In seguito alla diffusione, pochi giorni fa, della circolare illustrativa da parte del Ministero dell’Economia in merito all’imposta municipale unica, diventa praticamente certo e univoco il quadro di riferimento relativo all’acconto dell’IMU, da versarsi entro la data del 18 giugno 2012 attraverso modello F24. Per le prime case (o, meglio, per le “abitazioni principali”), rimangono invariate le regole già note, che più volte abbiamo avuto modo di illustrarsi.
Per calcolare quanto occorrerà pagare entro metà giugno bisognerà prendere come termine di riferimento la rendita catastale, moltiplicarla per 5% e poi per 160. A questo punto può essere applicata l’aliquota base, pari al 4 per mille (0,40%). Al valore andranno inoltre applicate le detrazioni di 200 euro fisse, e di 50 euro per ogni figlio convivente fino a 26 anni di età. L’acconto sarà relativo a quanto ottenuto con i calcoli di cui sopra, suddiviso per due o per tre a seconda del numero di rate che si è scelto di pagare.
Aggiungiamo un ulteriore tassello al variopinto panorama dell’imposta municipale unica. Stando a quanto si legge nella circolare 3 diffusa pochi giorni fa dal Dipartimento delle Finanze del Ministero dell’Economia, la tassazione dell’IMU potrebbe portare anche al versamento di un acconto pari a zero, in attesa che Comuni e governo, presumibilmente tra l’estate e l’autunno, operaino in maniera elastica a diminuire o (più probabilmente) aumentare le aliquote base e quelle municipali.
L’affitto in condivisione, pur non certo novità all’interno del panorama immobiliare italiano, sta diventando una soluzione di crescente utilizzo per cercare di arginare gli effetti negativi dell’attuale lunga ondata di difficoltà. Condividere la casa in affitto è cosa ben nota tra studenti e amici, e non è pertanto una sorpresa leggere il moltiplicarsi di annunci che chiedono di poter contrarre congiuntamente degli accordi di locazione.
Sono arrivati in consolidamento i dati ufficiali relativi all’andamento del mercato immobiliare torinese nel corso del 2011. Nello scorso anno, le quotazioni delle abitazioni del capoluogo piemontese sarebbero diminuite del 2,1%, dopo che nel 2010 erano riuscite a “chiudere” in territorio positivo, mostrando un leggero rialzo a quota 0,4 punti percentuali, che aveva a sua volta interrotto un biennio (il 2008 e il 2009) di forti flessioni.
C’era una vola la legge sulla certificazione energetica. Una serie di regole che hanno previsto l’obbligatorietà – per coloro che vendono o affittano un immobile, anche soggetti privati – di dichiarare la classe energetica di appartenenza. C’era, appunto. Perchè anche se in realtà c’è ancora, nessuno, o pochi, sembrano aver compreso in pieno la portata dell’iniziativa e, complice la mancanza di “sanzioni” per chi non rispetta tale obbligo, la necessarietà del certificato energetico è finita nel dimenticatoio.
La domotica italiana è un settore in forte crescita. Nonostante le ristrettezze monetarie degli italiani, e un generale rallentamento delle spese nel settore abitativo, i cittadini della Penisola sembrano essere sempre più attratti dalla domotica, tanto che – stando a quanto emerge dallo studio effettuato sul territorio – negli ultimi due anni la presenza delle nuove tecnologie nelle case tricolori sarebbe cresciuta del 16%.