Cedolare secca affitti: i diritti degli inquilini

di Redazione Commenta

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Con l’entrata in vigore della cedolare secca sugli affitti, ovverosia l’imposta sostitutiva sui redditi da locazione, ad avere vantaggi di natura fiscale, spesso rilevanti in proporzione al reddito dichiarato, sono i proprietari facoltosi di immobili, mentre per gli inquilini i vantaggi sono pressoché nulli. E’ questa, in estrema sintesi, la posizione, più volte ribadita, del Sunia, il Sindacato Unitario Inquilini ed Assegnatari che in tempi non sospetti ha bollato la misura della cedolare secca come un vero e proprio regalo alla proprietà immobiliare. Nei giorni scorsi, intanto, è scaduta la “finestra” di due mesi concessa dal Fisco per rinnovare i contratti di locazione in scadenza e optare per la scelta o meno del nuovo regime di imposta.

Pur tuttavia il Sindacato Unitario Inquilini ed Assegnatari (Sunia) afferma che, in base ai dati a disposizione del Sindacato, sono pochi coloro che si sono messi in regola con il contratto nonostante, contestualmente, all’entrata in vigore della cedolare, siano state inasprite le sanzioni a carico di chi continua ad affittare in nero. Al riguardo il Sunia fa presente come il proprietario “pizzicato” ad affittare in nero rischia di vedersi trasformato il contratto di locazione, in automatico, in un 4 anni più 4 di durata a fronte di un affitto da pagare per l’inquilino molto contenuto e pari, in particolare, a tre volte la rendita catastale.

Il tutto a fronte, sempre secondo il Sindacato Unitario Inquilini ed Assegnatari, di posizioni irregolari diffuse, per quel che riguarda gli affitti in nero, che coinvolgono gli inquilini più deboli, ovverosia gli studenti fuori sede e gli immigrati. Secondo il Sunia sono questi, in primis, i soggetti che devono avere adeguato sostegno affinché possano uscire dal “nero” del contratto di locazione. Anche per questo il Sindacato Unitario Inquilini ed Assegnatari ha reso noto di aver predisposto al riguardo un vademecum dei diritti dell’inquilino.

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