Rispetto al mese di dicembre, invece, l’incremento su base mensile è stato pari all’1,1%, rappresentando il decimo incremento mensile consecutivo.

Stati Uniti, fila sempre più grosse tra le case invendute

RealtyTrac ha appena pubblicato il proprio report trimestrale nel quale fa il punto sulla situazione delle case invendute negli Stati Uniti: i dati che emergono dall’analisi della società di consulenza americana sono abbastanza evidenti, e dimostrano come anche durante la parte finale del 2009, il volume delle case poste sul mercato e ancora prive di un proprietario sia ulteriormente incrementato rispetto alle già sostanziose basi di partenza.

RealtyTrac, infatti, sostiene che il tasso di case invendute presenti sul mercato sia salito dal 2,6% rilevato durante il terzo trimestre dello scorso anno, al 2,7% conseguito nell’ultima parte del 2009: in termini assoluti, questo significa che le case “vacanti” ammontano oggi a oltre 2,09 milioni di proprietà immobiliari, contro 1,99 milioni di unità rilevate nel precedente periodo di riferimento dell’indagine.

Per la società di consulenza, il dato sarebbe cresciuto in maniera così significativa a causa del determinante contributo dei pignoramenti di natura immobiliare, mai così elevati in passato. Stando alla stessa azienda californiana, nel 2009 vi sarebbero state ben 2,82 milioni di case ad essere oggetto di esecuzioni forzate, con la conseguenza di aver arricchito le fila delle proprietà immobiliari abitative offerte sul mercato.

Stati Uniti, preliminari di vendita in lieve crescita

Stando a quanto ha rilevato un recentissimo report curato dalla National Association of Realtors, durante il mese di dicembre il tasso delle case non nuove poste come oggetto di contratti di compravendita sul territorio statunitense è tornato a crescere, dopo un forte decremento riscontrato nel mese di novembre, provocato per lo più dall’allora prevista interruzione dei benefici fiscali per gli acquirenti di una prima casa.

Il numero di contratti preliminari di compravendita di case già esistenti sul mercato è cresciuto così dell’1% rispetto al mese di novembre 2009, quando la flessione di proprietà immobiliari abitative non nuove crollò del 16%: all’epoca, tuttavia, si paventava la cessazione dei benefici fiscali entro il mese di novembre, con la conseguenza di aver indotto i soggetti interessati ad accelerare la conclusione delle transazioni, gonfiando presumibilmente i numeri di settembre e soprattutto di ottobre.

Al di là della trascorsa volatilità a causa degli incentivi fiscali, il futuro a breve termine del dato è posto in seria difficoltà dalle variabili determinate dall’andamento del mercato del lavoro e dalle politiche monetarie: la maggioranza degli analisti prevede tuttavia l’avvio di un trend crescente sul medio termine, con un saldo sostanzialmente positivo per quanto riguarda il bilancio dell’anno in corso.

Regno Unito, prezzi case ai massimi da 5 mesi

Nationwide Building Society ha recentemente pubblicato il suo monitoraggio periodico sull’andamento dei prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo; il report di cui parliamo oggi si riferisce al mese di gennaio 2010, e dimostra come i prezzi delle case nel periodo considerato siano balzati ai massimi livelli da cinque mesi a questa parte, come ulteriore dimostrazione dell’allontanamento del mercato del Regno Unito dalla fase più difficile della recessione economica in cui l’area è da tempo caduta.

Per Nationwide Building Society, infatti, il prezzo medio di una casa è ora più elevato dell’1,2% rispetto a quello registrato nel mese di dicembre del 2009, per un valore assoluto pari a 143.481 sterline (al cambio attuale, poco meno di 264 mila dollari). Rispetto allo stesso mese dello scorso anno, i prezzi sono più elevati dell’8,6%, mentre si mantengono inferiori del 12% rispetto al picco toccato nel corso del mese di ottobre del 2007.

In proposito si è recentemente pronunciata anche la Bank of England per voce di un proprio membro, Andrew Sentance, il quale ha affermato che c’è spazio per una ripresa ancor più forte: necessario, tuttavia – ha proseguito Sentance – è che i tassi di interesse sui finanziamenti rimangano su questi livelli molto convenienti, e che gli istituti di credito non facciano venir meno, causa ristrettezze nelle politiche creditizie, il loro supporto alle operazioni di compravendita di natura immobiliare.

Giappone, dati di sintesi dell’immobiliare 2009

Il Ministero competente ha pubblicato un report piuttosto negativo sull’andamento del mercato immobiliare giapponese nel corso del recente 2009: il quadro che fuori esce dallo scenario tracciato dal governo nipponico è quanto meno disastroso, con un vero e proprio arresto delle operazioni di costruzione immobiliare da parte degli operatori del settore, evidentemente scoraggiati dalla crisi economica in atto.

Per avere un termine di paragone dell’attuale momento attraversato dal real estate dell’arcipelago, occorre tornare indietro nel tempo al 1964 quando, in pieno periodo olimpionico, il Giappone varò un piano di risanamento e di sviluppo del mercato immobiliare locale. Poi una lunga ripresa, che tuttavia si è arrestata in maniera significativamente brusca proprio nel corso di quello che verrà ricordato come un anno nero.

Nel corso del 2009, infatti, sono state messe le basi per la realizzazione di 788.410 unità immobiliari ad uso abitativo; si tratta di un ammontare complessivo inferiore del 27,9% rispetto a quanto conseguito lungo l’arco del 2008, e poco di più del record storico registrato nel lontano 1964, quando gli operatori del settore immobiliare aprirono cantieri per un totale di 751.429 appartamenti.

Pignoramenti immobiliari, il record è a Las Vegas

RealtyTrac ha recentemente pubblicato i dati relativi all’andamento dei pignoramenti immobiliari avvenuti durante il 2009 negli Stati Uniti: complessivamente il dato era già noto da qualche settimana (per lo meno nelle sue stime preliminari) ma è tuttavia ancor più interessante notare come si sono comportate le varie aree che compongono il mercato immobiliare nordamericano, con alcuni Stati in grado di realizzare performance negative da record.

Il record nel numero di pignoramenti immobiliari spetta comunque alla città di Las Vegas, che ha potuto riscontrare il ben poco invidiabile primato nella classifica dei tassi degli espropri compiuti durante il corso dello scorso anno; per ciò che concerne invece i singoli Stati, la Florida e la California hanno dominato le liste, occupando ben 17 delle prime 20 posizioni nell’elenco dei peggiori mercato immobiliari cittadini del Paese nordamericano.

Sul fronte dei numeri, RealtyTrac ha innanzitutto diffuso una propria prima previsione sul numero di pignoramenti immobiliari che avranno luogo durante il 2010: la società che ha monitorato il trend del settore ha infatti stimato in circa 3 milioni le proprietà immobiliari ad uso abitativo che finiranno sul mercato immobiliare, contribuendo a gonfiare le linee dell’offerta, e ponendo pressioni al ribasso ai prezzi delle case.

Regno Unito, forte crescita nelle vendite commerciali

Property Data ha pubblicato un’analisi contenente un monitoraggio sull’andamento delle vendite delle proprietà immobiliari ad uso commerciale nel Regno Unito; stando alle considerazioni preliminari della società di ricerche, le proprietà commerciali della zona sarebbero state oggetto di transazioni per un ammontare complessivo circa doppio rispetto a quelle del precedente periodo di riferimento.

I dati – che si riferiscono al quarto trimestre del 2009 – dimostrano infatti che gli investitori nel settore avrebbero acquistato 458 edifici, per un valore complessivo pari a 9,65 miliardi di sterline (circa 15,6 miliardi di dollari); nello stesso periodo del 2008, invece, il numero degli edifici commerciali acquistati fu pari a 221 unità, con un valore complessivo del parco immobiliare pari a 4,74 miliardi di sterline.

Mark Pickering, della Property Data, ha dichiarato in proposito che l’ultimo trimestre del 2009 ha visto definitivamente il ritorno, nel ruolo degli investitori, da parte delle istituzioni, con i relativi fondi che hanno acquistato circa 3,3 miliardi di sterline di proprietà immobiliari nel periodo considerato, e che hanno pertanto contribuito a fornire una spinta decisiva per la ripresa del volume delle transazioni del segmento.

Regno Unito, gli abitanti sono fiduciosi

Rightmove ha condotto un’interessante analisi sullo stato d’animo dei cittadini del Regno Unito: il responso è stato per certi versi sorprendente, e dimostra come gli abitanti dell’area siano particolarmente fiduciosi circa una ripresa dei prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo, che nel corso dei prossimi dodici mesi potrebbero crescere ad un ritmo sensibilmente superiore alle attese iniziali.

La società che ha curato il report è stata anche in grado di determinare le principali cause di questo atteggiamento da parte dei cittadini d’oltremanica: le motivazioni fondamentali sarebbero riconducibili da un lato a una prevista contrazione nell’offerta immobiliare e, dall’altro lato, a un altrettanto stimata ripresa economica; un mix che dovrebbe generare forti pressioni nei prezzi, che entro la fine del 2010 dovrebbero riprendere la strada del rialzo.

Il più importante sito web del real estate britannico ha rilevato che il 53% dei soggetti intervistati crederebbe che i prezzi medi degli appartamenti nel Regno Unito aumenteranno nel corso dell’anno; una proporzione davvero impressionante se considerata al misero 10% di ottimisti rilevati nel corso dell’anno precedente, quando i convinti di una pronta ripresa dei valori immobiliari erano una forte minoranza.

Vendite nuove case, forte calo negli Stati Uniti

Un report del Dipartimento del Commercio degli Stati Uniti rivela che durante il mese di dicembre del 2009 le vendite di nuove proprietà immobiliari ad uso abitativo nel Paese avrebbero subito un calo di entità ben oltre le attese, per un’incidenza negativa mai conseguita nel corso dell’ultimo anno.

Gli acquisti di nuove case sono infatti diminuite del 7,6% nel corso del mese considerato, ad un volume annualizzato pari a 342 mila unità, e per il quarto decremento degli ultimi cinque mesi. Complessivamente, per tutto il 2009, le vendite di nuove case hanno subito una contrazione del 23%, per un volume in termini unitari pari a 374 mila unità, equivalente al livello più basso da quanto il Dipartimento avviò il monitoraggio, nel 1963.

Secondo i principali commentatori americani, questo improvviso calo sarebbe giustificato dall’attesa scadenza del periodo utile per godere dell’incentivo di 8 mila dollari riservato dall’amministrazione statunitense agli acquirenti di una prima casa: ciò sarebbe significativo di quanto il mercato americano del real estate sia dipendente dall’assistenza del governo, con un’interpretazione non troppo positiva sul reale stato di salute dell’immobiliare locale.

Focus sull’immobiliare cinese – dic 2009

Alcuni economisti della Banca Mondiale hanno affermato negli scorsi giorni che il mercato immobiliare cinese sarebbe caratterizzato da un trend speculativo ben più significativo di quello che traspare dai numeri ufficialmente forniti in merito; la situazione, in altri termini, sarebbe sotto dimensionata rispetto al reale scenario, con evidenti influenze sugli aspetti comportamentali degli operatori.

Il governo cinese ha pubblicato recentemente un’analisi che dimostra come i prezzi delle proprietà immobiliari locali hanno ottenuto un rialzo dei valori ai massimi livelli, con un ritmo di crescita mai riscontrato negli ultimi diciotto mesi. Per evitare spiacevoli situazioni a livello di sistema, le autorità del Paese asiatico hanno richiesto ufficialmente agli istituti di credito di incrementare in maniera congrua le riserve a fronte dell’esplosione dei finanziamenti immobiliari.

Stando ai dati ufficiali, infatti, durante il mese di dicembre i prezzi delle proprietà immobiliari residenziali e commerciali avrebbero subito un incremento del 7,8% rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Nel mese di novembre, invece, l’incremento su base annua si fermò ad un pur significativo 5,7%.