Di IMU e pagamenti IMU abbiamo parlato tanto in queste ultime settimane, cercando di porre un po’ di chiarezza su un tema che è tutt’altro che facilmente affrontabile. Oggi, con la scadenza IMU oramai alle porte, cerchiamo di comprendere cosa potrebbe accadere in caso di mancato pagamento dell’imposta municipale unica, o suo ritardato versamento.
Una ipotesi che non sembra essere rara, visto e considerato che con la consolidata crisi economica, numerosi nuclei familiari non saranno in grado di pagare la nuova imposta municipale unica, che sostituisce la vecchia ICI inglobando una quota Irpef sui redditi da proprietà immobiliari. Fortunatamente, a spegnere i fuochi della preoccupazione, è giunto un recente calcolo effettuato dalla CGIA di Mestre, secondo cui la sanzione per il ritardato pagamento dell’IMU, rispetto alla complessiva imposta municipale dovuta, sia essenzialmente di scarsa consistenza.
Tecnocasa ha pubblicato gli ultimi dati ufficiali e consolidati relativi all’andamento delle compravendite immobiliari nel corso della seconda parte del 2011. Analisi che evidenziano come nel corso del periodo sopra ricordato, più di tre acquirenti su quattro (il 78 per cento) abbia effettuato l’operazione di compravendita immobiliare per poter acquistare la propria abitazione principale, con una percentuale pari al 16,8 per cento relativa all’operazione di investimento (ovvero, l’immobile da concedere in affitto), e pari al 5,2 per cento per l’operazione di acquisto di una seconda casa da adibire a casa vacanza.
Acquistare una casa in Spagna? Con la crisi economico finanziaria e le difficoltà della valuta unica europea, fare affari nel mercato immobiliare iberico potrebbe diventare sempre più conveniente. A patto di avere la liquidità necessaria per poter effettuare operazioni di impiego in un mercato immobiliare straniero, visto e considerato che non è possibile iscrivere un’ipoteca su immobile straniero (pertanto, l’accesso a un mutuo per acquisto casa straniera dovrà passare attraverso l’iscrizione ipotecaria su immobile presente in Italia e già in proprietà del mutuatario).
Il segmento delle case piccole sembra subire gli effetti negativi della crisi economica finanziaria in maniera più grave rispetto a quanto accade alle abitazioni di maggiori dimensioni. A rivelarlo è una ricerca condotta nel Nord Italia, le cui considerazioni possono tuttavia essere estese a buona parte del territorio nazionale, dove le compravendite di abitazioni di piccola ampiezza sono in corso di diminuzione o di rallentamento.
Non accenna a placarsi, a San Marino, la polemica generata dalla possibilità di aprire il mercato immobiliare anche agli stranieri. La coalizione Patto per San Marino, maggioranza nel Consiglio, ha ultimamente preso le distanze dalla proposta governativa di varare un provvedimento ribattezzato “immobili a chiunque”, mediante un ordine del giorno che impedisse l’eventuale organizzazione di un referendum abrogativo.
Secondo quanto afferma il ministero dello Sviluppo Economico, gli edifici italiani sarebbero responsabili del 35,9% di tutto l’inquinamento prodotto nel Paese. Considerato che l’Italia è a sua volta responsabile del 17,5% delle emissioni di co2 imputabili agli usi energetici del comparto abitativo europeo (per il contributo più elevato tra gli Stati membri, dati Eurima), ne consegue che cercare di perseguire un significativo risparmio energetico abitativo diviene una determinante fondamentale per abbassare i costi energetici internazionali.
Sono negative, secondo quanto affermano alcune recenti ricerche, le conseguenze derivanti dall’introduzione dell’Area C a Milano, che ha imposto un ticket d’ingresso quotidiano a tutti i veicoli diretti all’interno della cerchia dei Bastioni. Stando infatti a quanto riporta un’analisti statistica su tale segmento immobiliare, i prezzi di vendita dei box auto collocati all’interno dell’Area C, da inizio dell’anno ad oggi, sarebbero diminuiti già del 18 per cento, mentre i canoni di locazione sarebbero contemporaneamente diminuiti del 10 per cento.
Anche se qui sul nostro sito ci concentriamo prevalentemente su ciò che accade a casa nostra, non disdegniamo i periodici approfondimenti su quanto invece succede sui principali mercati immobiliari internazionali. Torniamo oggi a parlare del real estate francese, che più volte abbiamo commentato in maniera positiva per quanto concerneva le quotazioni e le compravendite in corso a Parigi, e che ora genera negli osservatori un minimo di preoccupazione circa la tenuta delle basi fondamentali sul breve e medio termine.
Secondo quanto ci riportano le ultime rilevazioni puntuali compiute sull’andamento delle quotazioni immobiliari delle case a Napoli, anche durante la seconda parte del 2011 i prezzi delle proprietà ad uso abitativo avrebbero subito una contrazione piuttosto significativa, pari al 3,3 per cento, che ha condotto l’intero 2011 a chiudere con quotazioni medie in calo del 5,5 per cento, contro la flessione del 3 per cento del 2010, quella del 6,1 per cento del 2009, quella del 6,8 per cento del 2008 e quella dell’1,6% nel 2007, primo anno di negatività nelle quotazioni del capoluogo campano.