Compravendite immobili: rallenta il calo nel 3° trimestre

di Redazione Commenta

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Il 2009 non sarà di certo un anno d’oro per il mercato italiano in fatto di compravendite di immobili. Pur tuttavia, rispetto ai primi due trimestri, nel periodo luglio-settembre 2009 le compravendite nel nostro Paese scendono ma a ritmi più bassi.

Al riguardo, infatti, l’Agenzia del Territorio ha diffuso i dati Q3 2009 sulle compravendite immobiliari in Italia, che hanno fatto registrare una discesa dell’11,3% rispetto al terzo trimestre dello scorso anno.

Come accennato, il dato è in miglioramento se si considera che nel secondo trimestre 2009 il calo si era attestato al 12,3%, e addirittura a -18,7% nel primo trimestre di quest’anno. Complessivamente, nel terzo trimestre 2009 le compravendite immobiliari sono state 290.221, con un calo dell’11% per il residenziale, -18,9% per il terziario, -17,7% per gli immobili commerciali e -17,1% per il settore produttivo.

Focalizzando l’attenzione sulle compravendite immobiliari residenziali, queste nel terzo trimestre di quest’anno sono state 132.761, con un andamento non uniforme sul territorio; al Sud, infatti, rispetto al terzo trimestre 2008, le compravendite sono scese ma di appena il 6,6%, mentre al Centro il calo è stato dell’8,2%. Pesante è invece il dato del Nord Italia, dove le compravendite di immobili residenziali, segnando un dato addirittura peggiore rispetto al secondo trimestre 2009, hanno fatto registrare un calo del 14,7%.

Ancor più evidente è inoltre il divario Nord-Sud se si prendono in considerazione le transazioni immobiliari nel terziario: a fronte di un dato su scala nazionale di -18,9% nel terzo trimestre del 2009, infatti, al Sud, così come avvenuto nel secondo trimestre 2009, in controtendenza rispetto alla tendenza nazionale, c’è stato un incremento delle compravendite, ed è stato pari all’8,6%, mentre al Nord c’è stato un vero e proprio crollo con un secco -26%.

Nel complesso, l’andamento cedente delle compravendite è il frutto degli effetti della crisi che ha alimentato sia le difficoltà nell’accesso al credito per l’acquisto delle unità immobiliari, sia il divario crescente tra i prezzi in corrispondenza dei quali si è disposti ad acquistare e quelli, spesso troppo alti, per cui si è disposti a vendere.

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