
Dopo anni di bolla immobiliare, la cosiddetta Burbuja del ladrillo, la bolla del mattone, la Spagna sceglie la linea dura per far ripartire l’economia e rilanciare il mercato immobiliare. Il problema infatti è costituito da quelle 800 mila case invendute che aspettano alla periferia delle grandi città e di Madrid in particolare, la cui sola presenza deprime ancora di più una economia che non riesce ad uscire dalla crisi.
Sono Londra e Parigi le città con le case più care d’Europa. Nonostante la crisi del settore immobiliare, come abbiamo già avuto modo di evidenziare ieri nel nostro approfondimento sulle valutazioni effettuate da Deloitte, pubblicato e riportato dall’Afp, le principali metropoli del vecchio Continente continuano a consolidarsi come città con le case più onerose all’interno della macro area, con un trend che non accenna a subire battute d’arresto.
Continua ad aggravarsi la crisi del mercato immobiliare spagnolo, della quale abbiamo parlato più volte nel corso degli ultimi mesi. La criticità del real estate del Paese iberico non sembra infatti poter conoscere battute d’arresto, e durante il primo trimestre 2013 si è verificato – come ampiamente atteso – il ventesimo calo consecutivo delle quotazioni delle abitazioni locali.
Secondo alcuni esperti di quanto accade nel mercato immobiliare del Regno Unito nel corso del 2013, il pericolo di una nuova bolla immobiliare si starebbe aggirando oltre manica. Il settore immobiliare britannico inizia infatti a mostrare qualche segno di cedimento molto evidente e, stando alle analisi compiute da alcuni osservatori, non è escluso che il real estate della macro area possa dar seguito a importanti e sgradite novità.
Se anche la modernissima e civilissima Svezia inizia a dare evidenti segni di tensione, allora probabilmente la crisi economica e sociale che sta investendo da anni il vecchio Continente è davvero molto più grave di quanto precedentemente immaginato. Gli scontri che negli ultimi giorni si sono verificati nelle periferie della capitale Stoccolma, con la rivolta degli immigrati, è diretta conseguenza di difficoltà che stanno colpendo anche il settore immobiliare.
Mentre in Italia si attende di sapere cosa accadrà all’imposta municipale unica, e si auspica che l’impatto della Tares non sia così gravoso come invece sembra alle prime letture del decreto, nel resto d’Europa ci si accinge a variare le tasse sui beni immobili. Tra i principali protagonisti della nuova stagione fiscale immobiliare ci sono la Croazia e la Grecia, alle prese con una revisione più o meno significativa dell’approccio locale sul real estate.
Il mercato immobiliare spagnolo è ancora in crisi e, probabilmente, lo sarà ancora per tanti trimestri. L’elevata mole di immobili da vendere, le critiche condizioni del credito bancario, la scarsa capacità di acquisto da parte delle famiglie, sono solamente alcune delle principali determinanti che stanno condizionando l’andamento del real estate della penisola iberica, rendendo il segmento ancor più critico rispetto a quanto avvenga all’interno dei nostri confini.