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Stati Uniti, prezzi case in rialzo del 3,8% ad aprile 2010

I prezzi delle proprietà immobiliari ad uso abitativo nelle 20 città più grandi degli Stati Uniti sono cresciuti fortemente, durante il mese di aprile, rispetto al livello medio riscontrato nello stesso periodo dell’anno precedente. Il “merito” andrebbe principalmente attribuito al beneficio fiscale predisposto nel Paese, che ha avuto l’effetto principale di spingere al rialzo trattative e valori di chiusura delle compravendite.

L’indice Standard & Poor / Case – Shiller è così salito di 3,8 punti percentuali alla fine di aprile 2010, rispetto a quanto riscontrato nel mese di aprile dello scorso anno. Secondo quanto sostiene la società che ha curato il monitoraggio, si tratterebbe del più forte incremento su base annua mai registrato dal mese di settembre 2006, prima della crisi che ha investito negativamente tutto il settore.

Il futuro del mercato immobiliare, e l’andamento conseguente dei prezzi medi delle case, sembra invece definitivamente più grigio. È infatti palese che il mercato sia stato influenzato in maniera determinante dalla previsione del bonus di 8 mila dollari predisposto per incentivare i potenziali acquirenti di una prima casa a dar seguito all’operazione, ed è altrettanto scontato che la carenza di tale previsione si farà sentire nei mesi in corso con un forte calo delle transazioni.

Stati Uniti, indice MBA in aumento dell’8,8%

L’indice di riferimento in materia di erogazioni di finanziamenti immobiliari negli Stati Uniti è cresciuto ai massimi livelli degli ultimi 8 mesi grazie a una nuova, improvvisa flessione del livello dei tassi di interesse applicati alle operazioni di mutuo, che ha reso ulteriormente convenienti le transazioni relative ai rifinanziamenti, cioè alle sostituzioni delle condizioni di mutui già in ammortamento con nuove caratteristiche in linea con gli attuali scenari finanziari.

L’indice della Mortgage Bankers Association è infatti cresciuto di 8,8 punti percentuali nella settimana terminata il 25 giugno 2010, l’ultima per la quale l’Associazione ha avuto cura di diffondere un report sui dati definitivamente conseguiti dal mercato immobiliare e bancario del Paese nordamericano.

Stando agli stessi dati del gruppo di Washington, l’indice MBA sarebbe stato influenzato negativamente da una contrazione delle richieste di mutui per acquisto – diminuite di 3,3 punti percentuali nella settimana considerata, per il secondo livello più  basso dal 1997 – e influenzate positivamente dal boom delle richieste di rifinanziamento – cresciute di 13 punti percentuali, per il trend incrementante più elevato dal mese di maggio del 2009.

Stati Uniti, “sconto” del 27% sul prezzo delle case pignorate

Le case oggetto di pignoramento immobiliare, rivendute successivamente sul mercato americano nel corso del primo trimestre del 2010, sono state collocate ad un prezzo medio inferiore di quasi 27 punti percentuali rispetto ai valori commerciali ordinari riscontrabili nello stesso mercato. A confermare tali presunzioni, la società di consulenza locale RealtyTrac, che ha appena pubblicato un interessante report in merito.

Complessivamente, sostiene la società, sarebbero state vendute 232.959 proprietà immobiliari ad uso abitativo derivanti da procedimenti di pignoramento. Tale volume è inferiore di 14 punti percentuali rispetto al volume riscontrato dalla stessa società che ha effettuato il pignoramento durante il quarto trimestre del 2009, e di 33 punti percentuali rispetto allo stesso primo trimestre del 2009.

La società californiana si è poi soffermata sui prezzi delle transazioni, ricordando come il valore medio si sia assestato di poco sotto i 172 mila dollari, con uno sconto rispetto ai valori standard compreso – nella stragrande maggioranza dei casi – tra i 25 e i 30 punti percentuali.

Stati Uniti, tassi sempre più giù – Freddie Mac

Freddie Mac ha recentemente dichiarato in un comunicato stampa che il livello dei tassi di interesse applicati dalle banche operanti sul territorio statunitense sarebbe sempre più basso. Un elemento che potrebbe invogliare i potenziali acquirenti di una prima casa ad approfittare della convenienza economico finanziaria di una attuale transazione, ristrettezze creditizie degli istituti di credito locali permettendo.

Ciò che tuttavia è certo e quantitativo è che i tassi sui finanziamenti immobiliari a 30 anni sono calati al 4,69% nella settimana terminata il 24 giugno 2010, l’ultima che Freddie Mac ha avuto modo di analizzare. Nella settimana precedente, invece, il livello dei tassi era stato pari al 4,75%; il precedente record era invece pari al 3 dicembre 2009, quando i tassi si fermarono al 4,71%.

In calo anche i tassi sui finanziamenti immobiliari di durate inferiori. A titolo di esempio, Freddie Mac riporta che quelli sui mutui a tasso fisso a 15 anni sarebbero ora giungi al 4,13%.

Stati Uniti, l’indice di erogazione mutui cala del 5,9%

La Mortgage Bankers Association ha dichiarato che il proprio indice – che misura il volume di erogazioni di finanziamenti immobiliari – è calato di 5,9 punti percentuali nella settimana terminata il 18 giugno 2010 rispetto a quanto conseguito nel corso della settimana precedente, a principale causa di una forte flessione delle richieste di rifinanziamenti, il cui trend ha assunto connotazioni superiori ai decrementi medi.

Complessivamente, la MBA ha dichiarato che le erogazioni di finanziamenti immobiliari negli Stati Uniti sono calati del 5,9% rispetto ai massimi semestrali toccati nella settimana precedente, con un peso dei rifinanziamenti particolarmente evidente, considerato che le richieste di mutui per sostituzione di precedenti finanziamenti sono diminuite del 7,3% su base settimanale, mentre le richieste di mutui per acquisto casa hanno subito una flessione dell’1,2%.

Il mercato immobiliare – osservano le principali analisi di settore – si sta improvvisamente raffreddando in seguito all’esaurimento dei termini utili per la richiesta del beneficio fiscale di 8 mila dollari in precedenza riservato per tutti gli acquirenti di una prima casa che formalizzassero un preliminare di vendita entro il 30 aprile 2010, e realizzino una compravendita entro la data odierna.

Stati Uniti, vendite di nuove case in forte ribasso

Le compravendite di nuove proprietà immobiliari ad uso abitativo negli Stati Uniti sono calate ancora durante il mese di maggio, per un livello minimo storico record, a causa principale dell’esaurimento del credito fiscale precedentemente predisposto, dimostrando in altri termini che la ripresa del mercato immobiliare non può prescindere dalla presenza di un continuo – almeno per ora – supporto da parte del governo.

Le vendite sono infatti crollate di 33 punti percentuali per un volume annualizzato di 300 mila unità rispetto al mese di aprile; un dato che rappresenta meno della metà di quanto precedentemente stimato dagli analisti consultati da Bloomberg, e che rappresenta altresì il valore minimo dal 1963, secondo quanto confermano i dati diramati ai media da parte del Dipartimento del Commercio di Washington.

Secondo le prime osservazioni con le quali si concorda, l’esaurimento del beneficio fiscale di 8 mila dollari precedentemente previsto per incentivare le compravendite di “prime case” renderà ora la ripresa del mercato immobiliare dipendente in maniera quasi esclusiva dall’andamento dello scenario occupazionale, che influenzerà a sua volta i redditi e il volume dei pignoramenti, per i quali si attendono comunque elementi record per l’intero 2010.

Stati Uniti, dati sulle compravendite di case non nuove – maggio 2010

Negli Stati Uniti le vendite di proprietà immobiliari ad uso abitativo non nuove sono inaspettatamente calate durante il mese di maggio, confermando che – probabilmente – i dati degli scorsi mesi sono stati gonfiati soprattutto per merito del beneficio fiscale che l’amministrazione governativa statunitense aveva predisposto per incentivare l’acquisto di case da parte dei primi acquirenti di proprietà abitative.

Secondo quanto dichiara la National Association of Realtors, infatti, gli acquisti di case già esistenti e presenti sul mercato sono diminuite di 2,2 punti percentuali per un volume annualizzato pari a 5,66 milioni di unità. A tal punto le previsioni per il futuro a breve termine si fanno meno rosee, con una stima di un declino più profondo rispetto a quanto inizialmente previsto dagli osservatori del mercato locale. Gli stessi analisti prevedevano vendite di case non nuove per un volume annualizzato superiore alle 6 milioni di unità.

Rispetto allo stesso periodo dello scorso anno, gli acquisti di case non nuove sono tuttavia cresciuti di 2,7 punti percentuali, con un prezzo medio che è salito della stessa proporzione a 179.600 dollari, rispetto ai 174.800 dollari del maggio del 2009. Il numero di case presenti sul mercato è invece calato di 3,4 punti percentuali a 3,89 milioni di unità.

Stati Uniti, nuovi cantieri in calo a 593 mila

Le società di costruzione hanno avviato un numero piuttosto basso di nuovi cantieri negli Stati Uniti durante il mese di maggio. Secondo gli analisti questo sarebbe un chiaro segno di come il mercato immobiliare sia stato drogato nel corso degli scorsi mesi dalla presenza del noto vantaggio fiscale di 8 mila dollari per gli acquirenti di una prima casa, e di come – senza tale supporto – sia impossibile ipotizzare una ripresa convinta delle attività.

Il bonus fiscale prevede infatti che i potenziali acquirenti di una prima casa effettuino una compravendita immobiliare di un’unità residenziale entro il 1 luglio 2010, a patto che essi abbiano concluso un precedente preliminare di compravendita (o un compromesso equivalente) entro il 30 aprile 2010.

Stati Uniti, erogazioni mutui in crescita del 18%

L’indice di riferimento in materia di concessioni di finanziamenti immobiliari da parte degli istituti di credito operanti nel territorio degli Stati Uniti ha misurato un incremento di 18 punti percentuali durante la settimana lavorativa terminata l’11 giugno. Uno sviluppo decisamente importante, tanto che la Mortgage Bankers’ Association, che cura tale monitoraggio, ha riscontrato in tale elemento dei record massimi recenti.

L’incremento rilevato dall’Associazione è infatti dovuto in grandissima parte al forte aumento che hanno avuto le operazioni di rifinanziamento, cresciute di 21 punti percentuali rispetto al periodo di confronto, contro un aumento di 7,3 punti percentuali delle operazioni di finanziamento a supporto di acquisti di proprietà immobiliari. Nella settimana lavorativa terminata il 4 giugno, le erogazioni di mutui erano in calo del 12,2%.

Le richieste di mutuo per acquisto di una prima casa sono tuttavia in fase di decelerazione. Questo fatto non ha sorpreso gli analisti, visto e considerato che il termine per usufruire del beneficio fiscale sta oramai esaurendo la propria spinta attrattiva; di conseguenza, pare ovvio che il mercato immobiliare statunitense non possa fare a meno di sostegni ulteriori se vuole riprendere quota nel breve termine.

Stati Uniti, l’immobiliare dipenderà dall’occupazione – Harvard

Un report condotto dall’Università di Harvard sostiene che la crescita dell’occupazione sarà il fattore chiave per lo sviluppo del mercato immobiliare statunitense, che potrà estendersi sul medio periodo – e pertanto ben oltre l’esaurimento dello stimolo derivato dalla previsione del beneficio fiscale governativo – solamente nell’ipotesi di significativo miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro.

L’elevato tasso di disoccupazione che sta caratterizzando lo scenario occupazione statunitense, sta infatti altresì mantenendo su soglie eccessive il volume di pignoramenti, scoraggiando il mercato immobiliare dalla formazione di una domanda duratura e sostenibile nel futuro non a breve termine.
 
Il tasso di disoccupazione negli Stati Uniti è sceso nel corso dello scorso mese, ma è ben lungi dal poter annoverare un equilibrio ottimale. Il livello dei disoccupati è infatti pari a 9,7 punti percentuali a maggio 2010, contro i 9,9 punti percentuali del mese di aprile, come confermato dal Dipartimento del Lavoro nello scorso report datato 4 giugno. Per l’intero 2010, è probabile che il tasso di disoccupazione possa assestarsi intorno ai 9,6 punti percentuali, che rappresenterebbe il livello più elevato dal 1983.

Stati Uniti, picco di lavori nei cantieri

Secondo quanto riporta la stampa americana, nei cantieri locali i lavori starebbero seguendo dei ritmi sempre più stringenti, con turni di intensità raramente riscontrata nel corso degli ultimi tre anni. Il motivo è abbastanza semplice: è necessario infatti completare i lavori entro la fine del mese di giugno per permettere agli acquirenti di poter usufruire del noto beneficio fiscale pari a 8 mila dollari per le prime case.

Ricordiamo infatti che, per ravvivare il mercato immobiliare locale, l’amministrazione governativa Obama predispose un bonus di 8 mila dollari per gli acquirenti di una proprietà immobiliare da destinare come prima abitazione. Il requisito era tuttavia quello di siglare un contratto (anche preliminare di vendita) entro il 30 aprile, e formalizzare la transazione definitiva entro il 1 luglio del 2010.

Quanto sopra sta conducendo le società di costruzione americana ad accelerare i tempi di chiusura dei cantieri, affinchè lo sfruttamento del beneficio di cui sopra (che ha indotto, a sua volta, tantissimi acquirenti ad affrettarsi nella conclusione di un compromesso di vendita) non vada sprecato negli argini temporali della burocrazia.

Stati Uniti, pignoramenti in crescita del 44%

I pignoramenti di case negli Stati Uniti hanno raggiunto un livello record per il secondo mese consecutivo durante maggio 2010, con incrementi che hanno coinvolto tutti gli Stati monitorati dalla ricerca. A dichiararlo è stata, negli scorsi giorni, la società di consulenza Realty Trac, secondo cui i pignoramenti sarebbero cresciuti di 44 punti percentuali rispetto al mese di maggio 2009, per un volume complessivo di 93.777 unità.

Stando a quanto dichiarato dalla stessa compagnia, inoltre, il secondo trimestre del 2010 si appresta oramai a divenire il trimestre “nero” per eccellenza in materia di pignoramenti immobiliari. Il mese di aprile e il mese di maggio sono infatti stati due periodi fortemente negativi per questa variabile, e se anche il livello di giugno dovesse ripercorrere il trend tracciato dal quarto e dal quinto mese dell’anno, non ci sarebbero spazi per i dubbi.

A preoccupare è tuttavia lo sviluppo nel medio termine. Il dato non accenna infatti ad allentare la propria gravità, e sembra anzi sempre più probabile che il record che verrà battuto dal secondo trimestre del 2010 possa essere superato già nel corso del terzo trimestre dell’anno, o dell’ultimissima parte di questo esercizio, che verrà ricordato come il più negativo per ciò che concerne l’attività pignoratizia.

Stati Uniti, beneficio fiscale ha impattato solo su volumi

Secondo quanto dichiarato da Douglas Duncan, chief economist della Fannie Mae, uno degli istituti finanziatori più importanti degli Stati Uniti, il beneficio fiscale predisposto dall’amministrazione statunitense avrebbe avuto un impatto solamente sui volumi di domanda nel mercato immobiliare nordamericano, senza tuttavia produrre gli effetti sperati su ciò che concerne i prezzi di contrattazione e di conclusione delle compravendite.

Più esattamente, Douglas Duncan – che è intervenuto alla conferenza della National Association of Real Estate Editor che si è svolta recentemente in Texas, ad Austin – si è espresso sostenendo che “il beneficio fiscale temporaneo ha semplicemente spinto in avanti la domanda” di settore, divenendo incapace di produrre quelle variazioni nei prezzi delle proprietà immobiliari utili per ravvivare in maniera più efficiente il mercato.

Ricordiamo che per diventare beneficiari del credito fiscale, gli acquirenti avrebbero dovuto concludere un preliminare di vendita entro il 30 aprile, completando l’acquisto entro il 1 luglio dell’anno. Queste scadenze hanno ovviamente prodotto un’accelerazione a concludere le trattative proprio in prossimità della prima scadenza del 30 aprile, e successivamente hanno gonfiato le richieste di finanziamenti nei giorni successivi.

Stati Uniti, prezzi case in crescita del 2,3% a marzo

I prezzi delle proprietà immobiliari nelle principali 20 città degli Stati Uniti sono cresciuti a marzo meno di quanto previsto dagli analisti privati internazionali. Un elemento che da più parti è stato interpretato come un raffreddamento della ripresa del mercato immobiliare locale, con uno sviluppo che nei prossimi mesi sarà molto probabilmente più difficile di quanto inizialmente previsto dai report di inizio 2010.

L’indice Standard & Poor/Case-Shiller sull’andamento dei valori delle proprietà immobiliari ad uso abitativo è infatti cresciuto di 2,3 punti percentuali durante il mese di marzo 2009, come confermato da un comunicato stamnpa del gruppo. Tale incremento risulta essere, stando a ciò che riporta Bloomberg News, inferiore alla media delle osservazioni degli analisti consultati, che prevedevano uno sviluppo pari a 2,5 punti percentuali

A livello nazionale, gli stessi analisti ricordamo con la variazione dei prezzi sia stata negativa, pari a una flessione di 3,2 punti percentuali rispetto ai precedenti tre mesi. Nel corso dei periodi di riferimento passati, il beneficio fiscale sugli acquisti delle prime case aveva prodotto un sensibile rialzo nel volume delle transazioni e nel livello dei prezzi ai quali venivano concluse le negoziazioni di compravendita.