Cedolare secca affitti 2011: un regalo da 1,5 miliardi di euro

di Redazione Commenta

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Con il voto di fiducia alla Camera dei Deputati, nella giornata di ieri, del federalismo fiscale municipale, il Governo ha ufficialmente sancito alla proprietà immobiliare un regalo pari alla bellezza di 1,5 miliardi di euro. A ribadirlo è stato il Sunia, Sindacato Unitario Inquilini ed Assegnatari, visto che con il via libera al Decreto entra in vigore la misura agevolativa legata all’imposta sostitutiva sui redditi da locazione.

Stiamo parlando di quella che in gergo viene definita come la cedolare secca sugli affitti che, secondo il Sindacato Unitario Inquilini ed Assegnatari (Sunia), agevola i proprietari ma non offre alcuna contropartita agli inquilini che continueranno a pagare, specie nelle grandi città, canoni di locazione che oramai, a causa degli effetti nefasti della crisi finanziaria ed economica, sono insostenibili.

Questo perché a fronte dell’aliquota agevolata per i proprietari che affittano le case ad uso residenziale, per gli inquilini non c’è alcuno sgravio fiscale e nessun contributo a sostegno del pagamento del canone di locazione. Il Segretario Generale del Sindacato Unitario Inquilini ed Assegnatari (Sunia), Franco Chiriaco, sottolinea inoltre come all’edilizia sociale vadano solamente le briciole a fronte di un trasferimento di risorse consistente a favore della proprietà immobiliare. D’altronde, numeri alla mano, la cedolare secca avvantaggia e non poco proprio i proprietari di immobili più ricchi senza che possano generarsi effetti di riduzione di mercato dei canoni di locazione.

Sebbene le aliquote della cedolare secca siano due, delle quali quella più bassa per gli affitti a canone concordato, il Sindacato Unitario Inquilini ed Assegnatari (SUNIA) ritiene che il vantaggio fiscale su tale tipo di contratto è stato eliminato quasi totalmente, ragion per cui per il contratto stesso si rischia la sua progressiva scomparsa; con la conseguenza che gli affitti anziché diminuire aumenteranno e, di riflesso, anche gli sfratti a carico delle famiglie che vivono di bassi redditi.

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